Olimpiade: eccoci, finalmente, ti aspettavo, mi aspettavi
Domani, nonostante tanti divieti, perplessità, incognite prenderà avvio l’avventura olimpica, uno dei momenti sportivi più emozionanti e attesi da ogni appassionato del pianeta, il più denso di fascino, storia, leggenda. Non ci sarà il pubblico sugli spalti, dopo che Tokyo ha dichiarato lo stato di emergenza. Perfino la fiamma olimpica ha dovuto accettare alcuni compromessi: niente staffetta lungo le strade per timore che la folla potesse accorrere al suo passaggio. Tuttavia «quando la fiaccola, partita da Olimpia, accenderà il braciere, sarà come avvertire l’eco di una voce amica: Eccoci, finalmente, ti aspettavo, mi aspettavi. Ci aspettavamo». Le parole sono di papa Francesco in un’accorata lettera scritta qualche mese fa e rivolta a ogni partecipante ai Giochi Olimpici. Un augurio formulato con un linguaggio dal tono famigliare: «Carissimo atleta». Come una telefonata a un amico, un moto dell’anima, un sussulto per dire che gli stai a cuore. Dopo aver rilasciato una bella intervista alla Gazzetta dello Sport per rivelare la sua favolosa intimità con lo sport, il Papa prende carta e penna per firmare una lettera agli atleti che, nel loro isolamento eremitico, sono ormai prossimi alle Olimpiadi di Tokyo 2021: «Provo ad immaginarmi i tuoi mesi di attesa, di preparazione (...) Tu, il tuo allenatore e quella voce che, da dentro, adesso è lì a bisbigliarti: Ecco la tua grande occasione: giocatela fino in fondo, accendila!». Si rivolge loro con il linguaggio della passione, dell’esaltazione, del cuore visionario. L’occasione, d’altronde, è ghiotta: Tokyo, come fosse un santuario, méta per un enorme pellegrinaggio di uomini e donne che, nel nome dello sport, vanno a celebrare la loro liturgia più solenne: l’Olimpiade. Un vero e proprio pellegrinaggio sportivo, animato da oltre 79.000 partecipanti tra accompagnatori, delegati e giornalisti, insieme a 11.500 atleti, in rappresentanza del meglio dello sport mondiale che si affronteranno per battere un record, per superare se stessi, per lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno trovato. Papa Francesco, da bordo campo, incoraggia: «E’ la tua grande occasione, l’appuntamento supremo per la migliore gioventù dello sport». Vai! Lo sport è semplice: un campo da gioco, una sfida, uno che vince, uno che perde. E il giorno dopo si ricomincia: non è così anche la vita? Per chi crede in essa, nessuna partita è mai persa, al massimo è finito il tempo a disposizione: «Ecco perché – scrive il Papa – potrai anche accettare la sconfitta, ma sono convinto che non accetteresti mai di rinunciare a provarci».