Nessuno è più potente di chi ha a cuore il bene del prossimo
Non ho mai amato basarmi troppo sulle cifre, e sulle statistiche, ma ogni tanto occorre pur farlo. E così, dopo aver più volte verificato che il CSI vive con coraggio e fiducia questi difficili momenti, grazie alla dedizione di migliaia di dirigenti capaci e generosi, ho voluto verificare lo stato di salute anche sul fronte numerico.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso: i dati delle iscrizioni sono buoni; più di quanto avrei immaginato. Sono contento soprattutto perché a tenere bene è la faccia sportiva della nostra Associazione. Anche questo è segno di un grande lavoro, silenzioso e tenace, dei dirigenti dei Comitati territoriali e, insieme con loro, delle Società sportive che ne rappresentano l’ossatura. In questo rinnovato clima di speranza, con i dati generali della situazione socio-sanitaria (e anche economica) che fanno pensare ad una sempre più vicina fine del tunnel, sogno di poter vedere a breve di nuovo il mondo color arancioblu in campo. Sogno la ripresa dei campionati, delle competizioni, ovunque sia possibile.
Sogno di rivedere, passando nei paraggi dei campi di gioco i più svariati e diversi colori delle maglie, di risentire le urla cariche di affetto degli allenatori, di rivedere capannelli di genitori che assistono alle gare e che legano tra di loro in amicizia. Ma soprattutto di risentire le grida dei ragazzi che giocano.
Ci voleva coraggio a resistere e il CSI ha resistito. Ci vuole ora la sana prudenza di chi non molla ma è al contempo consapevole di poter riprendere solamente se nel rispetto rigoroso delle norme. Leggo e sento di possibili miglioramenti in vista per un prossimo futuro e mi accorgo di provare una felicità non nuova: quella di tornare a fare sport con la nostra gente, con i nostri ragazzi, con le loro famiglie. Non sarà tutto facile, sia chiaro. Avremo problemi di ogni genere da affrontare: da quelli organizzativi a quelli economici, a quelli relazionali perché comunque siamo stati costretti a isolarci per troppo tempo.
Avremo bisogno anche (e soprattutto) di una sana alleanza con tutte le espressioni della società civile, perché lo sport di base deve trovare uno spazio tutelato. I nostri dirigenti dovranno essere aiutati a riprendere ogni attività senza dovere studiare ogni giorno comunicati e decreti, scritti spesso in un linguaggio troppo tecnico. Nessuno guardi agli altri aspettando che facciano qualcosa di buono, ma ognuno di noi si rimbocchi le maniche e faccia quello che è possibile. Se qualcuno sta pensando che però toccherebbe innanzi tutto alla politica, ai “potenti”, non dimentichi che la politica è l’espressione di una Nazione, e che nessuno è più potente di una alleanza fra donne e uomini che hanno a cuore il bene del prossimo.