Alla ricerca di nuovi arbitri per la ripartenza sportiva
Con la ripresa dell’attività sportiva, torna prepotentemente attuale nel CSI la questione arbitrale, legata all’annoso problema della disponibilità dei fischietti. Purtroppo quello che stiamo faticosamente cercando di lasciarci alle spalle ha lasciato un segno, a volte molto doloroso, anche nelle file dei direttori di gara. C’è chi si è incamminato sul sentiero dell’eternità ed ora riposa nell’abbraccio del Padre, e c’è chi si è ritrovato, dopo lunghi mesi di inattività, a non aver più l’entusiasmo necessario per ritornare a prepararsi la borsa con la divisa e tutto il necessario per arbitrare. Sono scelte che rispettiamo poiché siamo consapevoli che non sono state prese a cuor leggero. Però il CSI deve ora fronteggiare le numerose richieste, pressanti come non mai. Di per sé non è già facile trovare candidati a fare i corsi per diventare arbitri. Un po’ perché nel tempo il ruolo dell’arbitro ha perso smalto. Adesso infatti, davanti ad un televisore che inquadra e fa vedere e rivedere all’infinito le azioni più discusse, il popolo in pantofole e competitivo dal divano è cresciuto in competenza normativa. O meglio: crede di essere più competente. Fatto sta che spesso questo ruolo viene visto negativamente o associato a rischi e polemiche. Succede viceversa che, fatte salve le partite di alto profilo, anche fra i dilettanti più dilettanti (calciatori della domenica) o fra i ragazzini, se non arriva l’arbitro cadono tutti nello sconforto più totale.
Mi rivolgo innanzi tutto agli arbitri in attività quando, giusto due anni or sono a fine febbraio 2020, è iniziata la pandemia: provate a valutare la possibilità di tornare in campo, di togliere la ruggine accumulata negli ingranaggi (anche mentali) in questi terribili anni, e riprendete a fischiare. Facendolo, renderete onore in modo concreto alla memoria di chi non può più tornare in campo perché ucciso dal maledetto virus che tanti lutti ha distribuito nelle nostre comunità.
Il CSI nazionale inoltre offre lo spunto ai Comitati provinciali affinché provino a lanciare campagne di arruolamento, cercando nuove risorse. Ci si può rivolgere a chi ha fatto tanto sport beneficiando della presenza in campo degli arbitri e ora potrebbe passare in quel ruolo un po’ perché è un’esperienza interessante e un po’ per riconoscenza.
I Comitati, infine ma non per ultimo, si possono rivolgere anche ai giovani, alle scuole, alle società sportive, alle famiglie. Sono sicuro che molti ragazzi non hanno mai pensato a questa possibilità, ma se fossero avvicinati nel modo corretto da persone competenti e capaci di motivare, probabilmente qualcuno tra i giovani potrebbe tentare questa avventura che, spesso, diventa una meravigliosa avventura della vita.
Dentro lo sport; al centro dello sport.