Nella primavera CSI è tutto un fiorire di attività sportiva
Dopo lo sci, con la bellissima manifestazione di Andalo nel mese scorso, ecco un nuovo appuntamento per l’attività sportiva del Centro Sportivo Italiano: saremo questa volta a Fano, bellissima cittadina della provincia di Pesaro-Urbino, che si affaccia sul mare di una regione, le Marche, che nel 2021 conquistò ben 16 bandiere blu. Quella in programma sarà la 23.a edizione del Campionato Nazionale di Corsa campestre che vedrà impegnati i partecipanti da domani al 10 aprile. Proprio come sognavamo alcuni mesi fa, quando cercavamo le ragioni per non mollare e andare avanti, nella speranza che presto o tardi dal tunnel saremmo usciti, confidando nelle capacità di ripresa e nel coraggio delle nostre società sportive, dei nostri dirigenti.
Eravamo, in quei giorni, costretti in casa e obbligati ai distanziamenti in ogni occasione di incontro. Per questo sognavamo ad occhi aperti lo sport all’aria aperta, con ragazze e ragazzi in campo per gli allenamenti, le prove, per le gare, per il gioco. Ci mancavano i loro sorrisi, le risate, gli scherzi, la voglia di stare insieme. Sentivamo forte il bisogno di relazioni amichevoli.
Per questo mi fa piacere sottolineare che al Campionato Nazionale di Corsa campestre di Fano si sono iscritti circa 1.300 atleti di tante regioni, accompagnati da quasi 130 dirigenti in rappresentanza di un centinaio e più di società sportive.
Già tutto ciò è un grande successo, che sarà coronato al meglio in sede di bilancio, domenica sera. Un passo indietro di qualche giorno per evidenziare la manifestazione di lunedì scorso, di sera: in una diretta YouTube, organizzata dalla Scuola nazionale Dirigenti per una non formale ma sostanziale condivisione, dodici “buone pratiche”, dodici esperienze di servizio sportivo, formativo e associativo promosse e gestite da altrettanti Comitati territoriali dell’Associazione.
Credo molto in questa forma di condivisione purché la si viva con il giusto spirito di “offerta” delle proprie esperienze agli altri, in un atteggiamento di mutualità e di ascolto, disposti a donare e ad imparare.
Condividere le buone pratiche, o come piace scrivere ai giovani, best practice, è anche un modo per aprire la nostra casa allo sguardo che viene da fuori, far vedere, con coraggio e trasparenza, in che cosa crediamo, come realizziamo i nostri progetti, come applichiamo nel concreto i nostri valori. Senza nessuna intenzione di insegnare ma con la genuina disponibilità a rendere trasparente il nostro operato. Pronti, sempre, ad imparare da chiunque abbia qualcosa da insegnarci.