Per gli enti promotori di sport un doman senza certezze
Positivo tornare a verificare il grande fermento di attività sportive. Lo è parimenti - e forse più positivo perché meno scontato – il fatto che lo si possa registrare nelle attività di formazione associativa che oggi privilegia più la relazione umana, l’incontro di persona. Nei mesi scorsi, la modalità “a distanza”, sembrava fosse diventata dominante; invece sono molto sorpreso da quanto verifico giorno per giorno. Mesi fa la situazione attuale pareva ancora un miraggio. Ora però teniamo bene i piedi per terra operando con la massima prudenza, condividendo l’impegno a proteggere la situazione di maggiore serenità che si è venuta a creare. Per attuare questa protezione il primo punto è proseguire nell’applicazione delle regole socio-sanitarie che hanno evitato una situazione ben peggiore di quella che abbiamo dovuto sopportare. Ma sul rispetto delle regole dovremmo essere tranquilli: chi più degli sportivi ha questo tipo di atteggiamento nel proprio Dna?
Ok, ma se alzo un po’ lo sguardo e osservo i livelli alti delle istituzioni che hanno la responsabilità del governo dello sport mi trovo a disagio. Faccio fatica a capire la posizione che tali istituzioni vanno assumendo, perché non vedo al centro degli obiettivi generali la tutela dell’attività sportiva, la più ampia e sostenibile possibile.
Aspettiamo indicazioni e regole ben precise, valide e da rispettare da parte di tutti: federazioni, enti di promozione sportiva ed ogni altro attore del movimento sportivo generale. Nel frattempo il drop out giovanile nello sport ha raggiunto livelli mai visti. La situazione economica pesa sulle famiglie e sulle società di base, ma non ci sono certezze sui sostegni per gli enti che promuovono sport. La legge di riforma è pronta per entrare a regime, con correttivi di cui si parla molto, ma nessuno sa niente. Il Pnrr prosegue, ma lo sport non ne è un vero protagonista, sia in termini economici, sia d’investimenti strategici, tranne qualche annuncio sulle palestre e poco altro.
Questo è il momento migliore per giocare la partita della condivisione e della partecipazione; è il peggiore, invece, per giocare la partita della concorrenza ad ogni costo o per cercare di escludere qualcuno. In tutto ciò e nel più tragico contesto generale, che va ben oltre lo sport, la luce viene ancora una volta da Papa Francesco. Lo hanno “detto” i preadolescenti e gli adolescenti accorsi in massa a Roma per incontrarlo. A loro il Santo Padre si è rivolto con parole meravigliose perché aprono alla speranza: “Affrontate le paure, avete fiuto per il bene”. Non c’è proprio nulla da aggiungere.