Attività agonistica e non: al voto il Consiglio nazionale
Ci sono aspetti, nell’attività di un ente di promozione sportiva qual è il Centro sportivo italiano, che hanno una rilevanza fondamentale. Con tutto il rispetto dovuto ad altri ambiti, penso che la definizione di cosa sia attività agonistica e quale sia non agonistica sia alla base di tutto. Da tale enunciato discendono conseguentemente le scelte organizzative che poi le società sportive renderanno operative. Se una manifestazione è agonistica ne deriva con coerenza tutta l’impostazione organizzativa, in particolare all’attenzione richiesta ad ammettere atleti che abbiano effettuato la visita medica sportiva per l’attività agonistica. Può cambiare molto: dagli accertamenti necessari richiesti nel corso della visita medica, al costo della stessa (e se parliamo di decine di migliaia di atleti la differenza assume un carattere importante), alla qualifica dei responsabili, degli allenatori… Potrei fare qui un elenco dettagliato, ma forse anche inutile, poiché il concetto è ben chiaro a tutti coloro che si interessano di attività sportiva. Ma quale organismo è preposto a stabilire cosa è agonistico e cosa non lo sia? Il Consiglio nazionale. Un indirizzo in tal senso in realtà esiste da tempo immemore, però con il passare degli anni, con il perfezionamento delle discipline sportive, con l’avvento di nuovi sport e con la diffusione di nuovi impianti sportivi, la linea tracciata in tempi lontani dalle strutture direttive preposte è divenuta sempre più labile e incerta, creando disorientamento. Non siamo i soli, sia chiaro, a dover mettere mano a queste “regole”. Lo stanno facendo o lo faranno presto anche gli altri Enti di promozione sportiva che si vanno rapidamente aggiornando. Il mondo cambia in fretta e ci dobbiamo adeguare. Perciò il prossimo Consiglio nazionale del CSI, in programma a fine mese di aprile, sarà chiamato a votare una delibera in tal senso, sulla distinzione fra attività sportive agonistiche e relativi limiti di età, ed attività sportive non agonistiche. Siamo chiamati a redigere una normativa chiara, stilata con criteri di trasparenza e di logica sportiva, che sia però riferimento inconfutabile per tutti. Ormai ovunque in Italia l’attività sportiva ha ripreso con una vivacità che ovviamente fa piacere ma che impone al direttivo nazionale di velocizzare i tempi di alcune decisioni, in piena autonomia e nel rispetto delle scelte della Federazione dei medici sportivi, nel rispetto delle disposizioni delle Federazioni sportive nazionali e – soprattutto – di quanto deciso dal Consiglio nazionale del Coni in merito alle attività sportive.
Definire questi perimetri delle diverse attività mette in sicurezza il sistema, rassicura le società sportive ed evita situazioni sgradevoli. Ma soprattutto tutela atleti e dirigenti.