Pronti a sollecitare al Parlamento la partita giovanile
La scorsa settimana ho affidato a questa rubrica la prima parte di un appello alla politica. Credo (e temo) che ben pochi l’abbiano preso seriamente in considerazione. Di sicuro i futuri parlamentari non avranno a cuore le preoccupazioni dello sport di base più di altri problemi così gravi da essere divenuti, in questi ultimi tempi, perfino drammatici.
L’economia in affanno, i posti di lavoro che vengono a mancare, i costi per le famiglie sempre più insostenibili: siamo all’emergenza. Ma quando, a nome del Csi, chiedo attenzione alla tutela dello sport di base e alle società minori - che in realtà non sono affatto minori visto il servizio diffusissimo che svolgono sul territorio nazionale - indico anche un percorso realizzabile non tanto sulle risorse economiche (non servono miliardi di euro), quanto sull’organizzazione normativa. Oggi voglio richiamare l’attenzione sulla necessità, ineludibi-le, fondamentale, di tutelare l’attività giovanile. Tutti riconoscono all’attività sportiva giovanile decisivi valori sociali ed economici. Lo sport è prevenzione sanitaria; lo sport è aggregazione e benessere psicofisico; lo sport è formativo; lo sport consente di allontanare i problemi della diffusa e dannosa sedentarietà; ed è strumento di coesione sociale. Potrei continuare a lungo, perché allo sport sono attribuiti enormi benefici con ricadute importanti e positive per la società e per le famiglie.
Ma dove ha collocato, la politica, questo interesse per lo sport di base? Ho provato a cercare e davvero ho visto flebili tracce residuali. Così non va bene. Ma non è colpa dei politici, dei candidati. È un difetto nostro, di tutti noi, che ai responsabili della cosa pubblica, chiediamo soprattutto di realizzare qualcosa che appaghi i nostri interessi di parte. Siamo noi, donne e uomini di questa Nazione, che determiniamo la politica! Perciò evitiamo almeno di attribuire ad altri errori che sono nostri e generati da uno scarso senso civico. In un recente documento della Presidenza, il Csi ha ribadito che: «Occorre un piano straordinario per la promozione complessiva dello sport – ed in particolare quello giovanile che miri ad incrementare, nei prossimi 5 anni, di almeno 3 punti percentuali il numero dei minori praticanti sport. Il Csi desidera confrontarsi con quanti ritengano questa una priorità di politica per l’infanzia e per il sociale, per condividere modalità, forme e strumenti attuativi».
Noi vogliamo giocare la nostra partita: aspettiamo segnali di attenzione dal nuovo Parlamento che, ovviamente, non mancheremo di risollecitare.