Società di base al collasso: investiamo sullo sviluppo
Forti delle belle esperienze passate, stiamo lavorando ad una rinnovata partnership con Lega Serie A e con Tim per riproporre la Junior Tim Cup, la manifestazione che ha tanto successo fra i ragazzi delle società Csi e suscita tanta simpatia nei livelli più alti del calcio. I campioni più acclamati, le società più blasonate, le cattedrali delle grandi sfide calcistiche, come lo Stadio Olimpico in Roma, fanno ancora da orizzonte per gli sguardi (e i sogni) dei ragazzi delle più piccole società italiane. Questo legame tra mondi così diversi è la migliore espressione di un’idea di sport che supera steccati e convenzioni, dimostrando che la collaborazione tra realtà dissimili, eppure egualmente importanti, è il miglior nutrimento per dei progetti sportivi rilevanti. In tempi così difficili, è proprio indispensabile trovare il punto d’incontro, ad esempio, fra Enti di promozione sportiva e Federazioni, consapevoli che per tutti vi sia lo spazio per lavorare bene, ma al contempo serve distinguerne le competenze. Insieme, ma con compiti differenziati, potremo fare molta strada. Sono preoccupato dal fatto che i mass media trattino spesso gli enormi problemi dei Club d’alto livello - chiamati a gestire indotti da capogiro, provocando l’attenzione del mondo politico– e riservino viceversa scarsa attenzione alle fondamenta del sistema sportivo, ossia le piccole società di base; quelle che operano con tanto impegno e con risultati straordinariamente positivi nei quartieri, nei Comuni, negli oratori, nelle parrocchie. Chi si è accorto oggi che queste società sportive hanno grandissimi problemi, legati a costi ormai insostenibili, a difficoltà crescenti nel reperire risorse economiche per sopravvivere, alla carenza di volontari disposti a donare il proprio tempo e, alla accresciuta impossibilità a rispondere alle aspettative delle famiglie? Amaramente rispondo io: ben pochi. La crisi congiunturale potrebbe divenire strutturale se non ci sarà la forza e la lungimiranza per investire sullo sviluppo dello sport. Occorre rinnovare l’impiantistica sportiva, rendendola più sostenibile e a misura delle esigenze dei territori; è necessario riconquistare i più giovani verso l’attività sportiva; occorrono programmi di coinvolgimento delle grandi età. Ci immaginiamo uno sport più green, più inclusivo, più accogliente. È l’unica strada possibile: fare sport è indispensabile (oltre che utile), ma non si possono lasciare soli coloro che lo sport sanno servire, affinché sia praticato da tutti.