6 giugno 2009

Tra voto e amnesie, ricordandosi dello sport

Sabato 6 e domenica 7 si vota. Siamo chiamati ad eleggere i 72 parlamentari che rappresenteranno l’Italia in Europa e coloro che dovranno governare in moltissime amministrazioni comunali e provinciali. Come orientarsi? Nel corso della sua storia il CSI non ha mai fatto “scelte di campo”, anzi ha sempre ribadito la sua “autonomia” dal mondo dei partiti. Siamo innamorati della politica come cittadinanza attiva, come bene comune, come alta espressione di una società tesa a mettere al centro la dignità della persona.

Sabato 6 e domenica 7 si vota. Siamo chiamati ad eleggere i 72 parlamentari che rappresenteranno l’Italia in Europa e coloro che dovranno governare in moltissime amministrazioni comunali e provinciali. Come orientarsi? Nel corso della sua storia il CSI non ha mai fatto “scelte di campo”, anzi ha sempre ribadito la sua “autonomia” dal mondo dei partiti. Siamo innamorati della politica come cittadinanza attiva, come bene comune, come alta espressione di una società tesa a mettere al centro la dignità della persona. Per questo a ciascuno dei candidati possiamo permetterci di dire una cosa, in modo forte e chiaro: ricordatevi che “governare” vuol dire vivere una dimensione di vero e autentico servizio quotidiano a favore della collettività e dei singoli. Siamo stanchi di una politica fatta di arroganza, di carrierismi, di personalismi. Vogliamo una politica “incarnata” da persone che sappiamo amare gli altri, sacrificarsi, fare scelte per il bene di tutti. Chi conosce tra i candidati persone così ha un’unica opzione: le sostenga, e poco importa a che partito o coalizione appartengano, importa che solo con persone così la politica potrà “ripartire” e tornare ad essere vicina alla vita concreta della gente.
Una seconda osservazione. Tra i vari candidati ce ne sono tantissimi colti da amnesia nei confronti dello sport. Difficile se non impossibile trovare nei loro programmi e nelle loro dichiarazioni cenni di impegno a favore di politiche che valorizzino il ruolo sociale dello sport ed il servizio offerto dalle società sportive di base quali agenzie educative sul territorio. Il bello è che queste stesse persone raramente rifiutano di presenziare ad una premiazione post-gara, all’inaugurazione di un campo, al calcio d’inizio di una partita. Il loro presenzialismo, però, si caratterizza spesso per l’assenza di idee e di attenzione autentiche nei confronti di politiche sportive adeguate alla dignità di un Paese civile.
Fortunatamente altri candidati hanno un atteggiamento diverso, e ce ne sono in ogni schieramento. Mi riferisco a persone che mostrano di avere a cuore lo sport come strumento educativo, magari perché conoscono da vicino le società sportive (forse ci sono cresciuti, o ci portano i figli), o hanno fatto battaglie e proposte a favore dell’impegno educativo e sociale del volontariato sportivo. La settimana scorsa ho avuto il piacere di vedere uno dei più noti candidati alle Europee al bordo di un nostro campo di periferia impegnato a fare il “dirigente accompagnatore” della squadra di ragazzini dove gioca suo figlio. Mancavano 15 giorni all’appuntamento con le urne, ma lui era lì, in panchina, teso e appassionato come sempre. Candidati così ce ne sono, per fortuna. A noi il gusto di scovarli e di valorizzarli. Ne vale la pena.

L'angolo del Presidente

Tra voto e amnesie, ricordandosi dello sport

Massimo Achini

Presidente Nazionale