Un’agenda per costruire un futuro migliore
Costruire un’agenda di speranza per tutto il Paese. Questa è la grande sfida che la 46ª settimana sociale dei Cattolici Italiani porterà con sé. L’appuntamento è a Reggio Calabria nell’ottobre 2010. Ma il cammino è già iniziato. Il «via» è stato dato nel corso di un seminario che si è svolto all’Università Cattolica di Milano. A sorprendermi ed entusiasmarmi è stata la concretezza della proposta: «La prima urgenza che si avverte è che l’intera opinione pubblica nazionale, e innanzi tutto ecclesiale, concentri la propria attenzione su un numero limitato di problemi cruciali, dalla soluzione o dalla mancata soluzione dei quali dipende la forma che prenderà il futuro del Paese».
Dunque si tratta di “mettere in fila” (in termini di priorità) una serie di problemi da affrontare a viso aperto, lasciando da parte grandi filosofie e concentrandosi quindi sulle possibili soluzioni. Anche la proposta del percorso è entusiasmante. L’Agenda - ha precisato il vescovo di Ivrea, monsignor Arrigo Miglio, va definita «coinvolgendo tutto il mondo dell’associazionismo cattolico, le Chiese locali, le diocesi e tutte quelle persone che vorranno collaborare, in un’azione di discernimento comunitario la più allargata possibile».
Tutti sono invitati a dare il proprio contributo nel tentativo (non facile) di arrivare alla definizione dei problemi prioritari sui quali lavorare per “ricucire” la speranza della nostra collettività. Dunque si richiede un serio e appassionato «gioco di squadra» capace di coinvolgere tutto il mondo cattolico. Il Centro Sportivo Italiano è pronto, con umiltà e spirito di servizio, a fare la sua parte ed ad impegnarsi con entusiasmo. Non a caso abbiamo invitato Sua Eccellenza, mons. Arrigo Miglio (Presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace), e Edo Patriarca (Segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali) al prossimo Consiglio Nazionale dell’11 luglio per illustrarci il cammino che porterà a Reggio Calabria. Dobbiamo, da subito, evitare una pericolosa tentazione.
Quella di considerare questa sfida qualcosa che riguarda soltanto «i pensatori e gli intellettuali» del CSI. Non è e non deve essere così. A dirci il perché è il nostro Patto associativo: «Il Centro Sportivo Italiano partecipa alla storia del proprio tempo in maniera attiva e responsabile». Ecco perché la costruzione di quell’Agenda di speranza per il Paese è una sfida che ci riguarda, che deve appassionare e coinvolgere ciascuno di noi e tutta l’Associazione.