Missione possibile
Se il 2010 ha segnato il passaggio alla boa di “metà mandato”, il primo anno del secondo decennio del terzo millennio segna il “terzo tempo” (3° anno) della Presidenza guidata da Massimo Achini.
Quali le attese, gli obiettivi, i bilanci, le sfide?
Abbiamo scelto di incontrare il Presidente Nazionale per ragionare insieme tra verifica della metà del mandato e aspettative e propositi per il nuovo anno.
Che anno sarà il 2011 per il Csi?
Se il 2010 ha segnato il passaggio alla boa di “metà mandato”, il primo anno del secondo decennio del terzo millennio segna il “terzo tempo” (3° anno) della Presidenza guidata da Massimo Achini.Quali le attese, gli obiettivi, i bilanci, le sfide?Abbiamo scelto di incontrare il Presidente Nazionale per ragionare insieme tra verifica della metà del mandato e aspettative e propositi per il nuovo anno.
Presidente, come vorrebbe aprire questo nuovo anno?
“Con un gesto molto semplice. Vorrei stringere la mano a ciascuno dei dirigenti, allenatori, operatori, animatori, arbitri delle nostre società sportive e dell’intera Associazione. Sono veri eroi del quotidiano e non c’è niente di scontato o di retorico nel dire loro che siamo proprio orgogliosi di ciascuno di loro e che sono loro a fare grande il Csi e a permetterci di realizzare grandi imprese educative”.
Cosa si aspetta il Csi dal 2011?
“Sinceramente tante cose. Se devo indicare le priorità delle priorità dico: dare un grande e concreto contributo alla sfida educativa promossa dalla Chiesa Italiana, incidere nel sistema sportivo italiano e approfittare dell’anno europeo del volontariato per dare più forza e dignità al volontariato sportivo nel Paese”
Obiettivi ambiziosi. Senza dimenticare che ci sono altre grandi sfide.
“E’ proprio così. La prossima settimana vivremo il primo Forum Nazionale dello Statuto, che aprirà un cantiere che dovrà portare l’Associazione a modificare lo Statuto grazie ad un percorso di partecipazione attiva di tutta l’Associazione. Lo Statuto è la nostra Carta Costituzionale. Vogliamo riscriverla nel senso di modernizzarla e di renderla più chiara ed efficace, ancorandola sulle solide fondamenta della nostra ispirazione cristiana.Poi c’è il decennio culturale del Csi. In un mondo dello sport dove si fa fatica a guardare oltre il proprio naso, vogliamo aprire gli orizzonti e guardare ai grandi scenari che l’Associazione affronterà nei prossimi dieci anni. Sono segni di grande maturità e di coraggio”.
Lei non ha paura a parlare di obiettivo quota un milione di soci…
“E come potrei averla? In questi due anni l’Associazione ha dimostrato una vitalità impressionante su tutto il territorio. Due anni fa ho lanciato la sfida di una crescita del 10% e l’Associazione ha risposto alla grande dal Nord, al Centro, al Sud. Abbiamo superato quota 900 mila tesserati e credo che l’obiettivo di un milione di tesserati sia a portata di mano. Di fatto, siamo la più grande associazione cattolica del paese.I numeri per noi non sono la cosa più importante. Ma sono buoni indicatori. Non mi è mai capitato di vedere un’Associazione sana, in salute, forte… con i numeri che diminuivano. E poi non ho imbarazzo a dire che i nostri sono numeri veri e per questo contano ancora di più.
Tra i grandi obiettivi ha indicato anche un forte rilancio del sud. Che cosa intende?
“Mi piacerebbe che il Csi riuscisse là dove ha fallito sino ad ora il Paese. Rilanciare l’Associazione nei territori del Sud è una cosa che mi sta molto a cuore. Ho visitato oltre 30 Comitati meridionali ed ormai conosco bene le nostre realtà. C’è gente meravigliosa e ci sono le condizioni per un grande sviluppo del Csi. Sarebbe un bell’esempio per il Paese. Certo non è facile e non mi illudo. Una cosa però mi è chiara. Il rilancio del Sud non riguarda il solo Sud ma tutta l’Associazione. Si può fare solo se Nord e Centro sentono propria questa sfida e la vivono con passione in prima persona. Mi piace immaginare che nel Csi trovi casa un vero Federalismo basato su una forte sussidiarietà e su una arricchente diversità nell’unità.
Il suo sogno irrealizzabile entro la fine del mandato?
“Mi piacerebbe vedere ogni squadra scendere in campo con un allenatore qualificato e formato. E vedere in ogni Comitato una forte attività giovanile con tante squadre di ragazzi e di bambini. E poi vedere che in ciascuna delle Parrocchie italiane c’è un bel gruppo sportivo. Sono obiettivi a lungo termine ma stiamo lavorando con impegno in ciascuna di queste direzioni per fare importanti passi avanti”.
Cosa intende per incidere nel sistema sportivo italiano?
“C’è stato un tempo in cui il Csi era il centro dello sport italiano. Lo era realmente e concretamente. Ai tempi del Coni di Onesti tanti dirigenti del sistema sportivo italiano provenivano direttamente dal Csi e la nostra Associazione ha sempre anticipato i tempi con scelte lungimiranti che poi sono state adottare da tutto lo sport italiano. Dobbiamo tornare ad essere incisivi e determinanti nello sport italiano. Possiamo dare un grande contributo in termini educativi. Dobbiamo farlo, liberandoci anche dall’idea di essere considerati una realtà di serie B.
Quali passi farete in questa direzione?
Il 2011 sarà l’anno del rapporto con le Federazioni. Noi vogliamo passare dalle convenzioni alle collaborazioni. Il che vuol dire che bisogna voltare pagina. Appartiene al passato la mentalità di “farsi la guerra” per i tesserati e lavorare ciascuno al proprio orticello. E’ tempo di una nuova mentalità fatta di grandi collaborazioni per il bene dei ragazzi e dei valori dello sport. Nei prossimi mesi lavoreremo per firmare vari protocolli d’intesa in questa direzione e sono convinto che tante Federazioni siano disponibili a lavorare insieme sul terreno educativo. “
In cantiere c’è anche la prima edizione della giornata nazionale dello sport in oratorio?
L’idea è nata lo scorso anno. Vorremmo realizzarla mettendoci a servizio del Forum degli Oratori Italiani e dell’Ufficio sport e turismo della Cei . Lo sport in Oratorio rappresenta una realtà significativa (per qualità educativa e numeri) dello sport italiano. Ecco perché non può continuare a rimanere dietro le quinte. La giornata nazionale accenderebbe i riflettori su questa grande realtà, facendo capire che è un patrimonio prezioso per lo sport italiano.
Sul versante società sportive cosa cambiare?
Mi piacerebbe arrivare a una certificazione di qualità per le società sportive che si impegnano a vivere veramente la proposta educativa del Csi. Una sorta di bollino di qualità che permetta di far comprendere ai genitori che stanno mandando loro figlio in una società sportiva che non vuole cercare un “campione che non c’è” , ma educare quel ragazzo ai veri e grandi valori della vita . E che vuol farlo non a parole ma con un progetto educativo chiaro e concreto. Sogno di arrivare entro il 2012 a definire il bollino di qualità e a certificare almeno 2 mila società sportive in Italia.
Proviamo a guardare indietro: 29 mesi alla guida del Csi. E’ tempo di tracciare un primo bilancio.
“Dare un voto al nostro lavoro sarebbe presuntuoso. Valutare quanto fatto è compito della base. Posso solo dire che abbiamo lavorato sodo, mi sembra dire che in due anni sia stato fatto veramente tanto. Il merito non è mio o della Presidenza ma dell’intera Associazione. Vorrei ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno lavorato con me. Gli devo molto”.
In rappresentanza degli Enti di Promozione sono invece 19 i mesi nella Giunta del Coni.
Di lavoro ne è stato fatto. Abbiamo approvato in soli 12 mesi il nuovo regolamento degli Enti di Promozione (per approvare il precedente erano serviti anni). I prossimi obiettivi sono modernizzare le Convenzioni tra Federazioni ed Enti di Promozione e costituire il primo osservatorio nazionale sullo sport per tutti. Devo ringraziare tutti gli Enti per il prezioso contributo che hanno dato. Per la prima volta gli enti stanno facendo davvero squadra. Per il resto l’esperienza in Giunta è veramente arricchente e devo ringraziare il Presidente Gianni Petrucci per avermi dato questa opportunità.
Un’agenda piena di idee. Quale la certezza più grande?
Sono due. Da un lato l’ispirazione cristiana, che da sempre e per sempre guiderà ogni passo dell’Associazione, dall’altro un popolo di volontari fatto di dirigenti, allenatori, animatori che a livello di volontariato capaci di fare miracoli. Sono loro la vera e grande forza del Csi. Auguri per il coraggio, presidente. Nel panorama di un associazionismo sportivo come quello italiano, così prudentemente ancorato ai moduli tradizionali, farsi portatore di una progettualità a tutto campo, per di più volendo farne “germe” di contagio, davvero non è cosa da poco.