8 marzo Csi: gli auguri rosei della Idem
8 marzo 2012 Il Csi festeggia tutte le donne impegnate nell'associazione. Gli auguri ci arrivano anche dalla forte canoista Josefa Idem, la campionessa ideale per ricordare la ricorrenza dal profumo di mimosa. La super "mamma" azzurra pagaia verso Londra 2012 dove sarà la prima atleta ad aver gareggiato in 8 Olimpiadi.
Una leggenda dello sport, 14 medaglie d'oro vinte tra Olimpiadi, Europei e Mondiali. Si è già qualificata per Londra 2012, dove diverrà la prima ed unica atleta ad aver partecipato ad 8 Olimpiadi consecutive. Josefa Idem è la campionessa ideale per ricordare sportivamente la festa delle donne.
Quale augurio senti di fare a tutte le sportive?
Il mio augurio alle ragazze del Csi ed a tutte le sportive in genere è di trovare sempre a loro supporto buone opportunità in ogni ambito: nell'ambiente di lavoro, in famiglia, nella scuola, nelle società sportive. E che vivano nello sport belle esperienze di vita. Anche una medaglia all'oratorio vale tanto.
Un consiglio come regalo?
Che continuino a fare sport. Fare sport significa sviluppare un ampia gamma di capacità motorie e cognitive. Chi fa sport ha una marcia in più, ha più benzina. I giovani, maschi e femmine che siano, con lo sport imparano a porsi dei limiti, a crearsi delle priorità, ad avere un metodo per affrontare la vita.
Per le atlete agoniste il problema di sempre è conciliare sport e famiglia. Come raggiungere un felice equilibrio?
Tutte le donne sono "acrobate" nel conciliare i propri impegni. Lo ripeto come fosse un inno alle donne. Le atlete si organizzano come fanno tutte le altre donne che lavorano. Anche io porto il figlio a scuola, poi corro al lago ad allenarmi, cerco di pranzare assieme al piccolo e quando posso lo vado a prendere a scuola e faccio i compiti con lui.
Come vivono i figli la carriera della mamma campionessa?
Normalmente. Hanno età diverse, 8 e 16 anni, si accorgono del lavoro straordinario che stiamo compiendo io e mio marito. Per loro sono e resto solo la mamma e basta. E' pur vero che in un'attività come la nostra, sempre tesa all'eccellenza, la disciplina e la determinazione sono virtù e valori che noi genitori pretendiamo da loro.
Sport maschilista e sport fattore di emancipazione della donna: le due tesi convivono. Secondo la tua esperienza, quanta verità c'è nell'una e nell'altra?
Nei ruoli dirigenziali la partecipazione femminile è pressoché inesistente. Nello sport praticato assistiamo ad un trend crescente e ne sono stati una bella prova gli ultimi Giochi del Mediterraneo a Pescara, dove le medaglie delle donne hanno superato quelle degli uomini ottenendo risultati più prestigiosi. Ma le donne sono restie ad assumere incarichi nell'ambiente sportivo. Invece farebbe bene anche agli uomini. Io sono per le quote rosa, ma temo non verranno mai promosse.
Lo sport femminile è in crescita numerica, tranne che nell'età della piena fertilità, tra i 15 e i 44 anni. È la maternità la causa di questo "vuoto"?
Non credo. Nella mia vita le medaglie più belle le ho avute in pancia e con il primogenito mi sono allenata fino al 4° mese, con il secondo ho smesso per tornare in barca al nono mese e subito dopo il parto. Ho allattato in entrambi i casi, sempre in un periodo preolimpico. E' stato bello vincere e vivere emozioni insieme a loro. Diventare madre non è un ostacolo, anche se esistono clausole contrattuali antimaternità, che vengono sottoscritte perché non si ha scampo altrimenti.
Come trascorre l'8 marzo Josefa Idem?
A Siviglia, allenandomi, con 4 sedute giornaliere.
Londra è vicina. In molti ti vedono come portabandiera. Cosa ne pensi?
Ne sarei onorata, ma deciderà il Coni. Ci sono tanti candidati. Bisogna vedere cosa si vuole enfatizzare con questa scelta. Vado a Londra per vincere ma sono sufficientemente matura per sapere che le vera medaglie sono altre nella vita. Il valore di una persona non passa attraverso i risultati sportivi. E' però bellissimo scoprire come si riesca a fare di più e meglio e superare i propri limiti. Sono le lezioni che lo sport ci insegna