-IL PUNTO- Un dono per i capitani coraggiosi

Alle parole del cardinale Dionigi Tettamanzi «Il capitano è grande quando fa grande la sua squadra», il PalaSharp di Milano, con oltre ottomila giovani provenienti da oratori e parrocchie, è esploso con un boato di approvazione. Il coraggio dei «capitani coraggiosi - ha proseguito il cardinale - è quello di essere diversi, alternativi, per mettere lo sport al servizio dell’uomo. Perché solo allora potrà diventare scuola e palestra di vita». Durante l’intera serata le parole, i riconoscimenti agli atleti, i canti e la festa corale, si sono mescolati sapientemente dando vita al Natale dello Sportivo 2007. Non è certo un fatto isolato. L’intera penisola è ricolma di occasioni per far incontrare le persone, per rinsaldare l’amicizia tra Chiesa e sport, per rilanciare messaggi positivi. Nessuno si scandalizza se la Chiesa, in questo tempo natalizio, diventa protagonista assoluta riunendo lo sport professionistico e di base. Oso pensare che i vescovi stiano offrendo, camuffando il messaggio con la magia del Natale, un dono allo sport. Si badi bene: offrono un dono, non un regalo. Mi sembra, infatti, che l’uomo d’oggi sia orientato a vivere lo scambio dei regali natalizi ma non a correre il pericolo di ricevere dei doni. Mentre il regalo sottolinea il legame con le cose, il dono, diversamente, sottolinea il legame con le persone. I regali sono costosi, mentre i doni non hanno prezzo. E nel dono emerge la forza dei valori e delle passioni, il rischio dell’osare al limite delle proprie forze, l’anelito al perfezionarsi, il coraggio di affidarsi ad un altro per migliorare, l’esporsi fisicamente manifestando le proprie grandezze e limiti. Sono un dono profetico anche le parole dette dal cardinale a quanti hanno responsabilità, ai capitani per l’appunto, affinché siano «diversi ed alternativi, per mettere lo sport al servizio dell’uomo». Diversi da chi usa lo sport per fini personali, da chi pratica violenza, da chi imbroglia pur di arrivare. Ed alternativi rispetto ad uno sport moderno che usa l’uomo anziché promuoverlo, che predilige le facili scorciatoie alla fatica dell’allenamento. Sono questi doni a riconciliarci con lo sport. A farci rinascere. A ridare speranza…