Il Csi sul decreto sanità del Governo
«Di fronte a quanto previsto dal Decreto sanità in materia di tutela della pratica sportiva, ci chiediamo chi dovrà sostenerne i costi. Ci saranno investimenti in questa direzione o la spesa ricadrà per intero sulle famiglie e sulle società sportive? Dalla risposta alla domanda dipende se il mondo dello sport di base farà un passo avanti oppure un passo indietro». È questo il preoccupato commento del presidente nazionale del CSI, Massimo Achini, circa gli effetti sullo sport del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri.
«In linea di principio - prosegue Achini - non si può non essere d’accordo con l’introduzione di visite mediche più accurate per tutti e la presenza di dispositivi automatici salvavita su ogni impianto di base. Non è chiaro, però, come si pensa di coprirne i costi».
Oggi lo sport di base svolge un ruolo straordinariamente importante in termini di tutela della salute di molti milioni di cittadini, e si possono certamente fare altri grandi passi avanti. Va però ricordato che attualmente il 55% del budget dello sport di base pesa sulle spalle delle famiglie, a fronte del 19% fornito da Stato e Amministrazioni locali. Per di più, queste percentuali non tengono conto dei tagli ai contributi allo sport resisi necessari per la crisi finanziaria in atto.
«Se le novità introdotte dal governo – afferma Achini - saranno adeguatamente finanziate avremo un miglioramento della qualità della pratica sportiva di base. Ma se tutto sarà lasciato sulle spalle delle famiglie e delle società sportive, è fondato il rischio che la pratica sportiva nel Paese diminuisca. Le società sportive di quartiere, di oratorio non possono più reggere altri costi perché veramente non ce la fanno più. Le famiglie ormai tesserano i loro ragazzi chiedendo sempre più spesso di rateizzare la piccola quota di iscrizione al gruppo sportivo. Immaginiamo cosa voglia dire per chi ha due o tre figli una visita medica specialistica».
«Lo scopo del decreto – è la conclusione del presidente CSI - è ridurre i costi della sanità nel paese. Le vere riforme non fanno solo spendere meno, ma anche spendere meglio. Per questo chiediamo di sapere se si prevedono investimenti a copertura di queste novità. In caso affermativo la promozione della salute dei cittadini attraverso lo sport farà un salto di qualità. Altrimenti si avrebbe un effetto contrario a quello auspicato, sarebbe una sorta di autogol. Ci attendiamo dal governo risposte chiare ed urgenti».