-IL PUNTO- La triste filosofia della rana nel pozzo

L’aver costretto, con una presa di posizione che non ha precedenti, papa Benedetto XVI a rinunciare alla prevista lezione in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico all’Università “La Sapienza” di Roma dà la misura di quanto questo Paese stia smarrendo in ogni sua piega l’arte del dialogo e della tolleranza. Al pontefice va tutta la solidarietà mia e del CSI per la meschinità di un’azione che gli ha impedito di parlare in un luogo, l’Università, che dovrebbe essere scuola in cui si insegna ai giovani a vivere la democrazia nel rispetto della multiculturalità, dell’incontro franco e aperto tra saperi differenti. C’è da sorprendersi fino ad un certo punto, però. Per chi non se ne fosse accorto, la nostra comunità nazionale sta sempre più assumendo il gusto negativo delle contrapposizioni forti e feroci, della rissa che sostituisce l’interscambio costruttivo, della negazione e dell’annichilimento di colui che la pensa diversamente. Il problema va ben oltre i campi della fede e della politica, ed investe ogni palestra della vita collettiva. Non ne va esente nemmeno l’associazionismo, che dovrebbe essere la cinghia di trasmissione tra società civile e istituzioni, luogo di cooperazione leale e serena tra quanti condividono una stessa missione, mentre invece sta diventando sempre più grande la fatica di cercare di percorrere un cammino comune. L’imbarbarimento dell’intolleranza, della rinuncia al dialogo, dell’arroccamento sulle proprie posizioni, mutuato da altri mondi culturali, mette radici anche qui, finendo con il fare perdere di vista che esiste un obiettivo prioritario che è quello del bene comune, in cui gli interessi particolari si diluiscono e trovano sintesi nell’orizzonte del vantaggio dell’intera collettività. Stiamo scivolando verso la filosofia della rana nel pozzo, la quale dal fondo in cui si trova vede appena uno spicchio di cielo e pensa che sia tutto il mondo esistente, giudicando ogni cosa secondo quel ridotto punto di vista. Stiamo diventando una comunità di tante rane in tanti pozzi: tutti a cantare la propria interpretazione della realtà, mentre l’autentica verità che ci sovrasta continua a sfuggirci.