Ad Assisi, il “Mondo” e gli oratori
Si è aperto Assisi 2012, il meeting del Csi che dal 7 al 9 dicembre abbraccia oltre 600 dirigenti arancioblu, giunti in Umbria da ogni parte della penisola e da ben 90 città italiane. Dopo il saluto del presidente nazionale, Massimo Achini e il tradizionale accompagnamento musicale del gruppo Juppiter, è toccato a don Alessio Albertini consulente ecclesiastico nazionale del CSI tradurre il primo monito di San Francesco, figura di riferimento del meeting, ancora oggi, per le donne e gli uomini dell’Associazione “Io ho fatto la mia parte, Cristo vi insegni a fare la vostra”.
“La figura di Francesco – ha spiegato poi don Albertini – è affascinante, ma è soprattutto il paradigma di un uomo vero, che ha cambiato la sua vita, e quella di tante altre persone, quando ha incontrato Dio e ha scelto di seguirlo totalmente”.
San Francesco aveva scelto la povertà, l’amore assoluto per Dio e per gli uomini. “Per questo – ha ricordato don Alessio – aveva detto ai suoi fratelli, in quella realtà da lui fondata perché si vivesse tutti insieme con intense relazioni nutrite dall’amore, di seguire una semplice regola. Che era questa: ‘Non amate voi stessi, ma amate tutti i volti che incontrate’. Un modo per ricordare che ogni uomo che si incontra è immagine di quel Creatore che ha sempre tanto a cuore l’uomo”.
Guardando a Francesco, e ammirandone lo sguardo così come ritratto dal Cimabue, don Albertini ha invitato tutti a meditare “sulla rinuncia di Francesco alla sua famiglia terrena per sposare quella del Vangelo. Per questo la parola di Francesco era gratuita, capace di iniziare sempre e comunque un dialogo, era vera”.
Le parole di Francesco, dal Cantico delle Creature a tutte le altre, erano buone. “E le parole buone – ha sottolineato don Albertini – sono un ponte gettato verso gli altri, la vera negazione di cose che distruggono e annichiliscono come le mine. Le parole buone sono quelle che può dire ogni donna e uomo del CSI creando relazioni con gli altri e promuovendo percorsi di maturazione, nella fede e nel solco del Vangelo, che coinvolgono davvero tutti”.
La parola è quindi passata a mister Emiliano Mondonico, neoambasciatore dello sport in oratorio. Un lungo confronto sui valori dello sport e della vita, sull’essere allenatore, genitore, volontario, uomo. “Ringrazio il Csi per questa grande opportunità. Essere ambasciatore dello sport in oratorio è più di un piacere. Ho allenato una vita in serie A, ma a 50 anni, forse troppo tardi, ho scoperto il gusto del volontariato, quello che con una pacca sulla spalla, ti gratifica. Ho cercato di rimediare; eccomi una volta a settimana all’oratorio di Lodi, ad insegnare calcio a bambini di 5 o 6 anni, ed ai loro genitori”.
Il “Mondo” racconta di come ha infatti affrontato l’invadenza dei genitori a bordo campo. La mossa tattica nel secondo tempo. Da fuori un continuo “passa, tira, torna, lancia!”. “A fine allenamento convocai tutti i papà in tuta e scarpa da ginnastica. Il sabato successivo erano in campo con i loro figli, a palleggiare, passarsi il pallone, a capire la fatica che si fa ad insegnare. Oggi quella squadra fila dritta, è tra le migliori del lodigiano ed ha molti di quei papà al seguito, come dirigenti, allenatori. Stile oratoriano doc”.
L’altro allenamento speciale è quello che il Mondo conduce una volta a settimana, da volontario, a persone con dipendenza da alcool, da internet, dal gioco d’azzardo, e da cocaina. Ogni settimana un allenamento tipo, che sorprende gli psicologi per partecipazione. Ogni settimana 10 nuovi elementi in campo, ma sempre con lo stesso risultato di trovarli reattivi fino al termine della partitella”.
Emiliano Mondonico spende l’intervallo con Nicola e Beatrice, due animatori del Csi Crema, con cui sul palco della Domus Pacis dialoga a lungo sul senso dei rispettivi ruoli. Quindi, nel suo ultimo gol della serata tutto l’amore per il calcio. “Chi gioca a pallone in serie A, vi assicuro lo fa per divertimento. L’immagine, il business subentra anni dopo. Quando si pensa all’apparire e non più all’essere. A voi dico: allenate i ragazzi al gioco, al divertimento. E’ bravo chi sbaglia di meno, siate sempre loro fratelli e non solo mister”.
In chiusura della prima giornata di Assisi 2012, il direttore generale della Lega Serie A di Calcio, Marco Brunelli, ha dato appuntamento all’associazione per fine dicembre. Prima di Natale verrà siglato l’accordo con il Csi, che farà nascere la Junior Tim Cup, il torneo per Under 14 con cui gli oratori entreranno sui campi di serie A e che vedrà la fase finale disputarsi come antipasto alla finale di Coppa Italia, che tradizione degli ultimi anni, si disputa all’Olimpico nello stadio della capitale.
“Lo sport è fondamentalmente emozione e sono qui ad Assisi per onorare una promessa, fatta 5 anni fa: allearsi con il mondo degli oratori e regalare un’iniziativa contagiosa. Questo è un accordo che serve moltissimo al calcio d’élite – ha sottolineato Brunelli - Il Csi è contagioso, ci avete contagiato. L’oratorio, come il Csi non ha bisogno di essere raccontato a nessuno. I suoi valori si conoscono tutti assai bene, qualcuno ci è passato, o ci è cresciuto, altri rimpiangono di non esserci passati. Abbiamo un contenitore, dove abbiamo messo dentro 16 città, quelle delle nostre 20 squadre. Direi che per cominciare non si poteva chiedere di più”.