Proprio cento anno fa, era il 27 settembre 1908, Papa Pio X salutava i ginnasti della FASCI, presenti a Roma per il Concorso Internazionale di Ginnastica e Sport. Difficile ritenere che a qualcuno possa interessare questa ricorrenza. La FASCI non esiste più e le Olimpiadi hanno assorbito ogni interesse mediatico sportivo. Nonostante ciò è saggio fermarsi un attimo e riprendere quell’antico discorso del Santo Padre. Sia per ricordare che la storia è maestra di vita, ma soprattutto per constatare come i richiami della Chiesa in ambito sportivo hanno sempre avuto il valore della profezia e la tragicità del restare lettera morta.
Ecco alcuni interessanti passaggi del discorso di Pio X.
“Faccio voti perché la vostra confederazione si estenda quanto è estesa la Chiesa Cattolica, sicché tutti siano uniti in un solo spirito e in un sol cuore e in una medesima azione.”
La presenza dei cattolici nel movimento sportivo certamente si è molto diffusa in questi anni ed anche la chiesa non ha mancato di creare uffici per la promozione ed il coordinamento. Ciò nonostante resta uno scandalo la divisione in tante associazioni che si rifanno agli stessi principi evangelici ma non sanno collaborare su progetti comuni al servizio dell’educazione delle giovani generazioni. E pensare che tantissime associazioni sono nate dopo che il Santo Padre ha auspicato  “un solo spirito e in un sol cuore e in una medesima azione”. Resta le speranza che l’anno paolino apra alcuni cuori e progetti.
“ Io vi lodo, vi ammiro e vi benedico, benedico tutti i vostri giochi ginnastici e i vostri esercizi, il podismo, l'alpinismo e altri di simile impegno …”. Lode, ammirazione e benedizione (inteso come dire bene) sono gli atteggiamenti auspicati per chi, sportivo, si accosta a discipline particolarmente impegnative. Tutto il contrario di chi affronta queste discipline con la scorciatoia del doping, del sotterfugio e della violenza.
“Vi raccomando dunque moderazione perché nei sollievi (dello sport) non dimentichiate i vostri studi, le vostre incombenze e i vostri lavori.” Certamente lo sport prelude a forti passioni ed emozioni, ma non esclude a gerarchie di valori. Anzi, alla luce dei soliti tristi fatti di cronaca sulle trasferte degli “ultrà” è lecito chiedersi se qualcuno ha mai educato questa gente a ritenere il lavoro, lo studio e le proprie incombenze come prioritari sulle passioni sportive. La domanda  potrebbe essere: ma c’è qualcuno che educa le tifoserie?
Ed ancora conclude Papa Pio X: “ Mi sanguina il cuore nel vedere specialmente i giovani non solo indifferenti dinanzi alle pratiche di pietà, ma anche dimentichi dei principi naturali …
.. Perché tutto questo male? Perché tutto questo disordine? Perché non si vuol tener conto della religione. Anche i pagani non sarebbero stati seguaci delle virtù naturali se non avessero seguito le pratiche della loro religione”. Pratica religiosa e principi naturali. Già cento anni fa erano temi per superare l’emergenza educativa che oggi andiamo proclamando solennemente.
Cento anni dopo non sembra siano cambiate molte cose. Forse un pochino peggiorate nel contesto sociale sportivo, questo si.
Resta una conclusione finale: per chi lo desidera, per chi uomo di sport e di buona volontà, c’è ancora molto spazio per impegnarsi. Sia per recuperare il tempo perso, come per ricordare che ai cattolici sono chiari i percorsi ed i traguardi di uno sport a dimensione umana.