Prevedere su quali linee si indirizzerà la politica sportiva nella prossima legislatura è, allo stato dei fatti, un’impresa impossibile. Difficile, in particolare, prevedere il dopo Melandri e che fine faranno il Ministero delle politiche giovanili e la proposta di legge sullo sport di cittadinanza. L’unica cosa chiara è che sul tappeto si affolla una quantità di questioni, e che chiunque si assuma la responsabilità di pilotare la barca governativa farebbe bene a non limitarsi a gestire il PIL, per pensare invece a definire un modello di sviluppo che consenta al paese di restituire un futuro ai suoi giovani. Ciò vale anche per il Centro Sportivo Italiano, che non può permettersi il lusso di sedersi ad attendere che il futuro si schiarisca da sé per poi decidere quale cammino intraprendere. Esso ha una propria missione educativa consolidata da perseguire a favore delle categorie giovanili, della scuola e della comunità ecclesiale. Il CSI deve guardare al futuro con attitudine dinamica e non statica, rispondendo alle esigenze di un contesto socio-culturale, sportivo ed ecclesiale che oggi impone scelte rapide, regole chiare, programmazione efficace, progettualità e grande pragmatismo. Di organizzazioni e associazioni dedite alla promozione dello sport oggi in Italia ve ne sono molte, alcune delle quali capaci di esprimere un importante livello tecnico. In tale affollato contesto il CSI ha il dovere di proporsi per il modo in cui persegue "il dovere dell’eccellenza", ovvero per l’alta impronta qualitativa che, anche sul piano etico, si sforza di conferire alle sue attività e alla vita delle sue società sportive. Il futuro perciò, quale che sia il contesto nazionale, non potrà che essere orientato a: promuovere programmi sportivi di qualità; promuoverli per quelle persone, soprattutto giovani, che gli altri trascurano; progettare e organizzare meglio degli altri; proporre, ad ogni livello, una cultura sportiva riumanizzata e riumanizzante. È facile dunque capire, da queste premesse, che la stagione assembleare che il CSI sta vivendo non deve ridursi ad una voluminosa raccolta di atti, piuttosto deve trasformarsi in un’occasione per individuare come rilanciare, nella concretezza e nella quotidianità, le prossime e fondamentali sfide educative.