Idem al Coni da ministra

''Non mi scordero' mai dell'ambiente da cui provengo''. Con queste parole la ministra dello Sport Josefa Idem ha esordito al Consiglio nazionale del Coni, di cui fino a pochi giorni fa faceva parte come consigliera.

''Mi piace essere chiamata ministra e che la parola 'sport' venga scritta con la 's' maiuscola, perche' e' qualita', stile di vita e parametro di civilta' dei popoli''. Con queste parole la ministra dello Sport Josefa Idem ha esordito al Consiglio nazionale del Coni, di cui fino a pochi giorni fa faceva parte come consigliera. ''Non mi scorderò mai del tema sport - assicura la Idem - Questo è il mio mondo e lo sarà per sempre. Mi piacerebbe che la parola 'sport' entrasse nella Costituzione''.

 

Di seguito il testo dell’intervento della Ministra al Coni:

 

E’ un’emozione vera essere qui in questa veste. Mi sento e sono ancora parte di questo mondo e come tale voglio che oggi mi accogliate.

Voglio partire con due note di linguaggio: mi piace e chiedo di essere chiamata Ministra, perché a partire dal linguaggio voglio ricordare che, in tutte le cose, il valore di avere lo sguardo di una donna e lo sguardo di un  uomo è ricchezza imprescindibile.

E poi mi piacerebbe che la parola sport fosse indicata con una bella S maiuscola. Perché lo Sport è stile di vita, è cultura, è strumento di salute e qualità della vita. Lo Sport è, non dobbiamo dimenticarlo, parametro di civiltà dei Popoli.  

Detto questo, la mia battaglia perché lo Sport abbia pieno diritto di cittadinanza, è nota a molti di voi.  

Ora, che ho il privilegio di ricoprire questo incarico, con umiltà e spirito di servizio, vi dico che questo Ministero vuole Essere, Dare e Avere.  L’importanza che Enrico Letta ha voluto riconoscere al mondo che è per me ancora la mia famiglia, sarà ripagato dalla mia determinazione sull’esercitare in pieno la delega che mi è stata affidata.

 

La Governance dello Sport è per me creare azioni complementari e sinergiche. Il CONI nelle sue funzioni, in particolare nel difficile compito di rappresentare un movimento agonistico e lo sport in tante altre declinazioni (da quella manageriale a quella tecnica), regala non solo una straordinaria immagine del nostro Paese, ma vive e opera attraverso la sua organizzazione e i suoi tesserati, come una parte fondamentale dell’Italia.  Dobbiamo saper lavorare insieme nel reciproco rispetto: nell’autonomia che vi è dovuta e il Ministero nei compiti ad esso assegnati. So che ci riusciremo!

 Sono tante le cose che mi piacerebbe fare, ma vanno stabilite delle priorità che ho già bene in mente. Su queste priorità chiedo tutta la vostra collaborazione di Cittadini e Cittadine e di uomini e donne di sport.

 Credo sia fondamentale che i nostri figli abbiano diritto di fare attività motoria e di farlo in luoghi sicuri.

 L’attività motoria nelle scuole primarie non può e non deve essere un “colpo di fortuna”, un lusso o una opportunità data da progetti occasionali. Noi dobbiamo arrivare a garantire ai nostri bambini e alle nostre bambine l’esperienza di crescita che lo Sport sa regalare: rispetto, solidarietà, formazione, integrazione, salute. Per una vera Cultura sportiva, oggi non ancora così diffusa e ramificata nel nostro Paese, non possiamo che partire dalle scuole e, in particolare, dalle scuole primarie.

 La Scuola è il luogo deputato per costruire questa cultura diffusa ed è lì, e solo lì, che raggiungiamo tutti. Sono certa che con la Ministra Carrozza troverò la disponibilità a lavorare insieme e sono convinta che il CONI sarà al mio fianco.

 Ci sono due passaggi importanti, immediatamente collegati a questo obiettivo. Dobbiamo garantire che persone preparate, i laureati in scienze motorie, siano le persone cui affidiamo questo compito. E questo compito va esercitato in luoghi sicuri e accessibili. Non possiamo più tollerare che degli atleti, amatori e agonisti, non possano accedere a palestre per colpa di barriere architettoniche. Nel 2013 questo non è più accettabile. Per me non esistono gli atleti e le atleti diversamente abili: esistono "gli atleti e le atlete".

 

Quando ho ricoperto il ruolo di assessore nella mia città, Ravenna, la prima cosa che ho fatto è stato lavorare per mettere in sicurezza le palestre e gli spazi pubblici nei quali si faceva sport. Oggi da Ministra credo che questo obiettivo sia tutto ancora da raggiungere e con i Sindaci voglio lavorare perché questo sia un obiettivo comune.

 Ancora un punto fondamentale. Abbiamo vuoti normativi che devono essere colmati. Mi riferisco non solo alla legge sugli stadi, ma al lavoro sportivo, a oggi inesistente sotto il profilo giuridico; a certezze per il finanziamento del Comitato Olimpico Nazionale: mi riferisco a una spinta e al sostegno di cui le realtà sportive hanno bisogno.

 Ci sono aspetti di cui dobbiamo assolutamente occuparci con contenuti che si orientino ai concetti di modernità e innovazione.

Credo sia anche ora che lo Stato Italiano dia un indirizzo a tutte le Regioni che oggi, giustamente, scrivono le loro Leggi regionali sullo sport. Credo dovremmo cominciare a parlare di una legge quadro che rispetti la loro autonomia e quella del CONI, ma che guidi i principi fondamentali di opportune e sane politiche per lo Sport.

E non ultimo, mi piace sognare che nel mio mandato, se vi saranno riforme alla nostra Carta Costituzionale, l’Italia inserisca nella Costituzione la parola Sport.

 Lo ammetto: ho tracciato tanti obiettivi. Il mio passato da atleta mi insegna che per conseguire un obiettivo occorre avere un metodo.

Oggi voglio soffermarmi soltanto su alcuni concetti che però ritengo fondamentali. Parlo di  “collaborazione e interazione”.

 E parlo di trasparenza, merito e competenza.

 Questi concetti renderanno sempre più forte il nostro messaggio e sempre più vicini i nostri obiettivi. Va da sé che questi saranno anche i miei criteri.

Non me ne abbiate: lungi da me voler fare un trattato filosofico, ma penso comunque che in questo momento di crisi con risvolti troppo volte drammatici sia proprio il mondo dello Sport che si debba fare interprete di valori dai quali non possiamo prescindere se vogliamo rilanciare il nostro Paese.

Non è più momento di interessi oppure vanità personali o di parte: l’unica nostra motivazione deve essere il bene della collettività.

Ve lo traduco: parlo di Onesta’. Onesta’ in funzione del bene comune.

 Per chi si aspetta “proclami”, dico che oggi non ho una ricetta, ma ho la mia visione dello Sport, ho passione e  dedizione al lavoro che sono proprio ciò che lo Sport mi ha insegnato. Questo oggi offro nel mio difficile  compito.

Voglio chiudere ricordando che non credo sia un caso che pari opportunità, sport e politiche giovanili siano tre temi che devono vivere in continua relazione con altri Ministeri e altre realtà. Ho fatto uno sport individuale, ma senza una grande squadra, non avrei mai vinto quello che ho vinto. E qui consentitemi di dire che da donna e da atleta so perfettamente quanto lavoro anche  il CONI debba fare in materia di pari opportunità. E quel lavoro va fatto.

Oggi, in questa occasione che è anche la mia prima uscita da Ministra, vi chiedo di fare “squadra” e mi permetto di chiedervi di porre al centro del vostro operato le Associazioni Sportive e gli Atleti e le Atlete. Sono loro la forza di un mondo che in Italia rappresenta con il volontariato, stili di vita, integrazione, lotta alle discriminazioni ed educazione del vivere insieme. Rappresenta anche economia, turismo, lavoro.

 Abbiamo tra le mani una risorsa formidabile e abbiamo il dovere di rendere questa risorsa strumento di qualità della vita, di cultura e di benessere psico-fisico.