LA GIOIA DELLA FEDE

In occasione della chiusura dell’anno della fede, il consulente ecclesiastico nazionale del Csi esorta gli uomini e le donne dell’associazione a diventare seminatori della gioia e competenti della gioia, perché esperti della gioia.

In occasione della chiusura dell’Anno della fede, il consulente ecclesiastico nazionale del Csi ha rivolto, in una nota, un bell’invito a tutti gli uomini e alle donne dell’associazione.

 

Per ogni cristiano, passato attraverso “la porta della fede”, l’incontro con il Vangelo si offre nuovamente come “possibilità dell’impossibile” come “reversibilità dell’irreversibile”. Grazie a Gesù risorto la vita sconfigge la morte, l’amore vince l’egoismo e ogni credente stupito esclama: “ Finalmente!… ma è proprio vero?!”. La fede nasce da questa capacità di meravigliarsi.

Gilbert K. Chesterton era solito dire che il mondo perirà non per mancanza di meraviglie ma per mancanza di meraviglia. Il credente è il depositario di questa notizia meravigliosa, che da senso a tutte le altre notizie , come la luce da colore e calore a tutte le cose che illumina.

Attraverso “la porta della fede” è stato possibile l’incontro con un Vivente capace di contagiare la vita di ogni credente. Come un seme che ancora attende lo spuntare dei primi germogli ma che già in sé racchiude la possibilità di vita nuova.

Una vita libera dalla tristezza, capace di amare gratuitamente contro ogni isolamento e chiusura, capace di liberare da ogni nuova forma di schiavitù dalla vita nuova del Signore risorto, entusiasta e appassionata del dono della vita stessa.

Contagiati usciamo dalla “porta della fede” perché inviati a contagiare di gioia la terra. Il credente è una persona che accetta di farsi invadere dalla gioia diventando canale di questa grazia. La gioia che gli è chiesta dal Signore risorto come fedeltà alla Pasqua, risulta essere sommamente preziosa per la sua testimonianza.

Il Risorto, come diceva Sant’Atanasio, “fa della vita dell’uomo una festa indistruttibile”.

Anche noi, uomini e donne del CSI, al termine di questo anno della fede siamo chiamati a diventare seminatori della gioia e competenti della gioia, perché ci siamo fatti esperti della gioia. Il nostro anelito alla felicità non è l’ombra di un sogno, ma una persona: Gesù Cristo, Figlio di Dio. E allora tutto ricomincia a muoversi diversamente.

Un uomo e una donna CSI gioiosi sono una persona che lotta contro l’ottusità dell’abitudine, che si fa un’anima nuova ogni giorno. E’ una persona destinata a restare sempre giovane, a conservare la freschezza del suo continuo mettersi in gioco per scrutare, con la sguardo mai avvizzito, gli orizzonti della rivelazione di Dio nella storia, che è  la vera rivoluzione a cui siamo chiamati.

Un uomo e una donna CSI capaci di fare del loro servizio un canto di gioia, disposti ad indicare una strada da percorrere e a gettare, come un seme tra le spine, in un’esistenza piena di prove e di sacrifici, nella certezza che il punto fermo che Gesù ci ha rivelato, l’amore di Dio, resterà sempre e in ogni caso, la stella polare dalla luce intensa, che segna la nostra rotta.

La gioia del credente è l’indice sempre puntato verso questa certezza. La gioia del testimone è presupposto convincente del perché di questa “lieta notizia” da regalare.