Da Assisi 2013 un milione di grazie

Nel capoluogo francescano il tradizionale meeting associativo si è aperto il 6 dicembre annunciando il 70ennio di fondazione del Csi. Le lacrime del portabandiera dell’anniversario associativo, un ragazzino di Calabria, quindi gli auguri di molti al Csi, un milione di grazie ed un amarcord suggestivo per ripercorrere le tappe dell’associazione nei vari decenni della sua vita

Il Csi torna ad Assisi per il dodicesimo Meeting associativo. Lo fa quest’anno in un clima ed in un luogo familiare per iniziare i festeggiamenti dei suoi 70 anni di vita, che si celebrano nel 2014. Tante storie, tanti sorrisi in un passato che rivive nel presente con uno sguardo al futuro.  Ad introdurre le celebrazioni dell’anniversario, in apertura, venerdì 6 dicembre, Michele Marchetti, direttore Area Welfare, che sul palco della Domus Pacis, ha ricordato alla platea – oltre 600 iscritti da 95 comitati di 19 regioni diverse - come questa edizione vorrà - nel segno dell’anniversario - ripercorrere gli anni addietro partendo dai momenti bui in cui c’erano “stelle ad illuminare gli sguardi. Stelle chiamata società sportive” fino ad arrivare ai campioni o ed ai giornalisti del mondo mediatico che oggi non possono non interagire con “quella gamba dello sport, il Csi capace sempre di coniugare volto e anima , passione e concretezza, ideali e azioni”. La storia del Csi è infatti esperienza di fede e storie di vita. “Credere e agire, credere nell’uomo e agire per tutti, specialmente i piccoli” ribadisce Marchetti, il primo ad Assisi 2013 a fare gli auguri ad un Csi festoso, che ha concluso il suo discorso ricordando come sempre “Il Csi abbia rappresentato quella parte di credenti che Papa Francesco definisce Chiesa in uscita, perché anche il Csi è comunità di discepoli missionari, che prendono l’iniziativa, che accompagnano, fruttificano e festeggiano”.

Ritmato dagli intervalli musicali e dai cori del gruppo Juppiter, guidato da Salvatore Regoli “Chiesa Ridens, homo ludens: alle sorgenti della gioia cristiana” é il titolo dell’intervento pomeridiano del consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini, incentrato sulla gioia e sul sorriso dell'esperienza cristiana nel Csi. “Troppi cristiani– ha esordito il sacerdote lombardo - davanti alla notizia che ha cambiato la vita di tantissime persone, quella della resurrezione di Cristo, si comportano come un salice piangente. Talvolta noi regaliamo tristezza, come dice Papa Francesco ‘cristiani con uno stile di Quaresima senza Pasqua’. Allora, mutuandola dal salmo di David, affinchè “la nostra bocca si apra al sorriso e la nostra lingua si sciolga in canti di gioia” ecco 8 motivi per cui vale la pena sorridere, 8 ingredienti per cui uomini e donne del Csi debbano presentarsi a fare ciò che sanno fare sorridendo:

Il sorriso evangelizza mostra la fede in Dio,

Il sorriso insegna l'umiltà.

Il sorriso é relazione con Dio

Il sorriso é accoglienza

il sorriso sana

il sorriso favorisce la relazione umana

il sorriso apre la mente

il sorriso é la possibilità di aprirci al futuro,

Dunque il bello deve ancora venire per un Csi ricco della ricchezza di 70anni.

Il ricco monologo di don Alessio Albertini, articolato fra citazioni ed ilarità, si chiude con due immagini di Assisi:  la crocefissione del ladrone nell’abside dietro la Porziuncola. “Al centro non c'è Gesù ma c'è il ladrone con San Francesco – spiega don Alessio - a voler significare che il primo ad entrare in Paradiso è stato un peccatore incallito”. La seconda immagine, nella Basilica di San Francesco, nella cappella di Maria Maddalena, ove è raffigurata la scena in cui la Maddalena riconosce Gesù e vorrebbe abbracciarlo e Gesù sembra dirle ‘non mi toccare perché io devo ancora salire al Padre mio’. “Ovvero – la chiosa di don Alessio - non è rimanendo attaccati al passato che si può pensare di migliorare il nostro agire a quello che sono stato, ma avendo il coraggio di seguire e per questa ragione sorridere. In conclusione la preghiera di un clown che ringrazia il Signore esortandolo in ultimo a donargli “qualcuno in questo mondo capace di far ridere me quanto io loro”.

C’è quindi la serata da vivere ad Assisi, che si apre con  un inno alla gioia e le lacrime di Giuseppe Iervasi, giovanissimo capitano della Etica Libera Don Milani, società del Csi Reggio Calabria, che tra mille difficoltà sta ricercando lo spazio per potersi allenare sul proprio campo di gioco. Piange di cuore, commosso dall’affetto del Csi, un ragazzo di Calabria che si emoziona per essere stato scelto tra un milione di tesserati come portabandiera del settantesimo anniversario di nascita del Csi.
C’ è poi il ricordo di Nelson Mandela, il padre degli Springbox, seminatore di riconciliazione, comprensione e generosità.

Quindi è il commendatore Filippo Dragotto, storico dirigente del Csi, in un videomessaggio, a salutare amici ed  amiche del Csi, plaudendo al ritorno negli oratori come utile elemento per educare i giovani.

Infine  è il momento di un denso spettacolo teatrale, memoria e tesoro della storia arancioblu. Un toccante amarcord di cosa era l’Italia e il Csi, fra immagini, suggestioni, letture e danze. Davvero grandi emozioni in un sogno coreografico che annuncia i 70 anni. Questo anniversario che, a detta del presidente Achini, per scelta non vuole essere solo ricorrenza, non solo candeline da spegnere,  ma una grande opportunità nel mondo della società sportiva ecclesiastica  e civile per avere una rinnovata e travolgente forza educativa.

 

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Da Assisi 2013 un milione di grazie

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