Come era nelle previsioni, la formazione del nuovo governo ha cancellato il Ministero dello sport, affidandone la delega all’on. Rocco Crimi, neo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Riportare la competenza della vigilanza sullo sport in seno alla Presidenza del Consiglio costituisce un ritorno all’antico, una soluzione già adottata da tanti governi del passato. Certo, non siamo più negli anni Settanta e Ottanta: sul tappeto lo sport italiano ha un bel po’ di problemi irrisolti, a cominciare da quel riconoscimento dello sport di cittadinanza avviato dall’ex ministro Melandri. Cosa succederà adesso non è dato sapere, non essendoci notizie precise sul programma del governo Berlusconi in materia. Rocco Crimi è noto per essere uno stimato farmacologo, che si è segnalato in campo sportivo per l’impegno nella lotta al doping. Attendiamo con fiducia di conoscere il suo pensiero sulle diverse tematiche, in particolare sulle questioni che investono il settore della promozione sportiva, il diritto dei cittadini alla pratica sportiva, la funzione sociale dello sport. Nel frattempo gli formuliamo i più vivi auguri di buon lavoro, assicurando la collaborazione del CSI per qualunque iniziativa contribuisca a sviluppare la diffusione dell’attività sportiva in Italia, in particolare tra i giovani. La cancellazione del Ministero dello sport ha comportato la separazione della competenza sportiva da quella delle politiche giovanili, che è rimasta affidata a un Ministero specifico, ora guidato da una giovanissima ministro, l’on. Giorgia Meloni, alla quale anche indirizziamo i migliori auguri di buon lavoro. La nostra speranza è che nonostante le due competenze - sport e politiche giovanili - siano affidate a due figure istituzionali distinte, invece di essere riunite nelle mani di un’unica persona, come è stato nella passata legislatura, vi sia tra i due comparti una stretta cooperazione, perché lo sport è e resta il più efficace strumento di politiche giovanili finalizzate allo sviluppo educativo e alla prevenzione del disagio tra i minori. Le formule istituzionali e la distribuzione delle competenze sono alla fine questioni molto meno rilevanti del dato sociale che al CSI sta a cuore sia risolto: fare dello sport un efficace strumento per superare l’emergenza educativa giovanile e restituire ad ogni ragazzo orizzonti di vita più certi e sereni.