Famiglia Cristiana in edicola questa settimana ha chiesto un commento, alla vigilia del campionato europeo di calcio, al Presidente del Centro Sportivo Italiano, Edio Costantini, sulla sempre maggiore separazione fra mondo del calcio e mondo reale, alla luce delle cifre di recenti contratti di ingaggio di giocatori e allenatori.
Famiglia Cristiana in edicola questa settimana  ha chiesto un commento, alla vigilia del campionato europeo di calcio, al Presidente del Centro Sportivo Italiano, Edio Costantini, sulla sempre maggiore separazione fra mondo del calcio e mondo reale, alla luce delle cifre di recenti contratti di ingaggio di giocatori e allenatori.
 
"Tra Mancini e Mourinho, l'Inter spenderà  quanto nella scorsa legislatura è stato messo a disposizione dello sport di cittadinanza, dopo molte discussioni e resistenze, per il triennio 2008-2010", afferma Costantini. "Il calcio sembra godere di una sorta di franchigia critica, che neanche scandali e scandaletti riescono a scalfire, se non superficialmente. È evidente che non c’è nulla di etico in questo modo di spendere i milioni. D’accordo, il calcio è industria e spettacolo, ma industria o no i conti con l’etica dovrebbe farli", continua. "I presidenti dei grandi club dovrebbero fare mente locale e riflettere molto. Nessuno vuole demonizzare loro e il loro sport-spettacolo, che ha comunque una sua funzione sociale, visto che resta un fenomeno che appassiona gran parte del nostro Paese. L’etica dello sport non è, come a molti piace credere, solo una questione di fair-play in campo, di stringersi la mano a fine partita. È, o dovrebbe essere, anche interrogarsi sulla giustezza del contributo educativo e sociale che si fornisce alla collettività attraverso la propria condotta. In un Paese come il nostro, in cui non si riesce ad affermare il dovere di una politica pubblica che promuova la pratica sportiva giovanile ed educativa, delegandola all’associazionismo di volontariato, una riflessione del genere sarebbe davvero opportuna".