Ad Haiti per un Csi senza confini
In questa settimana d'inizio aprile il presidente nazionale Massimo Achini sarà ad Haiti. Si tratta del quarto viaggio in tre anni in questo paese dove le condizioni di vita sono davvero difficili.
"Torno ancora una volta ad Haiti perché il Csi per Haiti continui a crescere ed a essere un’ esperienza che ha sorpreso anche noi stessi. In questa settimana formeremo altri 70 allenatori haitiani ( diventeranno così più di 250 quelli che hanno l’abilitazione Csi ; incontrerò il Presidente della Repubblica haitiana per ragionare sulla seconda edizione della Giornata nazionale dello sport; faremo il primo seminario di pastorale dello sport nel seminario diocesano di Port au Prince (200 seminaristi); cercheremo di aprire le attività del csi anche in altre zone del paese fuori dalla capitale; getteremo le basi per l’arrivo, questa estate, di circa 40 volontari del Csi che resteranno ad Haiti tre settimane"
Tutto questo è reso possibile grazie al sostegno e alla passione educativa di tantissime società sportive del Csi che hanno sostenuto e continuano a sostenere il progetto Csi per Haiti.
Un immenso grazie va all’Azione cattolica, a partire dal suo presidente Franco Miano, perché quest’ anno hanno scelto di sostenere il progetto Csi per Haiti come progetto di solidarietà di tutta l’Azione Cattolica.
"Il nostro impegno – prosegue Achini - non si ferma ad Haiti. Contiamo a lavorare per un Csi senza confini, capace di aprire comitati in tanti paesi in via di sviluppo. Prima dell’estate andrò personalmente in Albania dove i nostri comitati hanno fatto un lavoro straordinario e dove il Csi albanese è già una solida realtà. Senza dimenticare le tante esperienze che abbiamo in Africa e in altri paesi dell’America Latina."
Achini non tornerà solo da Haiti. In Italia arriverà anche un allenatore del Csi haitiano che svolgerà uno stage di formazione di 2 settimane presso una nostra società sportiva, accolto dalla comunità dell’oratorio e ospitato dalle famiglie.
Haiti é protagonista infine anche nella Clericus Cup. Sui campi dell’Oratorio San Pietro, hanno passato il turno quattro preti caraibici, il capitano e bomber del Sedes Sapientiae, rispettivamente don Rickey-Yto Thelus e Jesus Mirvil con Johnny Joseph e Romuald Frejuste del Seminario Romano Maggiore. Nello stesso girone è stata una festa per loro incontrarsi sotto il Cupolone e insieme hanno voluto ringraziare l’associazione per l’operato in Haiti. “Il Csi per Haiti é un’iniziativa che porta speranza nei ragazzi e nei giovani di Haiti– ha detto don Thelus - Lo sport è fonte di sviluppo umano. Il Csi sta dando molto ad Haiti. Dopo il terremoto c’era rimasto poco e il calcio e il palone in generale è veramente importante. Portare amore per lo sport ai nostri ragazzi di Haiti è un gran dono. Spero che con questo potremo superare questo dramma terribile, che abbiamo vissuto. Sogniamo una nuova Haiti e dico grazie al Csi”.
Mirvil sarà in estate ad Haiti e si prenota per la Giornata dello Sport. “So che un anno fa allo stadio Silvio Cator, c’è stata una grande festa di sport con il Csi e sarò felice di parteciparvi insieme al Csi. Porterò la mia maglia biancorossa con la scritta ‘Il mio capitano è Papa Francesco’. Sappiamo che lo sport porta sviluppo e proseguiremo a pregare per il futuro del paese.”
Frejuste si candida invece per essere d’aiuto in Italia. “Sono davvero contento di tutto quanto il Csi sta facendo. Siamo disponibili a collaborare con i volontari italiani in qualsiasi iniziativa formativa, incontro in Italia e nel nostro Paese. Se potessi venire anch’io in estate non sarebbe affatto male. Ma ho gli esami in seminario…”
Una cosa in comune per i sacerdoti e seminaristi haitiani alla Clericus, oltre la passione per il calcio, è la città di origine: Ville Bonheur, la “città della felicità”, quella che con costanza ed impegno il Csi sta da anni cercando di portare nell’isola e oltre.