Betlemme-Gerusalemme: corre la pace
Circa duecento atleti pellegrini hanno allacciato Betlemme a Gerusalemme, superando il check point. Insieme ebrei, cristiani, arabi, hanno percorso i 12 km della maratona
E' il 25 aprile. Il Nunzio Apostolico in Terra Santa, Mons. Antonio Franco accende quella fiaccola della pace, benedetta in udienza da Papa Benedetto XVI, che oggi, nel corso della quarta edizione della maratona, intitolata al suo predecessore Giovanni Paolo II, passera' di mano in mano tra persone di ogni credo e di ogni nazionalita'. Corre la pace in Terra Santa. C' e' un bimbo di 5 anni a tirare il gruppo, piu' dietro alcuni over 70. Ci sono 40 sportivi modenesi a darsi il cambio, 8 calciatori della Clericus Cup ad affermare un carattere piu' internazionale all'evento. Vengono da Croazia, Ecuador, Haiti, Messico, Slovacchia e Stati Uniti. C'e' l'ex pallavolista Andrea Zorzi ma non correra' per un problema al ginocchio, con lui l' amico di sempre Roberto Masciarelli. Corrono le colombe della pace, attraversano il check point, quel muro eretto dagli israeliani nel 2004, dopo l' ultima intifada. Fluiscono soprattutto le parole del Papa, "mi unisco idealmente a voi, auspicando una pace stabile in Terra Santa, in Medio Oriente ed in tutto il mondo" pronunciate per bocca di mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. "Apprezzo vivamente- prosegue il messaggio del Santo Padre - questa iniziativa che esalta i valori dello sport a sevizio della pace e pone in luce l'importanza della comune preghiera per contribuire all'intesa dei popoli". Immancabile Padre Ibrahim Falta, parroco di Gerusalemme, con lui c'e' padre Pierbattista Pizzaballa, custode della Terra Santa, mons. Andreatta ed Edio Costantini, rispettivamente amm. delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi e presidente del Centro Sportivo Italiano promotori della maratona. Paola Saluzzi, madrina dell'evento, alla sua terza maratona-pellegrinaggio, ricorda i malati al Caritas Baby Hospital, e all' Istituto Effetà Paolo VI'? che si occupa della riabilitazione dei bambini sordomuti.Tanti passi fatti insieme, in una giornata di dialogo, di avvicinamento, di libertଠquali solo lo sport sa regalare. Non ci sono risultati cronometrici, il tempo accomuna ognuno dei partecipanti. E come ogni anno, in una manifestazione ricca di significati simbolici, resta il transito del check point il momento piu' emozionante, tra abbracci sinceri, grida di pace, ramoscelli di olivo, armi riposte per una stretta di mano. Lo sport puo' unire i popoli. Nessun divieto di accesso. Corre la pace. Almeno ieri.