È non profit lo sport che cresce

Aumenta il numero dei praticanti sportivi, ma restano alte le cifre della sedentarietà. Non profit e volontariato sportivo, entrambi in sensibile ascesa, elementi chiave per cambiare marcia
A confermarlo due ricerche di Coni e Istat

Fare crescere la percentuale di cittadini dediti alla pratica motoria e sportiva, lavorando all’obiettivo tutti insieme, costituisce per lo sport italiano “l’oro più bello e significativo” da conquistare. L’affermazione è arrivata dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, a margine della presentazione dello studio “Lo sport in Italia. Numeri e contesto”, realizzato dal Comitato Olimpico in collaborazione con l’Istat, e del rapporto “Il non profit nello sport” curato dall’Istituto di Statistica. Un doppio materiale di riflessione, in grado di fare il punto sullo stato di salute del movimento sportivo italiano, in attesa di una specifica indagine campionaria su tempo libero e sport che l’Istat condurrà nel 2015.

Chi pensava che la pratica motorio-sportiva attraversasse una fase di stagnazione, o addirittura di recessione, si sbagliava. Dal 1999 al 2013 l’aumento percentuale di praticanti tra la popolazione è stato del 2.5%, il 3.2% se si considerano solo i praticanti continuativi. Questi ultimi costituiscono il 30% della popolazione, numero che però perde di efficacia se rapportato al 42% di cittadini totalmente sedentari, dato che fa comprendere al meglio la frase di Malagò. Permangono poi, quanto a diffusione dello sport,  gli squilibri tra Nord, Centro e Sud, con il Mezzogiorno ben al di sotto della media nazionale. Si conferma il nesso tra praticanti e titolo di studio: quanto più è alto il livello di istruzione più ci si dedica alle attività motorie e sportive. Quanto incida il fattore culturale o ambientale lo conferma un altro dato: nelle famiglie in cui entrambi i genitori sono sportivi, la quota di figli praticanti sale al 79.1%, più del doppio della media nazionale. Infine, il gap tra i sessi diminuisce ma è ben lontano dall’annullarsi, ed anche questa forse è la conseguenza di un fattore culturale.        

Importanti, per una valutazione del “peso” che l’associazionismo sportivo ha all’interno della società italiana, le informazioni scaturite dal rapporto su “Il non profit nello sport”. Dal 1999 al 2011 il non profit sportivo è cresciuto del 63.0%, passando da 56.955 a 92.838 realtà. Il suo volontariato è cresciuto dell’84.6%; oggi i volontari dello sport non profit sono oltre 1 milione e 051 mila. Grazie al trend di crescita, oggi le istituzioni sportive costituiscono il settore più ampio del non profit italiano, pari al 30,8% delle istituzioni non profit censite dall’Istat. “Si tratta – precisa l’Istituto statistico - di istituzioni giovani, fortemente specializzate, radicate nel territorio, di piccole dimensioni e orientate in primo luogo al soddisfacimento dei bisogni dei propri soci”. Tra quei bisogni ci sono quelli di persone con specifici disagi. Le istituzioni sportive non profit dedite a fornire servizi a soggetti svantaggiati rappresentano il 13.6% di tutto il non profit che eroga servizi in tale settore.

L’importanza del non profit sportivo si evidenzia anche sotto il profilo economico, come area di occupazione: se nel 1999 i lavoratori retribuiti erano poco più di 21 mila, nel 2011 erano oltre 88 mila, con prevalenza di forme di lavoro flessibile (l’85% collaboratori coordinati e continuativi). Si confermano così le stime dalle istituzioni europee, che individuano nel non profit sportivo un’area in grado di creare posti di lavoro anche in epoca di recessione.

In attesa che la promessa indagine campionaria del 2015 disegni un identikit ancora più preciso e dettagliato del non profit sportivo, questo primo “assaggio” di ricerca assume comunque un significato importante: finora le varie indagini sul non profit e sul volontariato in Italia lasciavano in secondo piano, o tralasciavano del tutto, il settore votato allo sport, quasi lo sport non fosse “vero” e “degno” soggetto del non profit. Anche se i numeri indicavano trattarsi di un soggetto primario. Che ora lo affermi l’Istat fa sperare in un cambio di prospettiva.

 

I numeri del non profit sportivo:

30.8%: la quota all’interno del non profit italiano 

92.838 le realtà operanti sul territorio nazionale

8,6 milioni le persone fisiche affiliate

1 milione e 051 mila i volontari impegnati

23.7% la percentuale dei volontari under 30

88 mila i lavoratori retribuiti

6.800 le realtà al servizio di persone con disagi