Truffelli: "Aci - Csi formidabile coppia d'attacco"
Presidente, si può dire che abbia iniziato il mandato con la partecipazione a quell'evento. Se ne può trarre l'auspicio di una rinnovata vicinanza, di cammino oltre che di missione, tra le due associazioni?
Certamente! Ci uniscono non solo le comuni radici storiche, ma soprattutto la passione condivisa per la formazione delle persone, in particolare dei giovani, dei ragazzi e dei bambini, ma anche degli adulti. Pur nella diversità e per certi versi complementarietà delle esperienze educative che proponiamo, tanto Azione Cattolica quanto Csi hanno a cuore il desiderio di aiutare tante persone, tante famiglie, tante comunità a fare esperienza di una vita buona, di una vita ricca di senso. Per questo non posso che essere convinto e fiducioso circa la possibilità di crescere nella collaborazione reciproca e nell'intreccio delle strade che stiamo percorrendo.
Ampliando l'orizzonte, quale ritiene siano il compito e la responsabilità primari dell'associazionismo cattolico nell'attuale difficile momento storico del paese?
Sono tante le risorse che possiamo e quindi dobbiamo mettere a disposizione del nostro Paese. Innanzitutto, molto semplicemente, il grande valore rappresentato dall'essere associazione, essere cioè luoghi in cui le persone imparano la bellezza e la necessità del costruire insieme, del ragionare in modo plurale e corresponsabile anche grazie a forme e principi condivisi. In un tempo ampiamente solcato da quella che Papa Francesco ha chiamato la «tristezza individualista», c'è un grande bisogno di rafforzare quelle forme di impegno comune, capaci di tenere insieme invece che dividere: l’Italia ha bisogno di elementi di coesione, di solidarietà, di condivisione delle fatiche e delle responsabilità invece che di lacerazioni e particolarismi. Così come c'è tanto bisogno di un altro elemento capace di essere fermento vitale per la società, ossia la gratuità: a volte, forse, sottovalutiamo l'importanza sociale, culturale ed educativa dell’impegno di tante persone che si spendono a servizio degli altri nella assoluta gratuità. Infine, credo non si possa non ricordare l'importanza del principale tra i nostri compiti, ossia un impegno serio, responsabile, generoso in campo educativo.
Con quali programmi si accinge a portare avanti il suo mandato di
presidente nazionale dell'A.C. ?
Potrei rispondere che, in un
certo senso, non c'è bisogno di grandi programmi, non ci sono grandi scelte da
fare: il primo e fondamentale compito dell'Azione Cattolica è sempre stato e continuerà ad essere quello stesso della
Chiesa tutta: l’impegno per l’evangelizzazione. Vogliamo continuare ad assumere
in maniera responsabile e propositiva questo compito, accompagnando sempre più
persone a scoprire nella loro vita i segni dell’amore del Signore e
sostenendoli nella chiamata a farsi testimoni di questo amore. Ciò naturalmente
implica la necessità di fare i conti con il contesto culturale, economico, sociale
e anche ecclesiale nel quale ci troviamo, quindi implica la necessità di
leggere in profondità il nostro tempo per cogliere il modo con cui andare
incontro alle speranze, alle fatiche e alle attese di bene delle persone.
Ac e Csi sono entrambi molto impegnati, ciascuno con le proprie
attitudini, sul fronte della sfida educativa. Quale efficacia attribuisce allo
sport come esperienza educativa, in particolare nelle parrocchie e negli
oratori?
Penso che lo sport abbia di per
sé una fortissima valenza educativa, perché forma alla consapevolezza di sé, al
rispetto dell'altro, alla collaborazione, alla costanza e all'autodisciplina,
alla fatica buona, alla vita di relazione, anche all'importanza della
corporeità. Tutti elementi che hanno un ruolo fondamentale nella crescita
umana, spirituale e relazionale della persona, quindi anche nella formazione di
coscienze libere e responsabili, condizione indispensabile per un'autentica
educazione alla vita di fede.
Ha incontrato di recente il presidente Achini. Cosa pensa del Csi di
oggi?
Innanzitutto ci tengo a
ringraziare il Presidente per la cordialità e la sincerità dello scambio di
idee e proposte che abbiamo avuto, in un clima di grande sintonia e di comune
desiderio di collaborazione. Credo che il Csi oggi rappresenti un patrimonio
grande per la nostra Chiesa e per il nostro Paese, perché è capace di
raggiungere e coinvolgere tantissime persone, soprattutto in età giovanile,
offrendo loro la possibilità di crescere e maturare attraverso un'esperienza
bella, sana e ricca di valori.
Come presidente dell'A.C., che resta l'organizzazione guida
dell'associazionismo cattolico italiano, cosa chiederebbe al Csi di oggi e
dell'immediato futuro?
Non è facile esprimere
un’opinione da "esterno". Ma se proprio devo, potrei dire, volendo
usare una metafora sportiva, che chiederei al Csi di fare uno scatto in avanti,
o di dare un colpo di reni per acquisire sempre più consapevolezza del fatto
che, per sua natura, il Csi rappresenta per tante persone uno dei primi e più immediati
volti della passione educativa della Chiesa con cui si ha occasione di entrare
in contatto: una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità. Abbiamo
visto dopo i recenti veleni calcistici della domenica che da risorsa educativa lo
sport può talvolta divenire fattore diseducativo. Chiaramente ciò è legato alla
commercializzazione di un fenomeno che dovrebbe essere solo passione o
desiderio di relazione con gli altri. A volte la medaglia mostra il suo lato
peggiore. Al Csi spetta anche il compito di orientarla correttamente e far
risplendere i valori più veri e sani che appartengono allo sport.
Tra i convocati ad Assisi per il tradizionale meeting ciessino di
dicembre figura anche lei. Ci sarà?
Con molto entusiasmo, perché ho
desiderio di collaborare. Farò il possibile per esserci, mi farebbe molto
piacere confrontarmi con i dirigenti del Csi. Se non sarà ad Assisi sarà magari
in un’altra occasione, ma ci tengo moltissimo. Intanto abbiamo in cantiere di
incontrarci, con Achini e con i membri delle rispettive presidenze nazionali.
Due belle squadre che giocano la medesima partita a favore dell’educazione e
dell’evangelizzazione.