-IL PUNTO- Fare squadra per quei 6 milioni di sportivi

Stare insieme costa fatica, ma è l’unica strada possibile. Questo, in estrema sintesi, è il messaggio che ho rivolto, quando ci siamo incontrati nei giorni scorsi, ai presidenti dei 12 Enti di promozione sportiva riconosciuti a livello nazionale. Non dobbiamo nasconderci dietro ad un dito: gli Enti costituiscono realtà differenti tra loro per impostazione, modelli organizzativi, riferimenti culturali e politici. Tutti però propongono un modello sportivo “diverso” da quello tradizionale e fortemente improntato al ruolo sociale dello sport. A guardare i numeri, il sistema degli Enti di Promozione costituisce un patrimonio tutt’altro che insignificante. Se è vero che il «contarci» rappresenta un annoso problema storico, è altrettanto vero che gli ultimi dati «indipendenti» indicano in circa 6 milioni i cittadini che praticano attività in una di queste associazioni. Come mai una realtà così grande riesce a incidere così poco nel sistema sportivo italiano? Come mai, nei fatti, tanti continuano a considerarci (a torto) una realtà di serie B ? Guardando negli occhi questi interrogativi si finisce inevitabilmente per arrivare ad un bivio, di fronte al quale occorre avere il coraggio di scegliere quale strada imboccare. Possiamo decidere di continuare a camminare da “separati”, discutendo su come dividere i contributi che il Coni ci assegna; a litigare per “rubarci” tesserati o società sportive; a guardarci con diffidenza e sospetto. Percorrendo questa strada continueremmo a vivere una «guerra tra poveri» ed a incidere poco nelle grandi scelte del sistema sportivo. Possiamo, al contrario, scegliere di «fare squadra», di portare avanti insieme grandi battaglie a favore dello sport di base, imparando a conoscerci, a confrontarci, a lavorare insieme, pur senza nascondere le difficoltà che questo cammino comporta. La sensazione è che sia l’unica via possibile per raggiungere grandi obiettivi. I tempi sono maturi. Dalla riunione con i 12 presidenti è emersa la volontà concreta e determinata di provare ad aprire una nuova stagione nei rapporti tra noi. Non so se funzionerà, posso solo dire che la determinazione e l’entusiasmo di tutti esiste veramente. In tante realtà provinciali il «lavoro di squadra» tra gli Enti è una realtà collaudata, in altre vive un rapporto difficile e faticoso. Per l’immediato futuro immagino un Csi che si faccia promotore, in ogni territorio, di incontri per rafforzare o ricostruire la collaborazione tra gli Enti. Sarà faticoso, ma credo ne valga la pena.