7 dicembre 2014

Achini: “Giochiamo all’attacco”

“Il Csi ha la forza giusta per riparare il mondo dello sport”

Assisi 2014 si è chiusa con l’intervento del presidente nazionale, che nell’indicare la strada, ha tratto spunto dalla frase di Papa Bergoglio e dal carattere umile e semplice di San Francesco

Concluso nella mattinata di domenica 7 dicembre il tredicesimo meeting associativo del CSI. Dopo la preghiera introduttiva del consulente ecclesiastico nazionale Don Alessio Albertini, Marco Spaggiari, cantante della band Controtempo, ha regalato alla platea di Assisi il brano "Grazie".   

Successivamente Michele Marchetti ha introdotto il cantiere del 2015 arancioblu, presentando le iniziative del prossimo anno insieme al vice-presidente nazionale Vittorio Bosio, al consulente ecclesiastico Don Alessio Albertini e Beppe Basso del team formazione nazionale. 

Diverse iniziative e progetti che vedranno il Csi protagonista a partire dalla "24 ore di idee per lo sport", un contenitore di idee e proposte per lo sport di oggi e domani in programma a Milano il 31 gennaio 2015. Parola a Don Alessio Albertini che ha illustrato il ciclo di incontri formativi "70 parole per 70 anni", un laboratorio di pensiero rivolto ad allenatori, educatori e dirigenti Csi. Un percorso formativo di riflessione che avrà inizio a Roma il 6 e 7 marzo 2015 e che proseguirà in diversi incontri (18 aprile, 6 giugno, 19 settembre e 31 gennaio 2016).

Lo stesso Don Alessio ha poi proposto un pellegrinaggio in Terra Santa dal 22 al 29 luglio 2015 con un itinerario alla scoperta dei luoghi in cui ha vissuto Gesù. Le partenze saranno da Roma e Milano. 

Spazio poi all'attività sportiva con il vice-presidente nazionale Vittorio Bosio che ha evidenziato l'importanza dei progetti sportivi di attività giovanile: "La Junior TIM Cup, Gazzetta Cup, Danone Nations Cup - ha sottolineato il presidente del Csi Bergamo - ci hanno aiutato molto a rilanciare e rivitalizzare l'attività sportiva giovanile del Csi".  

Il microfono è quindi passato a Beppe Basso, componente del Team formazione nazionale, che ha presentato il progetto "Sport&Go - crescere con lo sport", un percorso di attività sportiva sperimentale rivolto alle categorie giovanili CSI under 10 e under 12. "L'obiettivo della sperimentazione biennale - ha detto il formatore nazionale Csi - è quello di tracciare un itinerario sportivo e formativo per la crescita dei giovani e delle società sportive"

Sul palco di Assisi la prima esibizione delle ragazze della Ficec (Federazione Italiana Cheerleading e Cheerdance), e l'intervento Ivo Sequani e Donatella Cosentino, rispettivamente presidente e segretario generale della Ficec, che hanno sintetizzato i punti dell’intesa con il Csi per la promozione in Italia del cheerleading, disciplina sportiva che si sviluppa con coreografie composte da elementi di ginnastica e danza.

Daniele Redaelli, giornalista della Gazzetta dello Sport, e Davide Iacchetti, responsabile attività internazionale del Csi, hanno infine raccontato la loro esperienza missionaria ad Haiti, rimarcando l'impegno del Centro Sportivo Italiano nel mondo

L'intervento del presidente nazionale

Per la settima volta dal palco di Assisi, il presidente nazionale Massimo Achini ha voluto fornire un orientamento per i prossimi anni, partendo da alcune riflessioni. “Siamo una realtà grande, complessa ma siamo una delle realtà più significative del nostro paese. Respirando l’umiltà di Francesco, da un osservatorio come questo di Assisi, si vede nei volti qui presenti l’orizzonte di tutta l’Italia. È proprio sul territorio associativo che vivono gli ideali del Csi e qui siamo chiamati ad un ritiro speciale”. Un ripasso del discorso del Santo Padre, pronunciato in occasione del Settantennio associativo, festeggiato lo scorso 7 giugno, e la sottolineatura tattica, da vero allenatore-guida su quella responsabilità affidata dal Pontefice al Csi di giocare all'attacco. “Non dobbiamo farne uno slogan, ma semplicemente attuarlo sul campo. Giocando magari con la difesa alta, spesso nella metà campo in avanti, sapendo certamente che si possono prendere dei gol in contropiede. Quali le strategie possibili? E’ importante avere chiara la consapevolezza profonda del nostro valore. Nello sport capire il proprio valore è fondamentale. Con un umiltà, ma con altrettanta consapevolezza posso dirvi che chi ci guarda da fuori, sia esso il mondo dello Sport, o il mondo della Chiesa ha la considerazione di vedere un'associazione che vale tanto. Perciò, ripartendo dal fatto che il Csi ha in squadra gente meravigliosa, siamo chiamati a giocare nell'eccellenza dello sport del nostro Paese. Scrolliamoci ogni dubbio residuo, che ci può far pensare di accontentarci del meno, o di un pareggio. Diamo il meglio sapendo che valiamo tanto. Spetta a noi riparare il mondo dello sport. Lo aveva detto Gedda (il fondatore del Csi), lo ribadisco io oggi. Ce lo ha chiesto del resto il Santo Padre ed abbiamo la carica e l’energia che ci permette di accettare questa sfida.”

C’è poi un’ altra azione tattica richiesta nel discorso del numero uno arancioblu: la capacità di dribblare demagogia e ipocrisia. “Il Csi è vincente nell’educazione quando fa attività sportiva. Allora insieme dobbiamo fare in modo che cresca l'attività sportiva, come occasione concreta e sconvolgente per generare dinamiche educative. Non dobbiamo essere bravi a raccontare, bensì bravi a produrre sport e farlo crescere anche sui territori dove si fa fatica”. Ecco poi la strada per giocare in attacco sul terreno dell'educazione. “E’ quella dell’apertura, di un Csi aperto al mondo, ai giovani, ai deboli, alle periferie e a tutti, non stando fermo, ma che spalanca frontiere possibili e inimmaginabili, come recentemente fatto nella Mensa dei poveri, o con la Nazionale amputati, reduce dal Mondiale di calcio in Messico. Proseguiamo a contaminare lo sport. Sappiamo di andare a giocare una partita dura, dove c’è forse un pizzico di paura di perdere, ma non abbiamo certo le gambe che tremano”.

Infine prendendo spunto dalla figura di Francesco, e dal crocefisso di San Damiano, sempre presente sul palco assisano, uno sguardo ai suoi occhi. “Se il Csi impara, come Francesco, a guardare i sogni, l'unicità delle persone che si incontrano, credo che ciò voglia dire giocare in attacco con semplicità e con le potenzialità che oggi questa associazione ha”.

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