19 dicembre 2014

Papa Francesco: “Lo sport è di casa nella Chiesa”

Il Pontefice ha salutato gli sportivi e il presidente del Coni Malagò al termine della tradizionale Messa di Natale degli Sportivi

Un variegato mosaico rende possibile un’armonia delle diversità. È lo sport, che da sempre “ha favorito un universalismo caratterizzato da fraternità e amicizia tra i popoli”.
Così Papa Francesco nel discorso rivolto ai dirigenti e agli atleti del Coni, che quest’anno ha festeggiato il centenario. Ogni evento sportivo - ha aggiunto il Papa – può aprire vie nuove, a volte insperate, nel superamento di conflitti.

Atleti e dirigenti del Coni e dello sport italiano hanno gremito nella mattinata di venerdì 19 dicembre per la tradizionale Basilica di San Pietro, alla Santa Messa presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente Pontificio Consiglio Cultura, e concelebrata da Mons. Mario Lusek, cappellano olimpico, Mons. Melchor Sanchez, sottosegretario del Pontifico Consiglio della Cultura, don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi, Mons. Giovan Battista Gandolfo, ex consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Mathurin Sadio, attaccante del Pontificio Seminario Gallico nella Clericus Cup. 

“Lo sport – ha detto Ravasi nell’omelia - conservi l'innocenza, la sua purezza e innocenza senza subire trasformazioni affidate a elementi fisici, chimici o materiali. Nella parola greca, che definisce l'esercizio, si ha la nostra parola italiana ascesi. Come un'educazione dello spirito, una rinuncia che comprende fatica, a volte il peso del sudore della fronte, del corpo”.

Il porporato ha proposto poi due riflessioni di natura simbolica, prendendo spunto dalla prima lettura, e dal Vangelo di Luca, “emergono due personaggi incombenti nella Bibbia: Un vero e proprio atleta, come Sansone, che rappresenta la possanza, la forza, la grandezza del corpo umano e della sua capacità, non solo come strumento fisico ma veicolo dello spirito”. La seconda riflessione è sulla nascita inattesa e la sorpresa. “È l'augurio che vorrei fare a tutti voi, sportivi. Ci sono segreti deposti, mai svelati alla compagna e compagno, i nostri splendori e le nostre miserie. Il Natale come tema della sorpresa è un invito ad avere fiducia e speranza in una vita vissuta in pienezza Tutto ciò fa parte dalla grandezza dell'esistere”.

Al termine della Messa il presidente il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha salutato Papa Francesco. "Il nostro mondo indica il percorso per una crescita sana e corretta - ha detto il numero uno dello sport italiano - capace di contrastare in modo energico le problematiche che minacciano gli equilibri sociali, sviluppando l'attitudine al sacrificio, la propensione a conquistare risultati attraverso l'abnegazione. Lo sport implica disciplina, - ha aggiunto il presidente del Comitato Olimpico - rispetto delle regole e per questo si impegna a scoraggiare il ricorso a ogni tipo di azione di pratiche illecite che minano la credibilità e la genuinità della competizione. Le riconosciamo quella sensibilità, quella vicinanza che si traducono in un convinto sostegno alla diffusione dello sport come irrinunciabile momento di inclusione e aggregazione, come strumento chiamato a unire oltre ogni diversità".

Il Santo Padre ha quindi fatto gli auguri di Natale agli sportivi, salutandoli con un intenso discorso. “La centralità della persona, lo sviluppo armonico dell’uomo, la difesa della dignità umana”, il contributo alla costruzione di un mondo migliore, senza conflitti, sono i principali scopi indicati nella Carta Olimpica e ricordati da Papa Francesco. “Lo sport è di casa nella Chiesa”. Una sfida – ha aggiunto il Santo Padre - accomuna tutti, non solo gli atleti":
“Quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi. Vi invito a continuare su questa strada”.

Dal Papa anche l’incoraggiamento, rivolto agli atleti e ai dirigenti del Coni, a proseguire nel lavoro educativo realizzato “nelle scuole, nel mondo del lavoro e della solidarietà”, per favorire “uno sport accessibile a tutti”: “Uno sport inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all’utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità”. Il Santo Padre ha anche sottolineato che il Coni per primo – imitato sempre più da altri Comitati nazionali – “ha accolto la figura del cappellano olimpico”: “È una presenza amica che vuole manifestare la vicinanza della Chiesa anche nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale”.

Il Pontefice, ricordando la recente candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, ha infine rivolto i propri auguri per il Santo Natale:
“Auguri anche per la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Io non ci sarò! Il Signore benedica tutti voi e le vostre famiglie. Per favore, non dimenticate di pregare per me, Buon Natale!”