Sardegna in festa con la Junior TIM Cup
Una partita da ricordare quella giocata domenica 8 febbraio sul campo Sant'Elia dai giovanissimi under 14 degli oratori Sant’Isidoro di Sinnai e San Giovanni Bosco di Uras. Una partita amichevole della “Junior TIM Cup - il calcio negli oratori” disputata nel pregara di Cagliari-Roma e giocata col cuore dai battiti forti per l'emozione di essere laddove giocano solo i grandi campioni.
Le due squadre, una in maglia azzurra e l'altra in rossoblù, hanno chiuso l’incontro con un risultato di 8-2 a favore dell’oratorio di Uras. Un risultato numerico ben lontano da quello effettivamente raggiunto perché non importante per il torneo ma ancor meno per i ragazzi.
“Non ci interessa del risultato!”, questa la frase emblematica proferita già prima dell’amichevole. "Giocare al Sant'Elia è un sogno!". Sì, un sogno da vivere e annunciato loro, dopo il sorteggio, neanche una settimana fa.
Ai ragazzi dell'oratorio di Sinnai la notizia è, infatti, giunta durante la messa. Ai giovani calciatori era stato chiesto di indossare la divisa affinché il parroco li presentasse alla comunità, ma mai avrebbero immaginato ciò che li aspettava. Schierati davanti all’altare ordinati e coi loro borsoni ai piedi, appena appreso della partita hanno avuto un’incontenibile esplosione di gioia, fatta di bellissimi sorrisi ma anche di qualche lacrima di commozione!
“Non dirmi che ci devi far conoscere Zola?”, ha chiesto uno di loro. “No. Molto, molto di più...”, ha risposto orgogliosamente il loro dirigente.
Come non immedesimarsi, come non sorridere di queste incredule espressioni.
E come non comprendere lo stupore della squadra di Uras. Chi avrebbe mai pensato che la squadra oratoriale di un piccolo comune della provincia di Oristano con appena tremila abitanti, potesse giocare sul campo dei campioni della Serie A. Sicuramente non gli increduli ragazzini e sicuramente nemmeno il resto degli abitanti del paese. Dopo la grave alluvione che li ha colpiti nel 2013, la partita anche se non potrà risolvere certe problematiche, ha comunque regalato gioia e speranza ai ragazzini sardi.
Fa sorridere anche la trepidazione vissuta nei giorni di attesa. Tra chi racconta di non aver dormito, chi non smetteva di parlare di calcio, chi domandava continuamente che maglia indossare. Insomma, una grande carica emotiva, dove nessuno si è fatto trovare impreparati.
La partita, è stata poi molto bella. Ricca di azioni e gol ha permesso ai ragazzi di scaricare finalmente tutta quell’adrenalina accumulata. Nonostante la pioggia e uno sferzante vento gelido non sono mancati tanti sorrisi. E non è mancato neanche un legittimo momento di distrazione quando, durante il giro di ricognizione compiuto da alcuni calciatori della Roma, si sono sentiti osservati. Distrazione che li ha lasciati come paralizzati dall’emozione ma dalla quale si sono subito ripresi come veri professionisti rispettosi delle regole.
Rispetto per le regole emerso chiaramente dal giudizio dell'arbitro: “Nonostante l'emozione palpabile di questi ragazzi ciò che ho subito apprezzato è stata la loro disciplina. Pochissimi gli interventi. Ho usato il fischietto solo tre volte. Perciò giovani sì, ma veramente correttissimi”. Ma che fosse emozionato lo stesso arbitro? “Questa per me è un'esperienza unica. Giocare qui? Un sogno... È da quindici anni che faccio l'arbitro ma anche calciatrice. Ho sempre giocato a pallone e oggi - stare qui - per me è davvero un sogno che si realizza”.
Una partita questa della Junior TIM Cup che lascerà un ricordo speciale nei cuori di chi l'ha vissuta, ma che rappresenta e rafforza un’immagine del calcio come sport formativo che aiuta a crescere nel rispetto delle regole e degli altri. Una partita vissuta con emozione anche dai genitori di questi ragazzi. Genitori che affrontano con serenità, anche grazie a queste occasioni la fatica di seguire i propri figli in questo sport non facile. Caldo, freddo, vento e pioggia sono la cornice ordinaria di un’attività praticata all’aperto che però si fa volentieri quando si crede possa insegnare qualcosa di buono. E soprattutto quando i sogni diventano realtà. Sogni ad occhi aperti che non si sono fermati alla partita. Terminato di giocare entrambe le squadre si sono schierate all’uscita degli spogliatoi in attesa di poter dare il “cinque” ai campioni del Cagliari e della Roma. E, anche se la temperatura fosse sempre più bassa, non si sono fatti prendere dallo sconforto. Sono stati lì ad aspettare di poter sfiorare almeno con le dita i loro beniamini.
Indescrivibile poi la gioia dei capitani degli oratori al momento dello scambio delle fasce con Conti e con Totti.
Momenti magici, momenti indimenticabili e incredibili vissuti però con la giusta semplicità.
Una semplicità di cui non ci si deve mai scordare, perché questa può e deve essere ancora la vera magia del calcio. Questa la filosofia della Junior TIM Cup che fa sempre più suo il messaggio “il calcio è di chi lo ama”.