-IL PUNTO- Ad Assisi per cominciare la grande scalata
Eccoci arrivati ad Assisi. Sono passati in fretta i sei mesi che ci separano dal congresso di Chianciano. Non c’è stato tempo per fare rodaggio: i giorni trascorsi sono stati subito investiti nel mettere mano al programma annunciato nella città termale. In particolare, l’ascolto e la valorizzazione del territorio sono stati avviati con il Tour delle regioni, che proseguirà nel 2009. Sono già emersi spunti interessanti, ma è proprio qui, ad Assisi, che bisognerà cominciare a convogliare idee nuove nei principali settori di azione del CSI. Il punto nodale, l’orizzonte di riferimento, è riuscire a fare crescere ancora l’associazione sotto i profili della quantità e della qualità. Qualcuno potrebbe chiedersi: il CSI costituisce già una realtà primaria nel campo della promozione sportiva, perché allora non accontentarsi? Perché spingere ancora sul pedale della crescita? La risposta è semplice: lo sport e la società non stanno fermi, cambiano in fretta e di continuo, e ci vuol nulla a farsi scavalcare dal cambiamento, diventando…”fuori moda”. Illuminante, a questo proposito, è stata la recente ricerca del Censis su “Sport e società”. Se vogliamo continuare ad essere efficaci nello svolgere un servizio alla persona, alla Chiesa e alla collettività attraverso lo sport, bisogna avere il coraggio di cogliere i segnali che provengono dal territorio ed adeguarsi, per cercare di essere un passo avanti piuttosto che mezzo passo indietro. Ma niente paura. Anzitutto non si tratta di inventare chissà cosa, quanto di allargare e perfezionare ciò che già si fa sul doppio binario dell’attività sportiva “normale” e dello sport “di progetto”, quello che si incrocia in molti modi con le politiche sociali. In secondo luogo, per non perdersi d’animo basta fare mente locale a ciò che il CSI è stato e ha fatto dal 1944, anno di fondazione, ad oggi. Il suo lavoro si è sempre caratterizzato per una ricerca continua di ciò che era meglio per dare più significato all’attività sportiva, assegnandole un ruolo sociale di primo piano. Per decenni il CSI ha animato lo sport italiano arricchendolo di idee, di progetti, di uomini eccellenti: dirigenti, tecnici, giudici di gara, campioni di ogni disciplina. È anche questo patrimonio, questa “eredità” pesante che deve convincerci alla determinazione di cercare ancora di migliorarci. Le premesse ci sono per intero: il “tutto esaurito” che si registra qui al meeting di Assisi, che apriamo oggi, testimonia un desiderio forte, inalterato, di guardare al futuro. Ero quanto mai nel giusto a Chianciano nell’affermare che il CSI è composto di gente fatta per scalare le grandi imprese, per sfidare l’impossibile, per rendere concrete le utopie. Grazie e buon lavoro a tutti.