In Piemonte la terza tappa del Tour delle regioni
La collaborazione tra CSI Piemonte e CSI Valle d'Aosta nella realizzazione della terza tappa del Tour delle regioni avrà sicuramente un futuro: la richiesta di un cammino congiunto a livello sportivo ed associativo venuta dal Presidente del CSI Valle d'Aosta Pierluigi Frola é stata accolta con entusiasmo e prontezza dal presidente del CSI Piemonte Gabriele Balboni.
All'incontro erano inoltre presenti sette comitati piemontesi, che hanno dialogato con il Presidente nazionale Massimo Achini, il vicepresidente nazionale Vittorio Bosio e il direttore dell'Area Territorio Daniele Pasquini.
A seguire gli interventi dei comitati territoriali.
CSI Acqui Terme - Bruno Pilone
Evidenzia la forte concorrenza delle altre organizzazioni sportive, che lavorano al limite della legalità.
Racconta con ottimismo che nell'ultimo anno sono stati inseriti nel comitato giovani nuovi, provenienti dal mondo degli oratori. Questo ha permesso di avvicinare nuovi giovani e di rilanciare la vita del comitato.
Il punto debole è il rapporto con le gerarchie ecclesiastiche, che si sta cercando di recuperare anche se con grandi difficoltà.
CSI Asti - Giuseppe Calloni
Il comitato è sempre stato un comitato "tradizionalista" nelle sue attività di calcio e pallavolo, sopratutto giovanile. In questi ambiti le attività sono trasversali a tutte le categorie.
Si riscontra sul territorio della mancanza di impiantistica sportiva. Si sta cercando pertanto un dialogo con il Comune per ottenere la gestione di impianti. Questo comporterebbe un esborso di 50.000 € per ristrutturare alcune strutture.
Nell'ambito della formazione si riscontra una difficoltà nel reclutamento di nuovi arbitri.
CSI Cuneo - Mauro Tomatis
Ricorda l'incontro del 7 giugno, allacciandosi al fatto che nel 2015 sarà l'anno del Settantesimo del comitato di Cuneo. Si è scelto di festeggiare questo anniversario organizzando un torneo nazionale di pallavolo, affiancato da una mostra sulla storia del comitato.
Evidenzia la nota dolente dell'Assicurazione a livello nazionale.
Non intendono accontentarsi al malcostume di uno sport che sia solo business o immagine. Credono in uno sport orientato da una chiara visione educativa, in sinergia con la diocesi.
Tuttavia non ci si può rinchiudere nei soli ambienti ecclesiali, ma bisogna guardare anche verso le frontiere sociali, come l'immigrazione. Serve inoltre essere autorevoli nel mondo dello sport.
È fondamentale rilanciare la legalità nelle nostre associazioni sportive, anche se questo a volte ci penalizza come quelli "troppo" burocratici.
Il DOAS è il CEAF sono state importanti scelte di trasparenza, ma ci ha deluso la tendenza di sottomettere questi strumenti alla mera logica di rendicontazione verso il CONI.
Alla Presidenza nazionale chiediamo di rispettare i tempi di programmazione della stagione dei comitati: regolamenti, costi di tesseramento e affiliazione, ritardo di Sport & Go, tutela sanitaria.
Conferma il buon lavoro della Presidenza nazionale sul fronte dell'immagine e nel raggiungimento dell'obiettivo del nuovo Regolamento degli EPS: tuttavia troppe volte siamo bravi a parlare delle regole per gli altri, ma non per noi stessi.
Per quanto riguarda le attività sponsorizzate, sarebbe opportuno estenderle a tutti i comitati, per offrire a tutti le stesse opportunità.
Chiede di non essere lasciati soli dalla Presidenza nazionale: serve una Presidenza forte che ci aiuti e non che ci "raffreddi" negli entusiasmi.
Dobbiamo continuare con le parole chiave: esempio, credibilità e autorevolezza.
Infine chiede alla Presidenza nazionale di monitorare le modifiche che nel mondo del Terzo Settore si stanno paventando rispetto alle agevolazioni fiscali di cui le associazioni beneficiano.
CSI Torino - Nadia Maniezzi
Bisogna avere la consapevolezza che il CSI è fatto dalle Associazioni sportive del territorio e che i comitati territoriali non sono altro dall'Associazione nazionale. Il CSI é uno.
In questo periodo un punto di forza per il comitato è stata l'attività giovanile, caratterizzata da una scelta di polisportività e nella coerenza con le indicazioni provenienti dalla Presidenza nazionale. In questo modo è stato costruito un modello di attività educativa. Tra le attività polisportive è stato promosso anche l'orienteering fotografico che, in occasione del CSI Day, ci ha permesso di "incontrare" la città.
La scelta della Presidenza nazionale di avviare Sport & Go rischia di mettere in ombra le varie esperienze di attività giovanile che già si sono radicate a livello territoriale.
Un punto di debolezza del comitato é la difficoltà e la fatica quotidiana nella gestione degli impianti. Questo sta appesantendo la vita del CSI Torino, in quanto ci si trova schiacciati in una morsa, economica e di rapporti con altri EPS.
I progetti di attività sportiva quali la Junior Tim Cup e la Gazzetta hanno permesso alle nostre società di diventare "capofila" all'interno dei loro quartieri per promuovere e coinvolgere nuove realtà e nuovi ragazzi. Ad esempio la JTC è diventata l'occasione per creare dei concentramenti tra parrocchie, dove vivere giornate di festa, di preghiera, di sport e di convivialità. Accanto a questo è stato avviato un percorso di formazione con gli allenatori.
Nel rapporto con le società sportive, c'è un continuo coinvolgimento con le società sportive, prevalentemente giovanili. Anche il rapporto con i dirigenti delle società sportive é frequente e il Tesseramento online non ha intaccato questo dialogo e incontro. Resta comunque difficile coinvolgere le società sportive che fanno attività Open alle attività associative.
Propone di istituire un premio nazionale rivolto alle società sportive che hanno mostrato attenzione alla promozione del CSI sul territorio.
Spiega che come comitato si è aderito convintamente a quello che la Presidenza nazionale ha proposto in termini di iniziative e progetti: questo ha comportato un investimento forte del comitato anche dal punto di vista economico, quantificato in 40.000 €. Evidenzia che ci sono state molte iniziative, tuttavia molte delle quali non hanno avuto continuità. Chiede di avere maggior coraggio per rilanciare l'Agorà, come momento culturale di riferimento. Ritiene riduttivo il CSI Day, perché il CSI non si fa un giorno solo, ma si fa tutto l'anno.
È stato chiesto di rendere "Stand Up" un progetto CSI da potersi spendere nelle scuole. Questo non è stato fatto, rendendo impossibile capitalizzare gli sforzi fatti.
Bisogna lasciare un segno culturale come CSI:
- Nella gestione degli impianti che deve essere fatta nella legalità. La legalità ha un costo elevato, in particolare rispetto alla concorrenza di altri EPS;
- Nella regolarizzazione dei rapporti lavorativi all'interno dei comitati territoriali;
Conclude rilanciando la necessità del bilancio sociale, che serve a raccontare una verità che non é solo economica.
CSI Novara - Roberto Volta
Il comitato ha delle difficoltà nei rapporti con la diocesi e si sta cercando di allacciare rapporti più significativi.
Nell'attività sportiva c'è stato un grande rilancio del tennis tavolo, del nuoto e della ginnastica.
Ritiene che sia necessario pensare a dei modelli di comunicazione nuovi, a partire dai social network. Anche la visibilità nazionale di questi anni dell'associazione ci ha fatto conoscere ulteriormente sul territorio.
Rispetto ai progetti di attività sportiva sponsorizzati chiedono di essere maggiormente coinvolti sul territorio e di cercare di aprire maggiormente i format che oggi appaiono troppo "chiusi".
CSI Verbania - Marco Longodorni
Il punto di forza, che è anche quello di debolezza, sono le relazioni con le istituzioni, che permettono di avere un dialogo diretto, opportunità sull'impiantistica, rapporti con la scuola primaria, rapporti con le fondazioni.
Comunica che è stata rinnovata la convenzione per la gestione dell'impianto e che è stato intercettato un grande finanziamento della Fondazione Cariplo.
I rapporti con la diocesi non sono perfetti, anche per la condivisione del territorio diocesano con il comitato di Novara.
Un punto di debolezza che si percepisce sempre di più è il distacco con le persone delle società sportive, alimentato dalle nuove tecnologie. In particolare si vive la difficoltà nel coinvolgimento negli appuntamenti formativi.
CSI Vercelli - Gian Andrea Ferrarotti
L'attività principale è il calcio a 11 open.
A causa della geografia montana della provincia, molte società fanno attività in altri comitati limitrofi.
É stata avviata una attività sportiva nelle carceri, che poi è stata proseguita dal comitato CSI di Novara.
In merito alla comunicazione, il comitato ha fatto un nuovo sito.
Chiede al nazionale una adeguata e preventiva programmazione delle attività.
I rapporti con la diocesi non sono né buoni, né cattivi.
CSI Piemonte
Gabriele Balboni, presidente regionale
Conferma la disponibilità alla Valle D'Aosta di fare un percorso unitario, perlomeno sotto il profilo associativo e sportivo.
L'incontro ha portato a far emergere alcune peculiarità della regione:
una capacità di utilizzare al meglio le opportunità che la Presidenza nazionale offre al territorio, adattandole al contesto specifico;
una capacita far emergere criticità rispetto ad alcune proposte "al ribasso" della Presidenza nazionale (es. Sport & Go)
In merito alle risorse economiche che la Presidenza nazionale distribuisce alle regioni, si sofferma sulla lacuna che l'attuale criterio di ridistribuzione evidenzia: non si valuta la modalità di spesa di queste risorse.
Roberto Barbero, amministratore regionale
Per molti anni i bandi regionali hanno permesso di realizzare molte attività a livello regionale, contenendo i costi di partecipazione. Oggi i contributi della regione stanno sparendo e i pagamenti sono sempre più allungati nel tempo.
Chiede alla Presidenza nazionale di riflettere sulle difficoltà che le famiglie incontreranno di fronte all'aumento dei costi di partecipazione.
Si sofferma sul fatto che nei comitati ci sono volontari che faticano a seguire tutti gli adempimenti burocratici richiesti.
CSI Valle d'Aosta - Pierluigi Frola
La Valle D'Aosta è rimasta molto isolata dal resto dell'Associazione per molti anni.
Il comitato ha necessità di ripartire dall'attività giovanile e per fare questo ha necessità di collegarsi agli altri comitati limitrofi.
Chiede alla Presidenza nazionale di poter inserirsi nell'attività degli altri comitati e di integrarsi all'interno del Piemonte.
In comitato sarà necessario individuare nuovi dirigenti per la Valle D'Aosta.
Eugenio Imperatori
Si sofferma sulla difficoltà che un comitato ha nel misurare la ricaduta sociale della propria attività.
I numeri del CSI Piemonte non sono gonfiati. Si percepisce un elaborazione ed una riflessione culturale, che vede come prima necessità non la visibilità del marchio associativo, ma la serietà di questo marchio.
Propone alla Presidenza nazionale di guardare al territorio come é oggi e non come lo era una volta, cercando di valorizzare al meglio il know how degli attuali dirigenti.
Emerge inoltre l'esigenza di essere una comunità viva: serve "vivere" insieme l'esperienza associativa. Non c'é bisogno di apparire, ma servono persone fedeli al progetto CSI che sappiano recuperare la fraternità.