A Feltre riparte il Tour delle regioni
Sulle sponde del Piave si incontrano i comitati del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino
Riprende dal Triveneto il Tour delle Regioni, con la tappa di Feltre dell'11 aprile.
All'incontro erano presenti 40 dirigenti provenienti dai comitati delle regioni del Nord Est: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino.
Per la Presidenza nazionale erano presenti il presidente nazionale Massimo Achini, il direttore dell'Area Territorio Daniele Pasquini, l'amministratore nazionale Paolo Bellei, il membro di Presidenza Marco Illotti e il consigliere nazionale Dario Dal Magro.
A seguire gli interventi dei comitati.
Assessore allo sport di Feltre - Giovanni Pelosio
Ringrazia per l'invito e ringrazia tutto il CSI per il lavoro svolto sul territorio, in particolare per la possibilità che offre a tutti, anche ai meno sportivamente dotati, di praticare un'attività. Si dichiara molto vicino alla visione di sport della nostra Associazione.
CSI Belluno - Dario Dal Magro
Spiega che ci sono difficoltà nel promuovere l'attività giovanile, dovute a problemi nei rapporti con le federazioni.
Il punto di forza del comitato è il volontariato: c'é il problema del ricambio generazionale e ci si scontra con la difficoltà di trovare giovani che vogliamo prendersi le responsabilità associative; dal livello regionale in su, invece, sembra che questo problema non si viva, anzi si ha la percezione che ci sia una rincorsa alle poltrone.
Chiede alla Presidenza nazionale di dare risposte rapide, puntuali e concrete alle domande che vengono sottoposte.
Apprezza il lavoro svolto sul tesseramento negli ultimi anni, a partire dal tesseramento online.
Chiede al Presidente, che si trova in una situazione di fine mandato, di avere coraggio per portare rinnovamento nell'associazione: diminuire il numero dei consiglieri nazionali, ridurre le regioni, ...
CSI Feltre - Alberto Brambilla
Ricorda che tre anni fa era stato richiamato dal Presidente nazionale in quanto il comitato di Feltre aveva dei debiti nei confronti della Presidenza nazionale: conferma con orgoglio che ha finito di sanare il debito.
Spiega che la conformazione geografica del proprio territorio non aiuta la promozione associativa; inoltre il territorio del feltrino sta invecchiando e i pochi giovani che praticano attività sportiva sono nelle federazioni.
Non c'è dialogo con le federazioni, le quali non intendono collaborare con il CSI: non ritiene che questo atteggiamento delle Federazioni sia corretto. Chiede di avere un aiuto concreto per collaborare con le Federazioni.
Racconta che da due anni è stata avviata un'attività sportiva con disabili, tutta sostenuta dal comitato, dal lavoro di volontari e dalle famiglie.
Esprime le grandi difficoltà nel dialogo con la curia. Il CSI nel Bellunese è ancora un movimento molto vicino all'Azione Cattolica e al mondo cattolico, anche se è difficile dialogare con gli altri soggetti ecclesiali. Dichiara fondamentale per il comitato avere un consulente ecclesiastico presente. Spiega che anche gli oratori di Feltre si sono impoveriti e anche il rapporto con loro si é affievolito.
Dichiara di sentire lontano la Presidenza nazionale e confessa la necessità di sentire una Presidenza nazionale più vicina alla vita reale dei comitati.
Ricorda al Presidente nazionale che aveva promesso di portate la Presidenza nazionale a visitare la comunità "arcobaleno" di Feltre e chiede di mantenere questa promessa.
CSI Legnago - Patrizio Soave
Esprime il desiderio di vedere una maggiore unione e coesione tra i comitati territoriali per promuovere l'attività.
Racconta le difficoltà vissute negli scorsi anni rispetto a diatribe con comitati limitrofi sull'affiliazione di società, confidando che la sua opinione è che sia sempre meglio affiliare una società e fargli fare un campionato in un comitato limitrofo, piuttosto che perderla.
Rispetto a Sport & Go, molte società si sono iscritte perché hanno saputo dell'opportunità di partecipare alle finali nazionali e questo ha aiutato molto nella promozione.
Rispetto ai debiti del comitato verso la Presidenza nazionale si è fatto uno sforzo per migliorare la situazione.
Racconta che la UISP sta crescendo molto nel territorio e se ci fosse maggiore collaborazione tra i comitati CSI nel promuovere l'attività sportiva, sarebbe più semplice controbattere questa concorrenza.
CSI Padova - Marco Illotti
Ricorda che il comitato CSI di Padova ha avuto la fortuna, nel momento del commissariamento che ha attraversato qualche anno fa, di avere l'appoggio e l'accompagnamento del consulente ecclesiastico e della diocesi. Questa vicinanza con la Chiesa locale è il vero punto di forza del comitato, che ha permesso al comitato di risollevarsi e di tornare a crescere.
Ci sono difficoltà nei rapporti con gli altri EPS e si vive un acceso antagonismo con le Federazioni, che sono preoccupate della presenza del CSI. Chiede alla Presidenza nazionale di lavorare per migliorare questi rapporti, in particolare per evitare che nei regolamenti federali siano previste restrizioni o sanzioni per la partecipazione delle società e dei tesserati federali alle attività del CSI.
Le relazioni associative a livello regionale e nazionale necessitano di uno stile diverso, che possa portare ad una reale conoscenza tra le persone. Ritiene che il Veneto, che per numeri è la terza regione CSI, ha ancora tanto potenziale inespresso. Afferma che non si debbano dare "etichette" alle persone, inquadrandole come appartenenti ad una parte o a quell'altra: conferma che ciascuno deve sentirsi libero di esprimere liberamente il proprio pensiero e che "etichettare" le persone crea solo fazioni.
Rispetto alla finale della Corsa Campestre svolta a Padova, ribadisce che non é associativamente corretto che sia stato escluso il comitato ospitante. Non é possibile che ci siano rappresentanti nazionali che fanno incontri con società sportive del territorio senza chiamare il presidente territoriale. Chiede di chiarire queste dinamiche per evitare ulteriori fraintendimenti.
Esprime perplessità rispetto al funzionamento della Presidenza nazionale, che è l'organo esecutivo, e al Consiglio nazionale, che dovrebbe essere l'organo politico e decisionale. Questo duplice ruolo non viene rispettato e di fatto è la Direzione il luogo esecutivo e la Presidenza e il Consilgio nazionale meramente di ratifica. Esprime infine perplessità sui modi e sui toni di discussione all'interno della Presidenza nazionale.
Invita il Presidente nazionale ad organizzare un convegno a Padova che chiarisca il "conflitto di interessi" all'interno del CSI.
Racconta di aver scoperto che sul territorio di Padova si svolge attività con la copertura assicurativa del CSI Bergamo, creando problemi di rapporti con la FIASP e il CONI: ha chiesto chiarimenti, è in attesa di risposte e auspica che possano essere date quanto prima.
CSI Treviso - Efri Vaccari
Spiega che c'è una crescita delle società sportive e di nuove attività, grazie all'inserimento di persone nuove con grande passione.
Racconta che ci sono grandi difficoltà con gli EPS (che portano via attività al CSI), e con la Federazione Pallavolo (che hanno contattato tutte le società CSI per cercare di avviare un campionato amatoriale).
Le manifestazioni nazionali sono importanti, ma dovrebbero essere considerate un premio per le società più associative e pertanto agevolate sotto il profilo economico.
Rispetto alla Coca Cola Cup, che la Presidenza nazionale ha chiesto al comitato di organizzare in tempi brevissimi, spiega che il comitato ha dovuto declinare per mancanza di arbitri e pertanto chiede maggiore e preventiva condivisione con i comitati. Anche per la Volley Tim Cup, che è stata un'ottima opportunità in termini di visibilità, necessita di essere calata meglio sul territorio.
Propone di agevolare il costo del tesseramento per l'attività giovanile.
Apprezza molto il tesseramento online e chiede di non mollare la presa sull'innovazione tecnologica: sia per le società sportive, che per i comitati.
Solo ascoltando e valorizzando il territorio si potrà continuare a crescere, partendo dal condividere le buone prassi.
Chiede di promuovere il "bollino" di qualità per le società sportive, ma anche per i comitati, mettendosi a disposizione con le proprie competenze professionali nel settore.
Rispetto alle integrazioni delle polizze assicurative, che servono ad abbassare le franchigie, i numeri dimostrano che non funzionano. Chiede pertanto di concordare con l'assicurazione una modalità per abbassare le franchigie della tessera ordinaria.
Esprime difficoltà nel partecipare a molti appuntamenti nazionali in quanto il comitato è formato da volontari e la disponibilità di tempo e risorse è dettata dai tempi di un volontariato puro. Chiede alla Presidenza nazionale di modulare gli orari di lavoro sulle esigenze dei comitati territoriali.
Chiede che si faccia una grande campagna per il reclutamento dei dirigenti e dei nuovi volontari.
CSI Venezia - Luigi Gavioli
Il punto di forza del comitato è la presenza dei giovani, anche se è difficile coinvolgerli nelle attività dirigenziali in quanto preferiscono essere impegnati nelle attività sul campo.
Racconta che il CSI ha un grande rapporto con il mondo della Scuola, che ha portato il CSI ad essere chiamato per l'arbitraggio dei Giochi Studenteschi.
Sono due anni che si svolge un torneo nelle parrocchie, con grandi soddisfazioni. Auspica che questo possa portare ad un miglioramento dei rapporti con il mondo ecclesiale.
Dichiara di sentire la mancanza di un impianto per far crescere le attività.
Il territorio chiede servizi sportivi di qualità; il CSI, agganciando le società su questo interesse e bisogno, potrà poi instaurare un dialogo più profondo.
Il comitato si basa sul volontariato e sulla totale gratuità. Dal punto di vista organizzativo il CSI nazionale si è manifestato molto propositivo. Tuttavia oggi i comitati hanno bisogno di essere maggiormente accompagnati e sostenuti anche nell'utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici e di non dare per scontato la loro acquisizione.
CSI Verona - Nicolò Monaldi
Il comitato sta bene e lo si vede dai numeri. Non nasconde che ci sono comunque difficoltà dovute alla crisi economica e difficoltà nel promuovere l'attività giovanile.
Manifesta perplessità sulla scelta politica di realizzare iniziative che portano a grande visibilità, ma che non hanno poi reali ricadute sul territorio.
Esprime la grande difficoltà nei rapporti con la diocesi, che non si esprime rispetto alle difficili relazioni tra CSI e NOI.
Sono difficilissimi i rapporti con le Federazioni e con il CONI: anche le convenzioni che vengono sottoscritte molte volte mettono in difficoltà sul territorio il CSI; se bisogna aprire una stagione di scontro con le federazioni si dichiara pronto, ma richiede alla Presidenza nazionale di avere gli strumenti adeguati.
Le finali nazionali sono il momento più importante della nostra attività: proprio per questo è necessario poter monitorare con certezza è preventivamente i tesserati federali che prendono parte alle nostre attività altrimenti si creano situazioni di grande tensione e difficoltà con le società sportive che tornano dalle finali nazionali.
Chiede uno scatto finale al Presidente affinché questo quadriennio non sia un mandato perso.
CSI Vicenza - Enrico Mastella
Esprime un giudizio fortemente negativo sulla Presidenza nazionale.
Innanzitutto non condivide la modalità delle convenzioni sul tesseramento Cheerleading e ANIF: chiede come può sopravvivere un comitato con il misero guadagno che rimane ai comitati da queste convenzioni fatte dal nazionale. Inoltre, rispetto all'ANIF, chiede chi sia a verificare la qualità delle palestre che vengono affiliate.
Rispetto alla convenzione con il mondo delle carceri è desolato in quanto non sarà più possibile siglarla come CSI in quanto ormai l'ha sottoscritta il CONI che rivendica l'esclusività.
Per la tessera base, che sembra non rispondere alle aspettative, è stata aumentata l'affiliazione di 10 euro: si chiede se non fosse opportuno prima sperimentarla e poi aumentare i costi.
Chiede chiarezza e trasparenza sul rapporto tra CSI e CSI Point: si chiede perchè non siano state chiarite le condizioni nei confronti del CSI da subito.
La trasparenza etica e morale non appartiene più alla dirigenza nazionale: la legalità non si sventola, ma si vive.
Sulla figura del direttore generale chiede perché non si sia intervenuti per tempo, dato che lo stesso Bosio avrebbe annunciato che questo ruolo sarà eliminato.
CSI Trento - Ezio Zappini
Racconta la grande crescita che negli ultimi anni ha vissuto il comitato, sia nei numeri che nelle attività.
Le attività, per circa dieci discipline sportive, sono organizzate in attività annuali.
I problemi di spostamento sul territorio sono stati superati creando delle "cellule" delocalizzate di riferimento per le società per l'organizzazione delle attività.
Anche a livello economico la situazione è buona e permette di avere un dipendente a tempo parziale e due collaborazioni. Questo non ha impedito di far crescere anche il volontariato di giovani.
Ritiene che i motivi di questa crescita siano la semplicità e la professionalità. In questo modo le società si sentono accompagnate e sostenute.
Gli strumenti multimediali (il sito e i social network) hanno sostenuto questo processo di crescita.
Il rapporto con la diocesi sono difficili. Chiede alla Presidenza nazionale un aiuto nel rilanciare questi rapporti ecclesiali, spingendo per una convenzione con la diocesi per svolgere attività nelle parrocchie.
Alla Presidenza nazionale chiede le stesse cose che sta facendo il comitato: semplicità e professionalità.
Per essere concorrenziali nell'attività sportiva, chiede di mettere a disposizione del territorio maggiori risorse economiche, in particolare per sostenere la partecipazione alle manifestazioni nazionali. Il CSI dovrebbe impedire di far ricadere ulteriori costi sulle famiglie.
I bandi per l'attività dovrebbero premiare chi già fa attività e non chi non la fa ancora.
Chiede di impegnarsi per togliere la responsabilità sui certificati medici in capo alle società sportive e di far ricadere la responsabilità sui singoli praticanti. Teme che il decreto Balduzzi (defibrillatori) finirà in un nulla di fatto.
Chiede alla Presidenza nazionale di creare un kit per le società sportive, con bandiere, striscioni CSI, ... che crea senso di appartenenza.
Chiede di denominare il CSI di Trento in modo ufficiale come Comitato regionale del CSI Trentino.
CSI Friuli Venezia Giulia - Mario Sopracase
Il CSI Friuli VG è composto da quattro comitati molto differenti: CSI Trieste e CSI Pordenone che sono commissariati, il CSI Udine che è metà dei numeri regionali e Gorizia che è una piccola realtà.
Rispetto al CSI Pordenone non si hanno contatti con i dirigenti da anni. Chiedono un intervento per risolvere il problema del CSI di Pordenone, perché la regione sente fortemente la mancanza di questo comitato.
A Trieste c'è la concorrenza dei ricercatori comunali, che di fatto impedisce al CSI di crescere con l'attività giovanile.
Esprime le grandi difficoltà nei rapporti con la diocesi e con le parrocchie.
Non ci sono rapporti con le federazioni, mentre ci sono ottimi rapporti con gli EPS. Con la scuola dello sport del CONI ci sono progetti di formazione in atto.
Siamo interlocutori a livello regionale per la legge del volontariato e la legge sullo sport.
Chiede specificatamente che il campionato nazionale di sci torni in Friuli, oppure la campestre. Richiede che venga ripristinato il Campionato nazionale di Corsa in Montagna, che nel Friuli ha una grande tradizione.
Non concorda che nella revisione dello Statuto vengano abolite le regioni, che oggi sono il nodo per ottenere i finanziamenti dalle amministrazioni.
Chiede di invertire i campi di cognome e nome, mettendo prima il nome e poi il cognome.
CSI Veneto - Diego Mazzaro
Il CSI non sempre ha la piena consapevolezza del proprio ruolo, che è primariamente quello di essere generatore di comunità. Questo forse avviene perché il comitato non è sempre un luogo educativo: serve creare un clima di fiducia e accoglienza.
Serve creare mutuo aiuto tra comitati.
È necessario dare maggior peso alla formazione, altrimenti non riusciamo a diffondere la cultura associativa e noi stessi abbiamo minor coscienza associativa. La sfida è che il CSI torni ad essere una grande realtà formativa.
Le regioni non possono essere abolite, in quanto la regione è il raccordo tra locale e nazionale, è il livello di rappresentanza nei tavoli istituzionali (interni ed esterni). Chiede di rafforzare il tavolo delle regioni a livello nazionale.
Il ruolo del regionale è anche quello di fare da supplenza ai comitati territoriali, che a loro volta dovrebbero avere umiltà nel chiedere un aiuto quando sono in difficoltà. Inoltre il regionale dovrebbe avere il ruolo di coordinare e di fare squadra: divisi non si va da nessuna parte.
Non si parla quasi più di educazione: è molto più facile organizzare attività che promuovere educazione. Educare non è frutto di parole, ma di testimonianza, di rapporti leali, di attività organizzata (in particolare giovanile), di regole rispettate e condivise.
Chiede coinvolgimento e condivisione nel processo di revisione dello Statuto.
Educazione é anche non correre dietro alle federazioni e al CONI, ma essere coerenti con i valori del CSI.
Nel CSI sembra che ci sia comunque la capacità di stare un passo avanti al sistema sportivo: questo perché dietro il CSI c'è il lavoro di tutti.