25 settembre 2015

Il Tour delle Regioni fa tappa nel Lazio

A Rieti l'incontro dei dirigenti territoriali del CSI

I dirigenti territoriali laziali si sono confrontati con la Presidenza nazionale sullo stato di salute dell'Associazione e sulle proposte per il futuro. Nel pomeriggio l’incontro con il Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili e il sindaco Simone Petrangeli

Si è svolta mercoledì 23 settembre a Rieti la tappa laziale del Tour delle Regioni. Quasi al completo i comitati laziali, capitanati dal presidente regionale Daniele Rosini. Per la presidenza nazionale erano presenti il presidente nazionale Massimo Achini, il direttore dell'Area Territorio Daniele Pasquini e il componente di presidenza nazionale Salvatore Maturo. Nel pomeriggio l’incontro con il Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili e il sindaco Simone Petrangeli.

Daniele Rosini - Presidente CSI Lazio

Daniele Rosini - Presidente CSI Lazio

Ringrazia in apertura per la presenza il Presidente nazionale Massimo Achini, Salvatore Maturo e Daniele Pasquini. Ricorda l'ultima volta che il Presidente nazionale ha incontrato la regione Lazio è stata nel 2009, in un contesto profondamente diverso da quello che è oggi. Nel 2008 la regione aveva 45.000 tesserati; oggi sono più di 80.000. Questa non è stata solo una crescita numerica, ma è stata una crescita di attività. Le società sportive sono cresciute di circa il 10%. Con orgoglio mette in evidenza che il Lazio è in cammino: le difficoltà sono tante, ma c'è la volontà di continuo miglioramento. Consegna idealmente al Presidente una regione che negli ultimi anni è letteralmente rinata.

Spiega che Gianluca Bastone, presidente di Frosinone, e Rosario Sorge, presidente di Viterbo, non sono presenti per problemi di lavoro, ma che hanno inviato il contributo scritto. 

Gianluca Bastone - Presidente CSI Frosinone

Punti di forza:

  • il comitato da sempre ha come punto di forza la disciplina del calcio.

Punti di debolezza:

  • difficoltà a trovare persone che collaborano con il comitato. Chiede alla Presidenza nazionale di sostenere economicamente delle collaborazioni al livello locale.
  • Difficoltà a tenere le società all'interno del circuito dei campionati, in quanto queste cercano tornei a basso costo. La crisi economica non aiuta il rilancio del comitato.

Valentina Egidi - Presidente CSI Rieti

Valentina Egidi - Presidente CSI Rieti

Racconta che nel 2012 la tappa di Casa Comitato che era in programma a Rieti saltò pochi giorni prima per l'assenza della Presidenza nazionale. Questo recò un danno di immagine profondo al comitato. Con la regione Lazio abbiamo deciso di riproporre l'incontro odierno a Rieti, scommettendo nuovamente e con l'intenzione di rilanciare il CSI nella città di Rieti.

Il punto di forza del comitato di Rieti è la formazione degli animatori, messa in campo in collaborazione con la diocesi di Sabina Poggio Mirteto. Chiede per quale ragione la formazione a livello nazionale sia stata depotenziata evidenziando che i costi dei docenti nazionali sono troppo elevati. Ci siamo dovuti rivolgere ai comitati limitrofi per avere la collaborazione di docenti a prezzi associativi, alla portata di un piccolo comitato. Lamenta di non essere mai riuscita ad avere il clinic gratuito, promesso a ciascun comitato.   Ribadisce che la formazione è fondamentale per il CSI: il livello nazionale dovrebbe avere una attenzione maggiore verso la formazione, ridando a questo settore il ruolo e la dignità che merita.

L'attività giovanile, in particolare con le parrocchie, è una attività fondamentale per il CSI Rieti. Pone il problema di aver lanciato Sport & Go in ritardo: è apparsa più un tentativo che una reale proposta. Per questo non l'abbiamo preso in considerazione.

Si domanda se l'opportunità di essere stati in Giunta nazionale CONI, ha portato ai risultati sperati con i presidenti delle federazioni?

Si rammarica che negli ultimi anni non c'è stato un dialogo tra Presidenza e Territorio. Il momento di confronto che era Assisi è stato trasformato in un monologo. Vivere in una associazione che non crede nel confronto, ma che dialoga solo per email non è piacevole. Fortunatamente si cerca di recuperare questo dialogo e confronto nei momenti regionali e interregionali. Conclude dicendo che è importante recuperare un momento di confronto nazionale. 

Davide Emmanuel Vitamore - Presidente CSI Latina

Davide Emmanuel Vitamore - Presidente CSI Latina

Evidenzia la necessità di una presenza maggiore in Presidenza nazionale da parte del Presidente nazionale.

Racconta che nel 2009 è iniziato un commissariamento che ha portato ad un ricambio totale nel 2012 della dirigenza del comitato. E’ stato ereditato un comitato in grande difficoltà, con rapporti e relazioni deteriorati sul territorio. Ringrazia i presidenti dei comitati del Lazio per il sostegno e il comitato di Napoli che ha aiutato nella realizzazione di un corso di dodgeball, in quanto i costi della formazione nazionale erano troppo alti per avere un docente.

Spiega che si é lavorato sul territorio per stringere una alleanza con associazioni ecclesiali, a partire da Libera. Su questo fronte il CSI nazionale è stato completamente assente nei principali eventi organizzati da Libera, a partire dall'incontro con di don Ciotti con il Santo Padre fino alla giornata contro le Mafie a Latina.

Nel CSI Latina negli ultimi due anni sono stati formati 60 giovani dirigenti. Questo è il più grande investimento sul futuro. È la forza del volontariato e della testimonianza. Abbiamo formato all'interno del percorso di "Sport & Go" due giovani e quest'anno aderiremo al circuito dei campionati nazionali giovanili.

Abbiamo iniziato un percorso di presenza nelle scuole che non è andato a buon fine perché non abbiamo avuto le risposte chiare a livello nazionale. Servono nuovi percorsi nelle scuole.

Anche sul fronte dell'attività con gli anziani siamo assenti e non abbiamo alcuna progettualità.

Quale dialogo e quale confronto tra sport in oratorio e sport professionistico? la diocesi ci ha posto il problema che la proposta della JTC è una bella proposta, ma non è la proposta che calza alle parrocchie.

Il lavoro è tanto e la crisi economica si sente. Tuttavia la voglia di fare insieme alle altre associazioni ecclesiali è altrettanto forte. 

Mario Scuro - Presidente CSI Cassino

Mario Scuro - Presidente CSI Cassino

Il comitato di Cassino è un piccolo comitato che si è fatto strada da solo, crescendo considerevolmente. La città di Cassino è in una posizione strategica, tra Lazio, Campania e Molise.

Le attività migliori proposte sono quelle di calcio a 11: i campionati non sono aperti ai tesserati FIGC e questo è un aspetto molto importante. Purtroppo le squadre del nuovo anno sportivo saranno meno per problemi con un comitato limitrofo.

Sul calcio a 5 ci sono difficoltà per la concorrenza spietata degli altri EPS.

Riconosco la difficoltà a promuovere altre discipline a causa della mancanza di collaboratori adeguati.

Inoltre si fatica a coinvolgere le società a vivere l'Associazione se si va oltre l'attività sportiva praticata. Abbiamo provato a coinvolgere le società in un torneo di Pasqua per l'integrazione e contro il razzismo e qualche buon risultato lo abbiamo ottenuto, anche nelle relazioni con le amministrazioni locali.

Abbiamo inoltre collaborato per l'evento mille giovani per la pace e per l'interregionale svolto a Cassino.

 

Rosario Sorge - Presidente CSI Viterbo

Punto di forza del comitato è la presenza sul territorio. Ci sono momenti di difficoltà, ma è normale.

Una nota dolente è l'assenteismo di alcuni consiglieri.

Chiede alla Presidenza nazionale una maggiore attenzione ai piccoli comitati, che vivono e si basano sul volontariato.

Ringrazia la Presidenza nazionale per le scelte di differenziare le tipologie di tessera, che hanno permesso al comitato di incrementare i numeri. 

Pone in evidenza le difficoltà di mantenere vivo un comitato territoriale. Evidenzia l'elevato costo dell'affiliazione.

Nel rapporto con le società sportive, l’obiettivo è di farle sentire parte attiva e non solo fruitori di un servizio.

C'è stato un grave problema di immagine per il comitato, a causa della mancata presenza del Presidente nazionale ad un convegno, concordato da mesi e disdetto il giorno prima. 

Alessandro Pellas - Vicepresidente CSI Roma

Alessandro Pellas - Vicepresidente CSI Roma

Le attività sportive a progetto, con partner commerciali importanti, hanno permesso al comitato di Roma di fruire dei benefici di immagine. Riflette tuttavia sul rischio che questi progetti possano morire con lo sparire degli sponsor. Auspica che il ruolo del CSI in questi progetti non sia quello di mero service sportivo, ma di promotore e protagonista.

Ringrazia per l'opportunità che è stata data al comitato di Roma di continuare ad organizzare la Clericus Cup, manifestazione importante per tutta l’Associazione che il comitato romano può vivere da organizzatore. 

Per quanto riguarda l'attività sportiva, riscontriamo la difficoltà del nazionale a innovare e promuovere una nuova progettualità. La sensazione è che il CSI è rimasto fermo nella sua elaborazione culturale, che nel passato era all'avanguardia rispetto a tutto il mondo dello sport; oggi è il CSI a rincorrere le federazioni. Ci sono percorsi che vanno assolutamente attivati: la scuola, gli anziani, i disabili, manifestazioni nazionali parallele ai campionati, nuove discipline.

Le finali nazionali, che sono sicuramente cresciute dal punto di vista tecnico, si sono però svuotate dei contenuti associativi.

Ci sono state intuizioni importanti su alcuni momenti associativi (Agorà, Convention, 24 ore di sport, ...). Tuttavia sono apparse come delle meteore. È inoltre venuto a mancare il confronto associativo, il dibattito: ci siamo sentiti più spettatori che partecipanti.

Siamo scettici rispetto alla scelta di relegare la Formazione ad un semplice Team della formazione. Aver svuotato di un peso “politico” la formazione all’interno degli organi decisionali non ha giovato al lavoro di Mauri, Graziano, Abate e Basso.

Riconosce le capacità dialettiche e relazionali di Achini e confessa che una maggiore presenza a Roma del Presidente nazionale avrebbe permesso di cogliere più occasioni.

La presenza del CSI alla festa del PD di Roma, decisa scavalcando il comitato territoriale, ha creato problemi con le forze politiche della città e con la diocesi. 

Daniele Rosini - Presidente CSI Lazio

Daniele Rosini - Presidente CSI Lazio

Pone l'accento sul fatto che siamo ingessati sulle discipline tradizionali, calcio, pallavolo e basket. Il mondo dello sport sta crescendo su altri fronti, a cui non siamo in grado di dare risposte progettuali.

Riguardo la formazione manca l'aspetto di ricaduta sulla vita associativa.

Chiede quali siano gli effetti dell'area welfare nel Lazio: rispetto a qualche anno fa i progetti sono praticamente spariti nel nulla.

Chiede quali siano stati i risultati dell'Area Marketing, in quanto non riesce ad intravedere i benefici che ha portato.

Rispetto alle finali nazionali non si sa ancora quale sia la programmazione e le attività nei comitati sono già partite. Questo ci mette in grande difficoltà nel rapporto con le società sportive.