Il Tour delle regioni approda in Sicilia
Ad Acireale l'incontro dei dirigenti territoriali del CSI
Si è svolta ad Acireale il 25 settembre la tappa siciliana del Tour delle Regioni. In apertura Salvo Russo, membro di presidenza nazionale, ha salutato e ringraziato il presidente nazionale Massimo Achini e i componenti di presidenza nazionale Salvatore Maturo e Daniele Pasquini.
Roberto Barbagallo - Sindaco di Acireale
Da il benvenuto a tutti i partecipanti al convegno. Si felicita che negli ultimi anni c'è stato un ricambio generazionale all'interno del CSI Acireale, che ha portato una grande ventata di innovazione.
Agnese Gagliano - Vicepresidente CSI Sicilia
È un difficile momento storico per la Sicilia, appesantita dalla crisi economica. La Sicilia è fanalino di coda a livello nazionale per il numero di impianti sportivi; i finanziamenti della regione per lo sport sono quasi spariti.
La presenza del CSI è a macchia di leopardo e più debole nell'entroterra. C'è una situazione stazionaria del tesseramento, che è resta una percentuale bassa rispetto alla popolazione.
Comunque è in aumento l'attività giovanile e parrocchiale e ci sono molte discipline praticate in modo continuativo. Ci sono progettualità sportive rivolte ai più deboli e di carattere sociale. A livello formativo si è sperimentata una logica di sussidiarietà e negli ultimi anni alcuni comitati si sono rinnovati, facendo un reale salto di qualità.
L'attenzione della Presidenza nazionale a sostegno dell'attività giovanile con i bandi è stata alta, anche se andrebbe meglio verificata e analizzata nelle ricadute reali.
Auspichiamo che ci sia un accompagnamento maggiore del territorio, attraverso una attività di supporto per far nascere nuove discipline, attraverso un'Area di Studio e Ricerca. Serve una visione unitaria dell'Associazione, una maggiore partecipazione diffusa, una logica della solidarietà. Sogniamo un'associazione che abbandoni gli slogan di cui siamo tutti stanchi e che riscopra il gusto del confronto.
Annamaria Cutolo - Presidente diocesana di Azione Cattolica
La collaborazione tra il CSI e l'Azione Cattolica deve essere finalizzata alla crescita e formazione dei giovani, come buoni cristiani e cittadini.
Filippo Occhipinti - Vicepresidente CSI Trapani
Il comitato territoriale sta vivendo in una situazione di precarietà, in quanto c'è poca disponibilità da parte della Diocesi per individuare una sede adeguata. Nonostante questa situazione, i numeri dei tesserati sono aumentanti.
É difficile la collaborazione con gli altri EPS: si è scatenata una lotta tra poveri. Paradossalmente si sono trovate più facilmente sinergie con la FIP.
Ci sono grandi difficoltà nel reperire impianti sportivi per svolgere le attività.
È difficile trovare nuovi giovani dirigenti.
Lia Nobile - Responsabile segreteria CSI Agrigento
Appartenere al CSI è un orgoglio, perché condividiamo valori ed obiettivi. Abbiamo puntato tutte le energie sull'attività giovanile, coinvolgendo le società sportive del territorio di calcio a 5, con risultati soddisfacenti.
Le società preferiscono il CSI per la serietà della proposta sportiva.
Le difficoltà reali sono nella geografia vasta e complessa del territorio. Il comitato non riesce più a sostenere le proprie società sportive dal punto di vista economico a causa della crisi e dei tagli dei contributi.
Ci sono difficoltà nei rapporti con le parrocchie. Chiede alla Presidenza nazionale di portare sul territorio progetti di attività differenti dal solito calcio.
Propone al nazionale di sostenere collaborazioni per dei giovani del territorio.
Ci sono gravi difficoltà economiche per chi pratica attività sportive, partendo dal certificato medico fino ai defibrillatori. Se il nazionale aiutasse queste società, queste si sentirebbero maggiormente fidelizzate al CSI.
Elio La Spada - CSI Siracusa
Sono stati fatti passi avanti nella presenza sul territorio e nell'incremento dell'attività. Ciò che ha aiutato è la gestione di un impianto sportivo, che ha dato maggior respiro dal punto di vista economico ma anche la possibilità di avere una segreteria aperta tutti i giorni.
La partecipazione ad un progetto sociale ha permesso di dare un compenso ad alcuni collaboratori del CSI.
Il comitato è vivo e vuole sempre migliorarsi. Resta la difficoltà di collaborare con le parrocchie e la carenza di consiglieri attivi. É difficile reperire nuovi dirigenti, anche per la frenesia delle attività.
Ci si sta forse chiudendo in noi stessi, allontanandoci dalla mission educativa, sempre più schiacciati sull'organizzazione delle attività sportive.
Sarebbe importante avere un assistente spirituale che accompagnasse e guidasse i dirigenti verso la finalità educativa.
Un maggior dialogo con il territorio e la visita di un delegato della Presidenza nazionale nei comitati sarebbe importante.
Sebastiano Gazzo - Presidente CSI Catania
I numeri del comitato sono soddisfacenti. Il lavoro volontario dei dirigenti è rivolto alle società sportive, con un confronto schietto.
È un comitato giovane e ricco di donne, in cui funziona il dialogo intergenerazionale. Tuttavia non è semplice coinvolgere nuovi giovani: forse è mancata una strategia nel valorizzare i giovani che si avvicinavano all'Associazione. Chiediamo di porre attenzione al Servizio Civile Volontario e a convenzioni con le Università per degli stage.
Si stanno cercando sinergie con la diocesi e le parrocchie.
Gli eventi JTC e Gazzetta Cup hanno offerto una occasione di visibilità sul territorio; anche i progetti PPV e Punto Luce hanno visto il comitato di Catania da protagonista.
Rispetto allo Statuto si auspica che la Presidenza nazionale tenga conto di tutti i contributi, evitando logiche che non rispettino tutti i territori o che minino la tradizione del CSI: su questo il CSI Catania sarà in prima linea nel dibattito.
Mons. Guglielmo Giombanco - Vicario del Vescovo di Acireale
Ricorda l'esperienza da giovane seminarista all'interno del CSI, in cui ha imparato a non dividere l'attività sportiva dalla formazione cristiana. Per restare fedele alle radici, bisogna continuare ad insistere su questo obiettivo.
Augura, pensando al grande passato del CSI, di costruire un futuro altrettanto grande.
Piero Carruba - CSI Alto Platani
Spiega le grandi difficoltà che vive il comitato, partendo dalla mancanza degli impianti e dalla concorrenza delle federazioni.
La strategia per rilanciare le attività è quella di partire da attività non istituzionali (sport antichi e popolari, trekking) e dalle parrocchie.
CSI Caltanissetta
(Viene letta la relazione)
Si cerca di creare una associazione unita. Questo è il punto di forza.
Si fatica tuttavia a individuare nuovi dirigenti per il ricambio generazionale: servono nuove strategie per avvicinare i giovani.
Le società sportive appaiono più fruitori di servizi che protagonisti associativi: ne soffre molto la formazione. Il comitato ha deciso pertanto di andare a trovare le società sportive sul territorio. Questo ha portato ad un timido risveglio.
Ci sono difficoltà nei rapporti con la diocesi e le realtà ecclesiali, a cui sommare le grandi difficoltà economiche per il comitato, a partire dal pagamento delle utenze. Si è chiesto di avere convenzioni con partner commerciali, piuttosto che sponsorizzazioni "diaboliche".
Santino Smedile - Presidente CSI Messina
Ci sono carenze nel rapporto con la diocesi, in quanto non riusciamo ad avere un consulente ecclesiastico.
Solo lo scorso anno, grazie all'intervento dell'Area Territorio siamo riusciti ad avviare un torneo tra le parrocchie.
C'è una concorrenza spietata degli EPS e c'è un abbandono totale delle strutture sportive.
Si sta cercando di ottenere in gestione un impianto sportivo, ma sempre tra mille difficoltà burocratiche.
Mario Taccetta - CSI Palermo
Il comitato è cresciuto molto nel quadriennio, ma non nel rapporto con le parrocchie e comunque ancora in modo insufficiente rispetto alla popolazione.
L'incremento è dovuto al ciclismo e alle convenzioni del nazionale, a cui chiediamo di migliorare e incentivare tali convenzioni.
Il CSI Palermo ritiene che la strategia di crescita debba passare dalle parrocchie e chiede di investire maggiormente in azioni e progettualità. Il consulente ecclesiastico, che inizialmente sembrava entusiasta, ha poi abbandonato il proprio mandato.
Purtroppo, pur avendo la possibilità di realizzare un impianto sportivo su un terreno della curia, non abbiamo le risorse economiche.
Alberto Lo Giudice - CSI Enna
Il comitato è assente nella zona nord, mentre nel resto del territorio si riesce ad operare con attività continuativa e seria. Ad esempio il CSI è l'unico ad organizzare il campionato di calcio a 11. I fiori all'occhiello del comitato sono le attività di campestre e atletica leggera.
Le difficoltà si manifestano:
1) nel ricambio generazionale: ci sono difficoltà nel tenere vicini i giovani;
2) nelle poche risorse economiche;
Ci attendiamo una maggiore attenzione per la gestione delle strutture: materiali promozionali, bandiere, ...
Sono state molto apprezzate le manifestazioni di Gazzetta Cup e JTC.
Le società sportive affiliate non vivono l'associazione: la tecnologia non aiuta la partecipazione.
I rapporti con la Chiesa sono scarsi e occasionali, limitati prevalentemente all'attività estiva.
Angelo Sciuto - Presidente CSI Caltagirone
La povertà è la mancanza degli impianti sportivi nel territorio, anche se si cerca di sopperire con luoghi non sportivi, come le piazze e strade.
Si è investito sull'attività giovanile, che ha comportato minori risorse economiche, ma che ha riportato il comitato alla sua finalità. Non sempre troviamo la spalla delle parrocchie, nonostante la grande sintonia con il vescovo. Non riusciamo a far radicare l'attività nella parrocchia, in modo continuativo e aldilà delle manifestazioni che organizziamo (es. JTC).
Ci siamo impegnati a organizzare un torneo di calcio a 5 rivolto all'integrazione di giovani immigrati: tutto senza aiuto o sostegno dell'amministrazione.
Il futuro prossimo è ancora più preoccupante: saranno chiusi gli impianti comunali per mancanza di risorse economiche per la manutenzione.
Il problema dell'obbligo del defibrillatore è una legge assurda: il CSI si dovrebbe muovere per cambiare questa legge.
Chiediamo alla Presidenza nazionale di snellire la burocrazia: gli adempimenti stanno diventando troppo onerosi in termini di impegno.
Non vorrei che il tour delle regioni sia come le visite pastorali che poi rimangono semplici incontri di rappresentanza.
Esprime preoccupazione rispetto allo Statuto, in quanto una confederazione non può offrire una identità unica.
Carmine Vinci - Presidente CSI Noto
Si è cercato di coinvolgere tanti giovani, cercando di metterci entusiasmo e passione. Tuttavia questi aspetti non bastano se non ci sono risorse umane e risorse economiche.
I piccoli comitati passano il tempo a lottare con le difficoltà della vita quotidiana, con il tempo che può dedicare il volontariato. Non c'è il tempo nemmeno per leggere tutte le comunicazioni che arrivano dal nazionale.
Attraverso il bando sport e parrocchie abbiamo potuto fare attività sportiva continuativa per cinque mesi. Di fatto non servono molte risorse per realizzare una attività.
Molti comitati sono destinati a chiudere se non c'è un aiuto del nazionale.
Don Alfio Privitera - Vicerettore del Seminario Vescovile di Acireale
Spiega la collaborazione con il comitato territoriale di Acireale denominata "Una rete per la Caritas". Questo è un piccolo circolo virtuoso, in quanto i futuri sacerdoti si stanno oggi formando ad una sensibilità nuova verso il CSI.
Salvo Raffa - Presidente CSI Acireale
Il comitato compirà 65 anni il 3 gennaio 2016. Nell'ultimo quadriennio il comitato è cresciuto: da sempre ha stretto rapporti con la diocesi, con l'Azione Cattolica e con il seminario.
L'impegno dei dirigenti è basato sul volontariato: da un lato è il punto di forza, dall'altro manifesta i limiti organizzativi.
Questo comunque non ha fermato la crescita, numerica e di presenza sul territorio. I rapporti con l'amministrazione comunale sono ottimi e questo sta permettendo al CSI di aumentare il peso e l'autorevolezza.
Dobbiamo essere pronti a raccogliere la sfida delle società sportive che fuoriescono dalle federazioni, accogliendole ma chiedendo loro di sposare il nostro progetto.
Chiediamo alla Presidenza nazionale di investire maggiormente sui territori, attraverso i bandi. Abbiamo bisogno di azioni più concrete, in quanto sentiamo lontana la Presidenza nazionale. Abbiamo bisogno di un percorso condiviso con il territorio che non sia fatto soltanto da comunicazioni via email.