In Sardegna fa tappa il Tour delle Regioni
Si é svolta sabato 28 novembre a Sassari una delle ultime tappe del Tour delle Regioni. Presenti all'incontro il presidente nazionale Massimo Achini, il direttore dell'Area Territorio Daniele Pasquini, il presidente regionale Andrea Nazzaro e i presidenti dei comitati di Cagliari, Sassari, Carbonia e Gallura Anglona.
Maurizio Siddi, presidente CSI Cagliari
Racconta che quando divenne presidente del CSI Cagliari si rese conto di una associazione che rischiava di non essere più conosciuta sul territorio, pertanto la priorità divenne realizzare iniziative per dare nuova visibilità al CSI.
Si è lavorato in sinergia con i comitati territoriali limitrofi, in particolare sull'attività giovanile e sulla promozione dello sport di base. Si sono avviate progettualità rispetto alla promozione di sport all'aria aperta per combattere la sedentarietà e l'obesità: in particolare "Quartieri in gara", progetto realizzato insieme alle istituzioni e al CONI. Questo ha portato a sensibilizzare la Regione Sardegna sullo sport di cittadinanza, come stile di vita.
Altre iniziative hanno coinvolto la cittadinanza, come ad esempio la corsa di Natale, con i runners vestiti da Babbo Natale. Questi eventi hanno come finalità la comunicazione.
Sempre nell'ambito della comunicazione é stata lanciata una campagna "Ci SI innamora", sullo stile di vita salutare, sui defibrillatori, ...
La debolezza del comitato è la mancanza di una struttura organizzata e stabile, in quanto basata sul volontariato che non garantisce competenza e continuità.
La Presidenza nazionale dovrebbe formare a titolo gratuito i dirigenti delle strutture associative, dovrebbe essere più veloce e snella nella formazione. Inoltre auspica che la formazione sia un requisito obbligatorio per le società affiliate.
La JTC, Gazzetta Cup e le atre iniziative sportive a progetto sono esperienze fondamentali. In queste manifestazioni è emerso il vero spirito sportivo. Auspica che la Presidenza nazionale possa continuare queste iniziative.
Non c'è una partecipazione attiva delle società sportive alla vita del comitato, in quanto già molto oberate nei loro impegni. Spesso le società, magari anche se condividono i valori del CSI, non li promuovono e non promuovono il CSI. I tesserati difficilmente sanno di essere CSI. Si è cercato pertanto di bypassare il "tappo" delle società sportive, raggiungendo con una newsletter direttamente i singoli tesserati.
Chiede alla Presidenza nazionale di:
- mandare informazioni per la programmazione in tempo opportuno;
- realizzare incontri periodici attraverso videoconferenze;
- fare maggior gioco di squadra.
Luigi Cossu, presidente CSI Carbonia-Iglesias
Il comitato ha ereditato un debito di tesseramento che gli sta impedendo di rilanciarsi, non potendo richiedere nemmeno un contributo dalla Presidenza nazionale.
Manifesta difficoltà nel trovare 8 consiglieri per il comitato. Il comitato è molto piccolo e in grande difficoltà e il giorno in cui la parrocchia che ospita la sede chiederà l'affitto, il comitato sarà costretto a chiudere.
Sul territorio inoltre ci sono nuovi enti di promozione che fanno concorrenza.
Mario Cossu, presidente CSI Gallura Anglona
Il comitato rispetto al passato ha perso dei numeri di tesserati e società, dovuto alla scelta di fidelizzare le società attraverso una qualità della proposta sportiva e non solo cercando e rincorrendo i numeri.
L'attività preminente è il calcio, ma il comitato organizza anche attività nelle scuole e in carcere.
Per questo il CSI è ben conosciuto e riconosciuto nel territorio della Gallura.
L'obiettivo è mantenere la serietà della proposta sportiva, pur garantendo la vicinanza alle esigenze delle società sportive. Essere CSI é prima di tutto qualità e non solo quantità.
Chiede ai comitati sardi di migliorare i rapporti per realizzare circuiti di attività comuni. Se i comitati ci sono solo sulla carta, è meglio che i comitati più attivi si spartiscano il territorio.
Si rammarica con il presidente regionale per essere stato "assente" e confessa di essersi appoggiato alla Presidenza nazionale nei casi di bisogno.
Mario Casu, presidente CSI Sassari
Il comitato organizza prima dell'avvio del campionato un corso di formazione "associativo" per gli allenatori. Questo ha portato ad un cambiamento di stile e ad un miglioramento dell'attività.
La crescita del comitato avvenuta negli ultimi anni é strutturale ed é frutto di un lavoro lungo sette anni: coinvolgendo i giovani, valorizzando le professionalità, avviando nuove attività.
La qualità della proposta porta all'incremento numerico. Sono l'etica e i valori del CSI a fare la differenza nel mercato delle proposte sportive.
Spiega che sta riordinando tutte le carte storiche del comitato, da cui emerge lo spirito vero dell'Associazione.
Rispetto alle iniziative del nazionale, si rammarica che dopo un prezioso lavoro sulla JTC la Sardegna è rimasta estromessa da questo progetto solo per il fatto che il Cagliari Calcio é sceso in serie B. Chiede che la Sardegna possa partecipare comunque.
Le difficoltà vissute a livello regionale sono nate prima di tutto dai comitati, che non hanno saputo sostenere il Presidente regionale nel suo momento di difficoltà.
Spiega che si sta cercando di differenziare l'attività e la proposta sportiva, coinvolgendo persone nuove. Saluta Sanna, campione mondiale di pesistica, che sta avvicinandosi alla vita del CSI.
Alla Presidenza nazionale chiede di mettersi a disposizione dei medi comitati, aiutandoli a diventare grandi.
Andrea Nazzaro, presidente CSI Sardegna
Ricorda che la geografia della Sardegna non permette ad alcuni comitati di essere sostenibili: Ogliastra, Nuoro, Carbonia. Riflette sull'opportunità di accorpare Nuoro e Ogliastra.
Il comitato di Oristano vive in una situazione di difficoltà, dovuto al fatto che si basa solo sul calcio e la concorrenza della FIGC sull'impiantistica è diventata insostenibile.
Ricorda che i numeri dei tesserati e le Associazioni iscritte al Registro regionale delle ASD sono fondamentali per accedere ai contributi.
Ammette una mancanza di presenza della figura del Presidente a livello regionale, ma richiama anche la responsabilità dei comitati a segnalare persone reali e disponibili a livello regionale.
La collaborazione tra i comitati non deve portare a far sì che i comitati più grandi fagocitino quelli più piccoli.
Ricorda che i numeri vanno analizzati, differenziando tra tesserati che fanno realmente attività da quelli free sport e parrocchie.
Chiede di non soffermarsi alla mancanza della JTC in Sardegna, ricordando l'opportunità che la Presidenza nazionale offre con la Volley Tim Cup.
CSI Oristano
Non presente, ha inviato il contributo in allegato.