4 dicembre 2015

Assisi 2015: in apertura spiritualità e allegria

Alla Domus Pacis, prima giornata del tradizionale appuntamento ciessino nel capoluogo di Francesco. Oltre 400 presenti al meeting intitolato “Alla luce del sole”. Oggi il pellegrinaggio dalla Porziuncola alla Basilica superiore di San Francesco

E’ l’allegria che ci rende leggeri” introduce così venerdì 4 dicembre il direttore dell’Area Welfare, Michele Marchetti, i lavori di Assisi 2015, da quindici anni nel capoluogo francescano il tradizionale meeting del Csi, che quest’anno raduna oltre 400 associati, fra dirigenti, operatori e volontari dell’associazione sportiva di ispirazione cristiana.

Un ‘Assisi’ che apre lo sguardo - spiega Marchetti in apertura - evitando le opinioni, ma invitando al confronto delle idee. Un incontro di persone, con contenuti, non piene di alibi e pregiudizi. Per rimanere fedeli all’identità, alla storia”. Nel 2016, il Csi vivrà la sua stagione assembleare. “Cambiare quello che e chi si deve, per restare l’associazione di sempre. Uniti e diversi; pronti al cambiamento nella continuità di una storia esigente e ricca.”

Sport, formazione, attività giovanile, parrocchia, organizzazione, marketing, disabilità, sussidiarietà sono alcuni temi dei tavoli “proposti” dal Csi nella tre giorni assisana per stimolare il confronto e il dibattito associativo.

 

“Cambiano le leggi sul sociale; cambiano le forme delle società sportive – spiega Marchetti - nascono nuove discipline sportive; i ragazzi italiani sono i più obesi di Europa e anche i meno attivi; l’educazione sta diventando un ambito di mercato, scambio e confronto durissimo. Proprio per questo, per lanciarci in una fraternità di ascolto e dialogo, Assisi 2015 presenta tanti momenti, nei tavoli, per vedere non solo con i propri, ma anche con gli occhi dell’altro. Alla luce del sole, cercheremo di accompagnarci per spazzare le ombre che un’associazione matura affronta riscaldando l’immaginazione e facendo i conti con il reale, con quello che accade e si butta a capofitto al servizio delle persone”

E’ la musica ad introdurre il passaggio sul palco al consulente ecclesiastico nazionale, don Alessio Albertini. “Per fare un tavolo ci vuole un fiore” - ricorda in chiusura Marchetti un vecchio ritornello– “Ed un bravo giardiniere per farlo crescere”.

Ecco allora l’intervento di Don Alessio, collegato anche in scena sul palcoscenico allo storico musical “Aggiungi un posto a tavola”.

Il piacere di Assisi è il bello della città e lo straordinario di Francesco. Ritrovarsi da grande famiglia quale è il Csi, qui, davanti la Porziuncola, come nel maggio 1221 accadde nel “capitolo delle stuoie” a Francesco,  per raccontare la bellezza del Vangelo di Gesù”. I tavoli sono i protagonisti di Assisi 2015 ed ecco quindi che Don Alessio rammenta come Cristo abbia raccontato le cose più belle di Dio, attorno a un tavolo, dalle Nozze di Cana, al pranzo con Zaccheo, scovato dal Messia nascosto in mezzo ai rami del sicomoro in Palestina, fino al momento solenne dell'ultima cena. “Proprio in quel gesto per eccellenza dell’eucaristia – sottolinea il sacerdote – non c’è una pretesa, ma una condivisione, di tutti, compresi noi che non c’eravamo. Attorno a un tavolo quindi ci si mette più insieme. Perché si è più ricchi.
Attorno a un tavolo perché ci cerchiamo, vogliamo scambiarci qualcosa, guardandoci negli occhi”.
Da qui l’invito di don Alessio ai partecipanti. “Non abbiamo paura di avere dei rivali. Davanti a noi ci sono persone che vogliono crescere. Non siamo gelosi se l'altro sembra trovare una strada diversa dalla mia.
Occorre trovare il coraggio di stare nel “ruscello” con il nostro rivale (rivale etimologicamente deriva da rivus, ruscello d’acqua). Condividendo con lui, senza essere tentati di sopraffarlo. Occorre mostrarsi per come si è, porgere l’altra guancia, se necessario, subìto lo schiaffo del disonore, perché l'onore non è dato dalle etichette, ma è la misura di quanto una persona dirà e sarà vera”.

L’ultimo messaggio di don Alessio alla platea di Assisi 2015 è la metafora di un’associazione come un passeggero aereo di un low cost.
“Ci aspettiamo una cosa ma troviamo l'esatto opposto. La realtà non è come ce la immaginavamo. Se dunque sei deluso dalla tua comunità – riflette l’istrionico consulente - è questo magari un modo con cui il Signore ti sta spronando. Se una comunità di cristiani ti delude il Signore ci dice che sta sfuggendo ciò che dobbiamo cercare: Dio stesso.
Non dobbiamo legarci dunque alle persone. Penso ad esempio al figliol prodigo e al figlio maggiore. In quella parabola
– ricorda don Alessio - pochi si soffermano sulla figura del padre, che ama subito a fronte di un figlio che dice “Tu non esisti più… Dammi la mia parte di eredità… Io non sono come quello...”. Nessuno dei due e forse neppure noi, capiamo il grande desiderio di mettere i due figli seduti nello stesso tavolo e condividere la stessa gioia del padre. Non siamo fotocopie, ma mettiamoci seduti e partecipiamo alle conquiste e ai fallimenti della nostra famiglia del Csi. E domani, quando ci sediamo a un tavolo, mi piacerebbe che aprissimo gli occhi, c'è gente, bella gente, quella del Csi”.

 

La prima serata di Assisi si conclude con le immagini, le emozioni, le coreografie ed il sorriso festoso di “Difendiamo l’Allegria” il musical, ispirato all’insegnamento di Don Giovanni Bosco, realizzato dal gruppo canoro Juppiter, guidato da Salvatore Regoli e dalle sue giovanissime ginnaste. Un incontro ed un momento magico immerso nello spirito di Francesco, giullare di Dio, per far vivere la grande esperienza dell’allegria.

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