In Irlanda del Nord l’«International Board» della Fifa deciderà se introdurre l’espulsione a tempo anche nel calcio mondiale. Se il presidente Sepp Blatter e soci diranno sì al progetto potremo affermare, con un po’ di orgoglio, che la nuova norma Fifa è nata in casa CSI. Come sapete, infatti, nei nostri regolamenti il “cartellino azzurro” è realtà già da 4 anni. «Anticipare i tempi» introducendo iniziative diventate poi patrimonio del resto dello sport è stato da sempre il destino del CSI. Sono cose che ogni tanto conviene ricordare. All’indomani della sua costituzione, nell’immediato dopoguerra, il Centro Sportivo Italiano iniziò una campagna affinché nelle scuole l’avviamento allo sport subentrasse all’educazione fisica. Dalle parole ai fatti: di lì a poco il CSI ottenne dal ministero della Pubblica istruzione di organizzare in esclusiva, per quasi due decenni, i Campionati studenteschi e i Criterium studenteschi, due sue “invenzioni”, manifestazioni nazionali a carattere promozionale, antenate di quei Giochi della Gioventù lanciati dal Coni alla fine degli anni ’60. Nei primi anni Cinquanta fui il CSI a rendersi conto che anche i disabili hanno il diritto di praticare lo sport, e firmò convenzioni con l’Ente sordomuti e l’Unione Ciechi. Furono le prime esperienze del genere nel sistema sportivo italiano. Nel 1960 cominciò un impegno serrato, affinché le istituzioni (centrali e locali) si impegnassero nella politica sportiva. Organizzando il Convegno «Sport e Comune» (Lecco, 1960), che ebbe partecipazione e risonanza enormi, il CSI chiese l’obbligatorietà degli assessorati allo sport in ogni Comune, con specifiche dotazioni di bilancio, poiché la legge allora non prevedeva per i Comuni alcun obbligo di spesa per lo sport, né l’istituzione del relativo assessorato. Nel 1976, in un clima di scetticismo generale, il Centro Sportivo Italiano lanciò l’Itinerario sportivo-educativo, che prevedeva attività differenziate per ogni fascia di età, ma tali da costituire nell’insieme un percorso di vita, uno strumento di educazione permanente dall’infanzia all’età anziana. Nel giro di un decennio questi principi si fecero largo nelle proposte della stragrande maggioranza delle Federazioni sportive nazionali per quanto riguarda l’attività giovanile e amatoriale. Di esempi se ne potrebbero fare altri, sino ad arrivare ai nostri giorni con la storica decisione sulle espulsioni a tempo nel calcio che la Fifa prenderà nel corso di questo week-end. E pensare che qualcuno si ostina a ritenere il nostro uno «sport di serie B». Nossignori, quello del CSI è ed è sempre stato uno «sport di serie A». Dove A sta anche per capacità di “anticipare” i tempi.