5 luglio 2016

Stato di salute dello sport: audizione del Csi in Senato

Martedi 5 luglio al Senato in merito all'Affare assegnato sullo stato di salute dello sport e la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, l'Ufficio di Presidenza della Commissione Istruzione, ha svolto l’audizione del rappresentante del Centro sportivo italiano. Leggi o guarda l’intervento del presidente nazionale Vittorio Bosio

In merito all'Affare assegnato n. 715 sullo stato di salute dello sport e sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, martedì 5 luglio, l'Ufficio di Presidenza della 7^ Commissione del Senato della Repubblica (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) ha svolto le audizioni di rappresentanti del Centro sportivo italiano (CSI) e della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Sugli ambiti tematici assegnati dalla Commissione Cultura del Senato è intervenuto il presidente nazionale del Csi, Vittorio Bosio, accompagnato dal direttore dell’Area Sport e Cittadinanza del Csi, Sergio Contrini.

Nei venti minuti, innanzi alla relatrice Josefa Idem, Bosio ha passato in rassegna i dati più significativi raccolti su temi caldi, quali l’emergenza sociale e sanitaria, l’inclusione sociale di persone con disabilità motoria e disturbi psichici, o nelle periferie urbane, o per i soggetti socialmente svantaggiati che fanno abuso di droghe o alcool. Il numero uno del Csi ha inoltre relazionato su sport e terza età e sulle positive recenti esperienze progettuali del Csi nel contrasto a problemi giovanili quali bullismo, cyber bullismo ed ogni tipo di discriminazione. L’ultima sottolineatura in aula è stata sulla grande capacità insita nello sport di costruire ponti con gli immigrati.

In conclusione, tra le richieste del Csi al Parlamento e al Governo, per preparare l’Italia dello sport e non solo alla candidatura olimpica ci sono quella di favorire l’incontro tra pubblico, autonomia scolastica e privato sociale, al fine di costruire un’alleanza di qualità; quella di riconoscere il volontariato e la professionalità nello sport dilettantistico, offrendo un quadro normativo specifico per tutto lo sport di promozione sociale, distinguendo nettamente i soggetti sportivi a vocazione commerciale da quelli a vocazione sociale; e infine il coinvolgimento, nella candidatura olimpica, dei soggetti locali dell’associazionismo sportivo e l’attivazione di processi di semplificazione e di riconoscimento delle società sportive, per garantirne la sopravvivenza. Senza di esse, così capillari e garanzia di benessere sociale, lo sport italiano non può dirsi in salute.