5 ottobre 2016

Papa Francesco: "con la fede contro ogni manipolazione"

Dal Cio all'Onu conferenza in Vaticano: presente il Csi

L’ incontro mondiale su "Sport e Fede" promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura ha visto la cerimonia di apertura presso l'Aula Paolo VI in Vaticano alla presenza di autorevoli ospiti internazionali dello sport e della Chiesa

Lo sport e la fede uniti per superare le divisioni e per lottare contro le "manipolazioni e la corruzione". Le parole di Papa Francesco risuonano all'Aula Paolo VI in Vaticano, in occasione della cerimonia di apertura di 'Sport at the service of Humanity', la prima conferenza globale su fede e sport, che ha visto la partecipazione in Vaticano delle massime rappresentanze religiose e quelle sportive nazionali e internazionali. Dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, al presidente del Cio, Thomas Bach, oltre al numero uno del Coni, Giovanni Malagò e al presidente e al consulente ecclesiastico nazionale del Csi, Vittorio Bosio, e don Alessio Albertini, tutti presenti in platea.

"Una sfida per voi – il monito del Pontefice - rappresentanti dello sport e delle aziende che sponsorizzano gli eventi sportivi, è quella di mantenere la genuinità dello sport, proteggerlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale" un passaggio del discorso di Francesco. "Ringrazio pertanto tutti voi per i vostri sforzi nello sradicare ogni forma di corruzione e manipolazione", ha quindi messo in risalto il Santo Padre, rivolgendosi ai tanti sportivi presenti all'appuntamento. Francesco ha sottolineato anche l'importanza dello sport "amateur", perché "c'è anche uno sport dilettantistico, amatoriale, ricreativo, non finalizzato alla competizione, ma che consente a tutti di migliorare la salute e il benessere, imparare a lavorare in squadra, saper vincere ma anche saper perdere". Nel ringraziare il Pontefice e il Cio "per la loro volontà di unire persone di fedi diverse attraverso lo sport", Ban Ki-moon ha rilevato che "la fede e lo sport sono basati sui valori del rispetto e dell'amicizia. Trascendono le barriere etniche e nazionali, possono aiutarci nel raggiungere i nostri obiettivi guidando un cambiamento sociale attraverso la tolleranza e la pace. Noi diamo un grande valore ai progetti umanitari del Cio e del Comitato paralimpico". Ruolo fondamentale di raccordo è proprio il Cio: "Nel nostro fragile mondo di oggi, scosso da conflitti, crisi e sfiducia, il messaggio della nostra comune umanità è più forte delle forze che vogliono dividerci, è più attuale che mai", dichiara Bach, sottolineando gli esempi positivi promossi in occasione delle recenti Olimpiadi di Rio 2016: "Il nostro 'Olympic Solidarity programme', che sostiene gli atleti di tutto il mondo e per la prima volta in assoluto la squadra olimpica dei rifugiati". Tra questi, Paulo Amotun Lokoro, 24 anni del Sud Sudan: "A nome degli oltre 65milioni di rifugiati nel mondo voglio dire che abbiamo bisogno di pace. La pace ci fa stare a casa, la guerra invece ci fa fuggire", il suo appello in Aula Paolo VI. La cerimonia si è aperta con il calcio d'inizio simbolico di Alex Del Piero: "Nella vita ho sempre dato il massimo, ho inseguito i miei sogni con umiltà", le parole del campione del mondo nel 2006. "Ho sempre creduto nelle mie possibilità - ha spiegato invece l'ex schermitrice Valentina Vezzali - ma senza famiglia e fede non avrei raggiunto tanti traguardi". In apertura erano stati sei campioni azzurri, Valentina Vezzali, Alex Del Piero, Igor Cassina, Odette Giuffrida e Amaurys Perez a danzare e mostrare i loro "attrezzi sportivi" davanti al Papa come segno della volontà di diffondere i valori dello sport, del rispetto e della pace attraverso la propria disciplina.
Ciascuno collegato ai Sei principi etici dello sport di “Sport at the sevice of the humanity”: Rispetto, Compassione, Amore, Ispirazione, Equilibrio e Gioia. “E’ stato un incontro significativo, emozionante e ricco di spunti - ha dichiarato al termine della cerimonia il presidente del Csi Bosio – E’ importante e sempre bello ascoltare le parole del ‘nostro capitano’ così come chiamammo Francesco il 7 giugno 2014, nel corso dell’anniversario dell’Associazione. La storia del Csi corre sul binario di sport e fede ed eventi come questo sono fondamentali soprattutto per i giovani”. Con lui don Albertini: “Sui 6 pilastri enunciati oggi e portati simbolicamente sul palco con le tradizionali lampade di Assisi anche da alcuni ragazzi degli oratori del Csi convergerà in futuro la riflessione approfondita dell’associazione”.

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