Clericus Cup alla final 4. Ci arrivano le solite note, Mater Ecclesiae e Redemptoris Mater, per loro un’abitudine arrivare fin qua, il North American Martyrs, quarto un anno fa, colpito nel supplementare della finalina 2008 da quel biondo Joao Kalevski, che oggi fa la gioia dei Martyrs. Prima volta assoluta invece per il Collegio Urbano, la formazione biancogialla (i colori della Città del Vaticano, nel cui territorio è situato il grande seminario, che si erge sulle rampe del Granicolo sovrastando Piazza San Pietro) Giusto a due passi dal Collegio Nordamericano. Salutano il campionato alcuni protagonisti. Lascia alla sua maniera, e cioè con un gol d’autore, Edouard Sinayobye il ruandese paolino oggi leader nella classifica dei bomber in tonaca, con le sue 12 reti. Se ne va anche Kiseli il bomber africano (9 gol) in forza ai padri agostiniani. Arrivederci anche per Padrecito Farina, sacerdote leader dell’undici guanelliano, l’ultimo ad arrendersi.
Di fatti i guanelliani hanno ceduto, dopo avere tante occasioni da rete, ai nordamericani, solo ai supplementari. Di Gallagher il gol a stelle e strisce. Pareggio del paraguiano Sergio Gavilan. Nel primo supplementare sfiorano il vantaggio ancora gli undici di Don Guanella con Gavilan e con Ismael Torales. A metà secondo tempo la doccia fredda con Felix Guerriero, troppo lezioso nel dribblare al limite d’area di rigore. Il break di Morrison che pesca libero in area Kalevski. Un cognome che di traduce in gol sia in brasiliano la sua nazione sia in americano la sua squadra. Joao (auguri!) domani è prossimo a ricevere i voti perpetui, esulta per il suo undicesimo gol. Chissà se nelle restanti due partite non riesca a regalarsi il premio di miglior bomber.
 
La cronaca dei quarti racconta tre gol di scarto negli altri tre match. Se l’Urbano è frenato al primo tempo dalla coriacea resistenza gregoriana, dilaga poi nella ripresa sul 3-0 l’undici del camerunese don Emile Dibongue, vicerettore del pontificio Collegio Urbano e allenatore dei leoni africani (in gol vanno il birmano Oo Kyaw, il ghanese Boakye e il tanzaniano Kassana).
Facile il 4-1 Mater Ecclesiae, sui padri agostiniani (gol di Botero, il capitano dell’Ecclesiae, con la fascia vaticana al braccio, Laime, De Paz e Garcia; e Dingida per l’Augustinianum prima di finire sotto la doccia).
Red Mat – San Paolo si chiude con un vibrante di gioco e di polemiche 7-4 con reti gialloblu di Grisanti (2), Voltaggio, rigore di Tisato, Del Prete, Alfonso Torres (2) e sigilli paolini del bomber ruandese Sinayobye, doppietta dell’incontenibile birmano Thang e gol del giapponese Yamashita. I paolini lasciano il torneo a testa alta, dal 4-1 del primo tempo si erano portati infatti sul 5-4 , sfiorando il 5-5 a pochi minuti dal termine quando il polacco neocatecumenale Michal Wisniewski ha salvato sulla linea la bella incornata di Abu-Frimpong.
Le due squadre mariane dovranno fare a meno di un elemento ciascuno. Saranno squalificati infatti due dei tre espulsi di giornata, Villagomez per il Mater Ecclesiae e Andrea Itta per i neocatecumenali. Con loro anche Dingida nel taccuino dei cattivi, in un sabato che al primo caldo primaverile ha surriscaldato anche gli animi in campo.
E’ comunque stata la giornata dei primi pensieri rivolti dalla Clericus Cup ai terremotati. Sotto la maglia celeste del Mater Ecclesiae, il boliviano Rolando Laime, tra i pochi veri fuoriclasse del torneo calcistico pontificio, ha mostrato una t-shirt azzurra con scritto “Abruzzo non siete soli!” un chiaro segnale di vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma, oltre alla preghiera comune anche alle altre squadre giunte ai quarti. Poi vanno ricordati i tre giocatori della Gregoriana di origini armene, il portiere Jonny Blbleh, Ghazar Bedrossian, e l’esterno Robert Badichac, giocano con il lutto al braccio in memoria del genocidio armeno in Turchia del 24 aprile 1915.