Gioia a stelle e strisce. La Clericus Cup regala lo storico accesso in finale al collegio nordamericano, unica squadra ancora imbattuta sul campo in questa edizione del torneo vaticano. I campioni del Mater Ecclesiae, lasciano lo scudetto ai rigori, battuti dal North American Martyrs, il collegio gianicolense dove studiano e si allenano i seminaristi statunitensi. Dopo lo 0-0 dei 60 regolamentari, in cui si contano un occasione per parte (un salvataggio Usa su tiro del salvadoregno Pineda e una traversa nordamericana, a 15’ dallo scadere) arrivano i supplementari. Venti minuti con poche emozioni e senza Botero, la stella del Mater Ecclesiae, il bomber autore di gol decisivi nella letteratura Clericus. Il colombiano si fa male al sopracciglio e così il Mat Ecc è costretto a schierare il non al meglio Rolandinho Laime. L’uomo della Provvidenza sarà decisivo. Dal dischetto i campioni vano sul 3-2 dopo l’errore statunitense di capitan Morrison. Ma al quarto penalty arriva sul dischetto Gannon Jones il canguro australiano estremo difensore della porta americana. Prima trasforma il suo rigore poi para il tiro di Laime. Quindi è il brasiliano del Nac il catarineense bomber Kalevski, a portare in vantaggio i Martyrs. Quando il messicano Edwin Agurto va dagli undici metri il destino è già segnato. Palla fuori. Passa il North American College. Festa incontenibile per i supporter a stelle e strisce con Capitan America a guidare i supereroi americani.
 
Allora una sola squadra mariana giocherà la finale del 23 maggio della Clericus Cup. E’ il Redemptoris Mater, la formazione neocatecumenale che porta i colori gialloblu in finale per la terza volta consecutiva. Facile il 4-1 su un Collegio Urbano irriconoscibile, fermo sulle gambe e poco incisivo. Subito in vantaggio il Red Mat con un gran destro del messicano Alfonso Torres dal limite dell’area. Grisanti sciupa il raddoppio che arriva al quarto d’ora con il solito capitan Tisato, il clivense leader della formazione allenata da Simone Biondi , oggi sostituito in panchina da Benedetto Paniccia. La reazione dell’Urbano è debole e si concretizza poco prima dell’intervallo quando su un bolide del ghanese Boakye, Lanzani fa il miracolo ma non può nulla sul tap-in dell’aquila Mbimi, il congolese bomber dell’edizione 2008. Nella ripresa il Red Mat fissa subito il punteggio con la rete dell’esterno (ecuadoregno di Quito) Juan Pablo Fernandez. Poco Urbano fino alla fine quando arriva anche il lob di Alfonso Torres che insacca il camerunese Djon Limay, non esente da responsabilità.
Terzo tempo di preghiera. Entrambe le semifinali si sono chiuse sotto al Cupolone con vincitori e vinti uniti nell’Ave Maria e la solita danza Red Mat, a fine gara, ispirata all’Inno di Mosé e dedicata dall'undici gialloblu al seminarista Francesco Voltaggio, operato nei giorni scorsi al ginocchio dopo l'infortunio occorsogli nel quarto di finale.