-IL PUNTO- Mettiamoci in gioco per abbattere ogni barriera.
Quando, quattro anni fa, nel corso di una riunione al CONI, prese forma l’idea di una partnership tra il Comitato Italiano Paralimpico e Enel Cuore Onlus per promuovere la pratica sportiva tra le persone disabili attraverso un progetto mirato, probabilmente nessuno dei presenti avrebbe immaginato che, a distanza di tempo, quell’idea, tratteggiata su un foglio di carta, sarebbe diventata un evento dalle mille sfaccettature, ricco di contenuti, di storie e di legami sempre più forti con il mondo della scuola, portatrice di un messaggio chiaro e forte: lo sport unisce, non fa differenze. La IV edizione della Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, che si è svolta lo scorso 15 ottobre in 11 città italiane, mi ha confermato, ancora una volta, quanto necessarie siano manifestazioni come questa, che tratteggiano le centinaia di iniziative di sport integrato realizzate all’interno della scuola, come se riuscissero a far dimenticare, per qualche ora, i momenti di ghettizzazione (spero sempre meno) vissuti dagli studenti disabili durante l’ora di educazione fisica. La Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico dimostra quanto fondamentali si rivelino i rapporti con istituzioni, organi di comunicazione e enti di promozione sportiva, con il necessario coinvolgimento di amici vecchi e nuovi. Queste prove si sostengono e si vincono soltanto se si crea una squadra, che comprenda ogni giocatore funzionale al progetto, anche l’ultimo arrivato. È il caso del Centro Sportivo Italiano. Per la prima volta, infatti, dalla sua nascita, l’organizzazione della Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico ha avuto un nuovo compagno di viaggio, quel CSI che, è bene ricordarlo, è ente di promozione del CONI, ma anche del CIP. «Ci sono partite che non possiamo perdere: battere le barriere è una di queste», ha dichiarato il presidente Massimo Achini al termine della conferenza stampa di presentazione dell’evento. Parole che sottoscrivo, completamente, convinto come sono che, per vincere partite come queste, serve il contributo di tutti, nessuno escluso. Sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. La disponibilità di Andrea Bargnani, giocatore dell’Nba statunitense, quest’anno e quella di Valentina Vezzali nell’edizione 2008, quali testimonial della campagna di comunicazione ideata da Enel Cuore, lo affermano senza dubbio alcuno: lo sport è strumento di normalità. Viviamolo con la gioia di chi vive una disabilità con il sorriso.