-IL PUNTO- Una Carta dei diritti per educare nel gioco.
Un dettaglio antico può valorizzare ogni tipo di arredamento, anche quello più moderno. È per questo che i mercatini di antiquariato sono anche oggi tra i posti più frequentati. Anche noi abbiamo fatto un salto nel passato, per proporvi un prezioso “pezzo” da appendere negli spogliatoi, nella sede della società sportiva, nel bar o nella bacheca dell’oratorio. Si tratta della “Carta dei diritti dei bambini nello sport”, emanata dall’Unesco ben 17 anni fa. Un po’ vecchiotta, direte voi. Nulla di più falso: quei diritti sono attuali come mai. Nel leggerli siamo tutti d’accordo. Impossibile trovare un genitore, un allenatore, un dirigente che “a tavolino” non condivida fortemente, uno per uno, i diritti indicati nel documento. Il problema è riuscire ad essere coerenti con quei principi dopo, nel corso della stagione. Troppe volte durante le partite e persino durante gli allenamenti quei valori finiscono per essere dimenticati e sostituiti con altri obiettivi (vincere, far giocare i più bravi, esasperare la tensione al risultato…) che poco hanno a che fare con l’educazione dei ragazzi. Ecco perché vi suggeriamo di fare una bella fotocopia della Carta (se preferite, potete scaricarla da Internet), metterla in cornice e appenderla ben visibile nei luoghi dove si svolge l’attività sportiva. Non avete idea di quanto vi servirà «trovarvela davanti» per tutto l’anno, magari prima della partita o nei momenti difficili. Già che ci siete, fate anche tante fotocopie e distribuitele ai genitori dicendo: «Guarda che da noi questi diritti esistono davvero… Altro che farne un campioncino in miniatura. Noi vogliamo regalare a tuo figlio un’esperienza di vita fatta così». A Milano, sabato prossimo, si incontreranno 430 dirigenti del Centro Sportivo Italiano provenienti da 101 città italiane. Ci troveremo per presentare la nuova stagione sportiva. Suggeriamo a ciascuna società sportiva di organizzare un incontro nel quale convocare tutti (atleti, dirigenti, mister, collaboratori, genitori..) per presentare la propria stagione 2009/2010. Lo stessa cosa suggeriamo di fare a ciascuno dei Comitati provinciali CSI, invitando società sportive, autorità, arbitri, collaboratori… In quelle occasioni la “Carta dei diritti al gioco” può essere molto utile. Riassume in poche righe le cose che stanno a cuore al CSI e offre infiniti spunti di riflessione. A pensarci bene c’è soltanto una cosa che mette un po’ di tristezza. Dobbiamo ancora ricorrere a un documento “inventato” diciassette anni fa perché da allora di documenti ufficiali che ribadiscano il diritto a far vivere i valori dello sport non ne sono stati realizzati tanti. Ogni commento mi sembra superfluo.