E’ morto Aldo Notario
Presidente CSI per 25 anni
Aldo Notario, storico e importante presidente nazionale dal 1965 e per 25 anni, del Centro Sportivo Italiano, si è spento il 31 agosto 2018 a Roma. Aveva 95 anni. “Con la sua guida il CSI ha realizzato una crescita imponente e un fondamentale radicamento nella società italiana, imponendo di fatto un'idea di sport finalizzato alla formazione e alla crescita delle persone. Visse anche momenti gravi e difficili ma non venne mai meno il suo amore per l'Associazione”. Lo ricorda così in una nota l’attuale presidente nazionale Vittorio Bosio.
"Oggi la Presidenza Nazionale e tutte le realtà associative che fanno capo al Centro Sportivo Italiano onorano la memoria di Notario ed esprimono gratitudine per l'illuminato servizio che seppe garantire al CSI, collocando l'Associazione ai vertici istituzionali sportivi, sociali e culturali. Quello che siamo oggi lo dobbiamo anche al suo prezioso lavoro. Da uomo di grande cultura e di raffinata intelligenza, ha stabilmente inserito il CSI nella grande storia della Nazione italiana".
La carriera nel CSI
Nato nel 1923 a San Benigno Canavese.
Proviene da una famiglia operaia della periferia torinese: il padre fa parte di una cooperativa di facchini e la madre, casalinga, deve lavorare come metalmeccanica per rimediare alle necessità economiche.
Aldo Notario si diploma perito industriale ed entra alla Fiat, ma Carretto lo convince a cambiare mestiere e va a insegnare materie tecniche in una scuola professionale di Condove.
La prima formazione è legata all’oratorio salesiano di via Caboto, dove conosce Carretto e Saletti: “(...) lì ebbi la fortuna di incontrare dei sacerdoti salesiani splendidi e uscì fuori la mia formazione, con un’associazione di Azione Cattolica, di cui divenni prima aspirante, poi aspirante-capo, poi junior”
Passa poi in un centro diocesano come delegato aspiranti e conosce Luciano Tavazza (delegato aspiranti di Ivrea), Enzo Garabello, Armando Sabatini: “(...) fu un momento molto esaltante perché eravamo un gruppo di amici di quell’età, quindicenni, sedicenni, perché i più vecchi erano al fronte e, quindi, fu necessario che noi più giovani assumessimo delle cariche diocesane”.
Dopo l’8 settembre del ’43, il centro diocesano divenne un punto di riferimento della Resistenza torinese: “(...) Fu una grossa esperienza, un’esperienza viva, molto vivace e anche molto sofferta, tenendo presente che, durante la guerra civile, Leopoldo Saletti, allora presidente diocesano, fu preso due volte e messo in galera per essere spedito poi in un campo di concentramento (...) il nostro era un centro di smistamento per mandare gente in montagna (...) Noi del Nord abbiamo vissuto la grande esperienza della Resistenza, della guerra civile, che ci ha fatto maturare molto per le sofferenze che abbiamo patite noi e che abbiamo visto patire dal popolo”.
Alla fine delle guerra è delegato regionale, ma nel settembre 1945 raggiunse Roma, chiamato da Gedda che lo nomina delegato centrale del movimento aspiranti: “(...) trovai una presidenza nazionale un po’ stanca, stanca della guerra, perché consumata dalla guerra, erano tutti uomini che avevano resistito. E poi era il periodo in cui cominciò l’esodo: Giulio Pastore, ne cito uno, Ferdinando Storchi, ne cito un secondo, che erano stati in presidenza nazionale, in quel momento si dedicavano alla politica, dove poi erano entrati”.
Con la presidenza Carretto, Notario passa dal movimento aspiranti a quello juniores, ricoprendo anche l’incarico di delegato centrale.
Negli anni 1949/1950 è consigliere nazionale del Centro Sportivo Italiano e, nel 1951 è nominato vicepresidente nazionale dell’Associazione. Nel 1965, anno in cui il Csi diventa autonomo dalla Giac, viene eletto presidente del Csi [fino ad allora, la carica di presidente del Csi veniva ricoperta dal presidente della Giac].
In quel periodo si impegna nella diffusione dello sport nella scuola e nel mondo del lavoro: è infatti membro di un’apposita commissione del Ministero della Pubblica Istruzione e capo dell’Ufficio stampa dell’Enal.
Lascia il Centro Sportivo Italiano nel 1990 e si occupa di relazioni internazionali con l’associazione Free Culture, che rappresenta in Italia lo Youth for understanding international change, che ha sede a Washington ed è presente in quaranta nazioni; partecipa inoltre ai lavori di Sport for understanding, sezione del Dipartimento interculturale e del pluralismo dell’Unesco.