Promozione sportiva: sempre più autonomia nel finanziamento
È stato appena pubblicato il quarto bollettino dell’Osservatorio Permanente sulla Promozione Sportiva, soggetto nato dalla volontà degli Enti di Promozione Sportiva ACSI, AICS, ASI, CSEN, CSI e OPES di analizzare su basi scientifiche il peso del mondo amatoriale, con la supervisione scientifica del Centro di Ricerche sullo Sport (CeRS) del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma e di SG Plus Ghiretti & Partners.
I dati mostrati in questo bollettino sono il prodotto dell’analisi dei bilanci dei 6 Enti aderenti l’Osservatorio, nell’intervallo di tempo dal 2013 al 2017, rispetto alle seguenti componenti: voci di ricavo, voci di costo e andamento del rapporto ricavi vs costi.
Anticipando le risultanze del focus sulle singole variabili, si evince come il mondo della promozione sportiva sia un universo in crescita e interessato da un cambiamento. Se da una parte, infatti, gli EPS si confermano essere promotori di sport, dall’altro dimostrano di interpretare questa loro missione in modo diverso dal passato. Autofinanziamento, delega al territorio e diversificazione dei ricavi rappresentano gli asset di un mutamento raccontato dai numeri che andiamo a presentare.
Analisi delle voci di ricavo
I ricavi presenti nei bilanci di ACSI, AICS, ASI, CSEN, CSI e OPES, in crescita di oltre il 18%, derivano da una pluralità di fonti. Oltre ai tesseramenti, ai fondi erogati annualmente dal CONI, a quelli derivanti dall’attività sportiva e da progetti sportivi sul territorio, gli Enti traggono risorse dalle attività di formazione, da quelle di welfare, dagli eventi e dalle attività istituzionali, dalle sponsorizzazioni, dalla gestione di impianti sportivi e da altri ricavi (ovvero contributi pubblici; bandi pubblici; eventi sportivi ...).
Guardando all’evoluzione del peso di ciascuna di queste voci nel quinquennio esaminato, si evidenzia chiaramente una tendenza verso un autofinanziamento della propria attività, riscontrabile da una diminuzione dell’incidenza del tesseramento (che pure continua a rappresentare la principale fonte di sostentamento) e del contributo erogato dal CONI (che si attesta al solo 16,6%). Al contrario, emerge un cospicuo incremento delle voci: “altri ricavi” (circa il 104,95%); “eventi e attività istituzionali” (circa il 128,31%) e “attività di formazione” (circa il 47,76%).
Questi elementi sono il segno di un processo di affinamento della cultura manageriale degli Enti di Promozione Sportiva, impegnati a diversificare le proprie entrate, intercettando forme alternative di ricavi - come la partecipazione a bandi pubblici nazionali e/o europei - tali da renderli sempre più competitivi e utili per il pubblico cui si rivolgono.
Analisi delle voci di costo
Anche sul piano dei costi si rileva un mutamento, suggerito da un aumento delle voci di spesa per un totale del 22%. I dati più significativi che emergono dall’analisi dei costi sono relativi sia alla ridotta quota investita per il sostentamento della struttura centrale (solo il 10%), che dimostra la volontà degli Enti di continuare ad investire su attività sportiva e sul territorio (il 90% dei bilanci dei 6 EPS costituenti l’Osservatorio è infatti destinato alle attività sportive e promozionali della periferia e al funzionamento dei loro comitati periferici), sia ad una tendenza verso una maggiore professionalizzazione di settore.
Un accrescimento di professionalità, infatti, raggiungibile anche grazie ad attività onerose, ovvero responsabili di un incremento dei costi, come ad esempio la formazione, gli eventi e le attività istituzionali. Attività che però sono ritenuti fondamentali per uno sviluppo dei dirigenti e dei Comitati, e che vengono quindi sviluppate dagli EPS anche correndo il rischio che queste superino i ricavi.
Analisi costi-ricavi
Infine, il confronto tra costi e ricavi, conferma la centralità dell’attività di promozione e organizzazione di attività sportive per gli EPS.
Ce lo dice la bilancia relativa ai tesseramenti. Questi continuano a restare la principale fonte di ricavo degli EPS, anche se i costi correlati (incluse le spese relative alle assicurazioni annesse) incidono meno sul valore totale, a riprova del fatto che il plusvalore economico derivante viene utilizzato per “finanziare” altri tipi di spese.
Ce lo suggerisce anche l'analisi della bilancia delle attività sportive, per organizzare le quali gli EPS devono sostenere spese di maggior peso rispetto ai ricavi sui valori complessivi, sintomo del fatto che alcune attività possano essere sviluppate anche “in perdita” pur di permettere lo svolgimento e la diffusione delle stesse.
Interessante è, invece, osservare come i fondi pubblici ricevuti dal CONI siano utilizzati per coprire le spese sostenute per gli organi statutari e per il sostegno dei comitati territoriali, ma solo in forma parziale. Da qui, la necessità per il management sportivo di individuare altre fonti di sostentamento delle proprie attività.
In allegato il bollettino dettagliato cui i dati si riferiscono.