7 dicembre 2019

Speciale Assisi 2019

Tutti gli aggiornamenti sui principali momenti del meeting nazionale dirigenti

Dal 6 all'8 dicembre torna ad Assisi il principale appuntamento per i dirigenti associativi. 

In questa sezione del sito è possibile seguire tutti gli aggiornamenti relativi ai principali momenti del meeting.

FOTOGALLERY -> http://bit.ly/38h06LQ

Bosio: "Dai giovani lo slancio per il CSI di domani"

Bosio: "Dai giovani lo slancio per il CSI di domani"

Domenica 8 dicembre, festa dell’Immacolata, dopo la Messa celebrata al mattino da don Alessio Albertini, il presidente nazionale Vittorio Bosio ha concluso il Meeting Nazionale Dirigenti 2019: “Da Assisi abbiamo voluto intraprendere un percorso, vogliamo confrontarci per definire le scelte che faremo in futuro nei prossimi 75 anni. Nel corso della nostra storia il CSI ha segnato la vita del nostro paese. Dobbiamo rinnovare rimanendo ancorati alle nostre radici e ai nostri valori. Nel corso del Meeting é stato bello vedere tanti giovani. Dobbiamo domandarci, e lancio una provocazione a tutti noi: abbiamo davvero il desiderio di dare spazio ai giovani? Io stesso da giovane sono stato accompagnato da un grande mentore, il professore Paganoni, che con la sua grande esperienza mi ha aiutato molto a crescere e a diventare dirigente. Guardiamo con occhi diversi i giovani, proviamo a imparare da loro”.
Il presidente Bosio si è poi soffermato sul percorso assembleare che il CSI vivrà a partire dal 2020 per rinnovare le cariche elettive territoriali e nazionali: “l'assemblea nazionale si terrà probabilmente nella primavera 2021. In tanti mi chiedono cosa farò io, e se mi ricandiderò a presidente nazionale, ma prima mi piacerebbe chiedere a ognuno di voi che cosa farete sul territorio. Da parte mia non voglio dire mi candido, ma sappiate che sono disponibile. In una associazione grande come la nostra mi piacerebbe vivere questo momento assembleare come una occasione di confronto, di analisi e di condivisione affinché si possa ritrovare unità di intenti”.
Infine il numero uno ciessino ha voluto ringraziare “tutti i volontari, gli operatori, i dirigenti che quotidianamente accolgono i ragazzi e li fanno giocare. Conosco bene i sacrifici che fate al servizio dell’associazione e ne approfitto per ringraziare anche le vostre famiglie che non vi fanno pesare il vostro impegno per il bene dei ragazzi. Facciamo in modo che le idee e le proposte scaturite da questa due giorni di Meeting si trasformino in un percorso concreto. Sono certo che siamo sulla strada giusta e se continuiamo così il CSI andrà molto lontano”. 

Confartigianato Imprese fa squadra con il CSI

Confartigianato Imprese fa squadra con il CSI

Domenica 8 dicembre sul palco di Assisi é stato presentato l'accordo tra CSI e Confartigianato Imprese. "Il CSI - ha spiegato Stefano Gobbi, direttore area comunicazione e relazioni esterne - intravede nel modello imprenditoriale artigiano della rete Confartigianato una grande opportunità di parlare alle persone, per sostenere i bisogni delle persone e delle comunità. Vogliamo realizzare attività in sinergia che possano avere una ricaduta efficace sul territorio per lo sviluppo di reti territoriali tra artigiani e associazioni sportive".
“Attraverso questo accordo con il CSI vogliamo dare speranza e fiducia alle nostre comunità - ha spiegato Marco Granelli, vicepresidente nazionale Confartigianato Imprese - I giovani sono centrali nel nostro progetto ma credo che sia fondamentale coinvolgere anche i più grandi che hanno esperienza, proprio come in una famiglia. Immaginiamo un futuro dove i giovani possano fare rete per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio, sulla base di valori condivisi”.
Tra le diverse attività che saranno realizzate nell'ambito dell'accordo ci sarà lo sviluppo dell’offerta sportiva nei sistemi di welfare aziendale, l’implementazione della presenza nel Terzo Settore, attraverso la realizzazione di una Rete Associativa e il supporto consulenziale in materiale fiscale, legale e servizi impresa da destinare alla rete associativa CSI. 

Discobolo al merito CSI: le assegnazioni del 2019

Discobolo al merito CSI: le assegnazioni del 2019

Ad Assisi si è riunita la commissione per l’esame delle richieste di assegnazione del “Discobolo al Merito”, presieduta dal vicepresidente nazionale Marco Calogiuri. Il riconoscimento rappresenta il più alto attestato di stima per tutti coloro che nel corso degli anni hanno generosamente dedicato un’ampia parte della loro vita al CSI ed ai suoi ideali, favorendone lo sviluppo e promuovendo la sua proposta sportivo–educativa. Sono state 66 le assegnazioni definitive dell’edizione 2019 tra le società sportive, le persone, tesserati con anzianità minima associativa di 30 anni ed i premi alla memoria, in alcune circostanze assegnate da regolamento anche a persone esterne al CSI.

Don Albertini: “Dobbiamo essere uomini di gioia”

Don Albertini: “Dobbiamo essere uomini di gioia”

Nella serata di sabato 7 dicembre il popolo arancioblu di Assisi 2019 si è ritrovato nel tradizionale pellegrinaggio in fiaccolata sui sentieri francescani. Il gruppo, guidato dall’assistente ecclesiastico nazionale don Alessio Albertini, da S. Maria degli Angeli ha raggiunto la Basilica inferiore di San Francesco. Nell’omelia don Albertini ha voluto sottolineare l’attenzione al mondo giovanile che deve contraddistinguere l’impegno del CSI: “La presenza dei giovani qui ad Assisi è una necessità per la nostra Associazione. Mentre camminavo insieme a voi pensavo a quanto abbiamo bisogno dei giovani, delle loro ingenuità e dei loro sogni. Senza futuro non c’è movimento. I giovani ci aiutano a guardare in avanti, e ci devono dare lo slancio necessario a compiere al meglio il nostro percorso associativo nello sport. Il passato è una ricchezza di cui non possiamo fare a meno ma c’è bisogno dello slancio dei giovani”.
Da don Albertini è arrivato quindi l'invito a “saper attendere ciò che arriva dal futuro come ha fatto la Madonna. Nel Vangelo di Luca si parla di quell’annuncio straordinario. Maria aspettava che le capitasse qualcosa di straordinario. Lei non si è tirata indietro e ha detto sì. Invito ciascuno di noi ad accogliere questo annuncio, essendo pronti a portare la bellezza del Vangelo nello sport. C’è però uno stile che ci deve contraddistinguere: come si può essere annunciatori di una buona notizia se non abbiamo la gioia nel cuore? Dobbiamo essere uomini di gioia. Non possiamo far divertire con lo sport se non siamo contenti. La Madonna è definita piena di grazia, di gratuità. Non ha fatto nulla per meritare la grazia di Dio. Dio l’ha amata gratis. Proprio come ciascuno di noi: Dio ci ama gratis. Pensiamo ai nostri genitori, che senza chiedercelo ci hanno messo al mondo. Anche loro ci amano per quello che siamo, gratuitamente. Chiediamo alla Madonna di starci vicino e ricordarci che il Signore è con noi. Anche se a volte facciamo fatica ad ammetterlo e a seguirlo. Dal giorno in cui si è fatto uomo ha deciso di starci accanto sempre. Auguro a ciascuno di noi di sentire nel proprio cuore questo annuncio dell’angelo e di essere capaci di dire il nostro sì, proprio come Maria. Infine chiediamo ai giovani di darci un po’ della loro estrosità nel dirci di sì. Come Maria che ha rischiato la propria vita per fare grandi cose“. 

Bosio: “La nostra identità per lo sport del domani”

Bosio: “La nostra identità per lo sport del domani”

Nella mattinata di sabato 7 dicembre sul palco di Assisi è salito il presidente nazionale Vittorio Bosio: Ho sognato un Assisi per i giovani in cui provare a ragionare su quello che siamo, su quello che vorremmo essere e su quello che saremo. 75 anni di storia sono tanti ma è arrivato il momento di scrivere qualcosa di nuovo. Il CSI da sempre è stato precursore nel lanciare iniziative nuove e ha giocato un ruolo da protagonista nella storia dello sport in Italia. Di questo dobbiamo essere orgogliosi. La cosa peggiore che possiamo fare è dire abbiamo sempre fatto così. La nascita del CSI nel 1944 trovava le sue motivazioni nella rinascita di una nazione che ricominciava a vivere, uscendo da un momento storico devastante. Era un paese desideroso di dimenticare il passato e di guardare avanti. A cosa serviva in quel momento storico e sociale il CSI? Oggi siamo ancora attuali? Ritengo che oggi la nostra Associazione possa avere ancora un ruolo importante, soprattutto per il momento storico che stiamo vivendo. Siamo centrali perché ci rivolgiamo agli ultimi, accogliamo tutti perché per noi sono tutti importanti. L’atleta è prima di tutto una persona. Ai ragazzi vogliamo bene e basta: per noi non sono tessere e quote associative. Oggi si parla molto di accoglienza e ci si focalizza solamente sulle situazioni straordinarie, come l’emergenza migranti. Nel corso della nostra storia abbiamo sempre accolto tutti e abbiamo fatto giocare tutti. Lo abbiamo sempre fatto e sarà il nostro compito anche in futuro".
Il numero uno ciessino ha voluto quindi porre l’attenzione sui cambiamenti del mondo dello sport e sulle riforme che stanno interessando il sistema sportivo italiano: "Lo sport sta cambiando profondamente e la recente riforma sta stravolgendo il sistema sportivo. Nel panorama variegato dello sport di oggi fatto di enti, federazioni, società private, e altro ancora, in cosa si differenzia la proposta del CSI? Sulla riforma ognuno guarda solo il proprio punto di vista e si concentra solo sull’essere a favore o contro secondo i propri interessi. Dobbiamo cambiare mentalità. Proviamo a pensare a cosa succederà in futuro, come cambierà il mondo dello sport e quale sarò il ruolo del CSI nel panorama sportivo e sociale. Viviamo un periodo complicato perché si fa molta fatica a fare alleanze con Enti e Federazioni. Quali sono i confini dove possono operare gli Enti e quali sono quelli delle Federazioni? E' necessario che qualcuno definisca quali sono i "confini" e i ruoli del sistema sportivo. Se non si fa questo è difficile trovare alleanze, soprattutto se ognuno pretende di occuparsi di tutto lo sport senza averne finalità statutarie e competenze. Come CSI siamo decisi nel rivendicare il nostro ruolo di promozione sportiva e sociale e se non saranno definiti i ruoli con chiarezza faremo sentire con forza la nostra voce".
Per il presidente Bosio occorre anche ripensare il volontariato e sostenere il ruolo sociale delle società sportive di base: “per tanti anni il volontariato ha rappresentato la colonna portante della nostra associazione. Viviamo però in una società diversa dal passato. Sono cambiati i giovani e sono cambiati gli adulti. Credo che nella nostra associazione occorra stabilire una alleanza tra i giovani e gli adulti. Dobbiamo guardare ai giovani per quello che sono e non avere la pretesa che siano come vorremmo noi. Occorre poi sostenere e salvaguardare il ruolo delle società sportiva di base e delle parrocchie che ogni giorno svolgono un ruolo prezioso nelle periferie e nella educazione dei giovani. Le cose funzionano bene quando si fa squadra tutti insieme, quando le società si riconoscono nel CSI: senza appartenenza perdiamo la nostra identità. Siamo nati su impulso della Chiesa ma continuiamo coerentemente, oggi, ad essere parte di essa? Servono progetti di attività che siano credibili. Dobbiamo tornare a fare questo”.
Sul futuro Bosio è certo e ha tracciato la linea da seguire per una Associazione che guarda già al domani: "Abbiamo bisogno di persone che credano davvero nel CSI per provare a fare il bene dell’associazione. Abbiamo pensato ai tavoli di lavoro, partendo proprio qui ad Assisi, per costruire insieme un CSI al passo con i tempi e per rilanciare un progetto educativo e sportivo che possa ricalcare ciò che abbiamo fatto in 75 anni di storia con gli opportuni segni di modernità".

La serata delle premiazioni del concorso “Dove ogni maglia ha un anima”

La serata delle premiazioni del concorso “Dove ogni maglia ha un anima”

Dopo la musica di Juppiter e l’inno associativo cantato da Marco Spaggiari, il presidente del CSI Milano, Massimo Achini, ha dato il via alla serata di premiazione del concorso “Dove ogni maglia ha un anima” indetto dal CSI in occasione dei 75 anni di fondazione per premiare giovani atleti ed atlete under 18 e società sportive impegnate nell’organizzazione di esperienze sportive giovanili. Nel corso della serata sono state premiate 7 storie che raccontano amicizia, solidarietà, inclusione, determinazione, fair play e multiculturalità. 

I PREMIATI

Una vera capitanA in campo e nella vita

Una vera capitanA in campo e nella vita

Giulia Venturi è un’atleta di 13 anni, praticante pallavolo per la società San Pietro Volley, in Bagno di Romagna (FC). Una ragazza che ha dimostrato un carattere ed una forza di volontà invidiabile, affrontando una situazione difficile, in seguito alla morte del papà, e continuando a lottare dentro e fuori dal campo di gioco. Da vero capitano ha affrontato le difficoltà e ha trascinato le compagne come un vero leader, rafforzando il gruppo. CapitanA in campo e nella vita! Visibilmente emozionata sul palco ha voluto ringraziare le sue compagne di squadra che l’hanno sostenuta in questo periodo difficile della sua vita. 

Lo sport ha infinite bandiere

Lo sport ha infinite bandiere

La società di calcio Asd San Giacomo Redevils, che ha vinto il campionato U9 nel 2018, era composta da 15 atleti con 10 nazionalità diverse. Quest’anno si sono aggiunte Pakistan e Ghana. Un esempio di multiculturalità e inclusione sociale, in cui i piccoli hanno insegnato ai grandi quanto è bello essere diversi, e che l’amicizia sconfigge ogni pregiudizio. A rappresentare la società sul palco c’era l’allenatore Davide Milini, fiero dei suoi ragazzi e commosso nel raccontare la sua esperienza.

Una schiacciata alla leucemia

Una schiacciata alla leucemia

Gabriele Mattio è un atleta di 16 anni, praticante pallavolo under 16 mista, per la società Polisportiva Piaschese Asd, di Piasco (CN), per la squadra degli Young Lions. Negli ultimi anni ha combattuto come un leone, sconfiggendo la leucemia, e tornando di nuovo a giocare a pallavolo con i suoi compagni. Un vero resiliente, che grazie alla sua forza di volontà e all’aiuto dei familiari e degli amici di squadra è riuscito a riprendere in mano la propria vita. Un vero Lions Gabriele che è stato premiato sul palco di Assisi insieme ai suoi genitori. 

Ginnaste a ritmo di inclusione

Ginnaste a ritmo di inclusione

La società di Ginnastica Ritmica Asd Appennino 2000, di Castel D’Aiano (BO), si è distinta per aver incluso ed integrato perfettamente un’atleta speciale: Oxana una ragazza di 21 anni, con sindrome di Down, è stata accolta da una grande famiglia, capace di abbattere le barriere e i pregiudizi, creando un esempio di solidarietà e di inclusione sociale. Sul palco le insegnanti l’hanno definita una fonte di arricchimento, di compagnia e di divertimento. 

Calcio di rigore? No grazie.

Calcio di rigore? No grazie.

Jared Asante è un atleta giovanissimo, di soli 11 anni, della società Us Monari di Modena. Nonostante la tenera età ha dimostrato un grande senso di sportività, compiendo un grande gesto all’insegna del fair play. In una situazione di gioco durante una partita di calcio, Jared ha comunicato al direttore di gara di non aver subito un fallo da rigore, dopo che quest’ultimo l’aveva decretato. Un gesto che rende onore all’atleta e alla società. 

Diamo un calcio ai pregiudizi. Il pallone è per tutti!

Diamo un calcio ai pregiudizi. Il pallone è per tutti!

Francesca Raducci è un’atleta di 12 anni, della società A.P.O. Mezzate Asd, nella città di Peschiera Borromeo (MI). Grazie alla sua tenacia e spirito di adattamento, è riuscita ad inserirsi in una squadra di calcio composta da soli maschi. E non è tutto. E’ diventata un punto di riferimento per il gruppo, conquistando la piena fiducia dei compagni e della società. Che non si senta più che il calcio è uno sport solo per maschi!

La grande festa del tennistavolo

La grande festa del tennistavolo

La Polisportiva Clementina Asd, società di tennistavolo di Jesi (AN), rappresenta una realtà speciale di questa disciplina, per essersi distinta attraverso alcuni progetti e iniziative interessanti, anche a livello internazionale. Ha creato un evento innovativo, il tennistavolo a squadre, che ha riscosso molto successo, e inoltre si è contraddistinta per numerose iniziative benefiche e all’insegna della solidarietà, sia in ospedali che in quartieri multietnici.

Marco Tarquinio: “Raccontiamo storie di speranza”

Marco Tarquinio: “Raccontiamo storie di speranza”

Nel corso della serata è intervenuto il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, membro della giuria che ha selezionato i vincitori del concorso “Dove ogni maglia ha un”anima“: ”Grazie a questo concorso ho avuto la possibilità di conoscere storie significative che sono un segno di speranza per l’Italia di domani. Vedere che ci sono storie importanti come queste dimostra con i fatti che ci sono buoni maestri. Ci vogliono far credere che non esistono più buoni maestri, ma è necessario smentirli con forza perché c’è un gran bisogno di speranza. Avvenire continuerà ad essere al fianco del CSI per raccontare storie belle come queste, soprattuto perché vanno controcorrente. Buon Avvenire“. 

Vittorio Bosio “75 anni di impegno del CSI al servizio dei giovani”

Vittorio Bosio “75 anni di impegno del CSI al servizio dei giovani”

“Se il CSI ha compiuto 75 anni di storia è grazie a persone straordinarie come voi che gli vogliono bene - ha detto il presidente nazionale Vittorio Bosio - Assisi è un momento molto importante per la nostra associazione, un tradizionale appuntamento di riflessione e di preghiera dove ci si ritrova per rinsaldare amicizie. Mi vengono in mente le tantissime persone che sono passate nel CSI in questi anni. Ad ognuno di loro dobbiamo tantissima gratitudine. Uno dei momenti più belli ed indimenticabili di questo lungo anno di festeggiamenti è stato l’incontro con il Santo Padre dello scorso maggio. Tante belle storie si potrebbero raccontare in giro per Italia, voglio ringraziare tutti coloro che ogni giorno si mettono al servizio dell’Associazione per far giocare i nostri ragazzi. Senza di loro non ci sarebbe il CSI”.

Intelligenza, fantasia e rischio: i tre assist di don Alessio Albertini

Intelligenza, fantasia e rischio: i tre assist di don Alessio Albertini

Venerdì 6 dicembre la serata inaugurale del Meeting Nazionale Dirigenti di Assisi 2019 è stata aperta dalla riflessione di don Alessio Albertini, con l’assistente ecclesiastico nazionale del CSI che ha invitato i dirigenti arancioblu a riflettere sull’importanza di vivere l’associazione come una grande famiglia:
È sempre bello trovarsi ad Assisi. È facilissimo fare le cose per sé, ma la cosa bella è pensare che il CSI non è una associazione di persone singole ma una famiglia che vuole essere una comunità legata l’uno all’altro”. L’esperienza più bella di Assisi, ha sottolineato don Albertini, è vivere insieme seguendo l’esempio di San Francesco. “Il suo gesto più bello e che lo ha reso grande, è stato azzerare i muri perché siamo tutti fratelli, proprio da qui è nato il termine frate. Serve però un gesto rivoluzionario: cioè spogliarsi del proprio io. Siamo così convinti di essere i più bravi, di essere i migliori che non vediamo più quello che abbiamo davanti. In questi luoghi c’è il Santuario della Spogliazione dove Francesco si è tolto i vestiti e ha intrapreso una nuova vita. Proprio lì è sepolto Carlo Acutis - 15enne morto per leucemia nel 2006 e proclamato venerabile da Papa Francesco - unico ragazzo citato nella lettera che il Papa ha voluto regalare ai giovani Christus vivit”. Carlo è stato un rivoluzionario che a soli 15 anni ha mostrato che si poteva essere santi “normali”. Ispirandosi alla vita di Acutis, sono stati tre gli assist che don Albertini ha voluto lasciare ai dirigenti arancioblu: intelligenza, fantasia e rischio. “Carlo ha usato intelligenza, ha studiato le cose, voleva capire, ha letto e studiato tanto. Ci ha insegnato che c’è verità nel Vangelo e ha saputo testimoniarlo a modo suo, nella sua semplicità. Ha usato anche la fantasia, si è domandato come faccio a annunciare il Vangelo oggi? Appassionato di informatica, ha ideato e organizzato la mostra dei miracoli eucaristici nel mondo. Non ha usato le solite cose, ha inventato qualcosa di nuovo. Tante volte noi del CSI facciamo sempre le solite cose, che siamo già abituati a compiere. Ci vuole quindi fantasia per creare qualcosa di nuovo nello sport e per i giovani. Carlo però ha anche rischiato. Quando si intraprende una strada nuova bisogna mettere in conto il rischio di sbagliare, può capitare qualcosa che si poteva prevedere”.
L’invito finale di don Albertini è di rischiare qualcosa di straordinario, trovare dei linguaggi nuovi che sappiano stravolgere la normalità: “Il Signore ha pensato per ciascuno di noi una storia straordinaria ma ha lasciato la libertà di scrivere il proprio finale.Continuate a scrivere finali bellissimi e scriviamo insieme un finale bellissimo per la nostra associazione”. 

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