Per la pace in Terra Santa: oltre ogni muro

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Una maratona di appena 10 chilometri, in parte percorsa a passo d'uomo. Una partita di pallavolo in un parcheggio davanti al muro di separazione tra israeliani e palestinesi. Si e' fatto dello sport davvero particolare stamattina tra Betlemme e  Gerusalemme. E per una volta ''e' riuscito ad arrivare dove non arriva la politica'', secondo il presidente del Coni Gianni Petrucci. Fino a portare dei palestinesi dai territori sotto l'Autorita' nazionale (Anp) alla Citta' Santa con la settima Maratona della pace, organizzata da Opera romana pellegrinaggi e dal Centro sportivo italiano.
L'ex campione di pallavolo Andrea Zorzi ha partecipato a questa iniziativa fin dal primo anno e c'e' anche stavolta. Al suo fianco Tom Perry, alias Antonio Peretti, l'alpinista che corre a piedi nudi per solidarieta' e per riportare il mondo dei consumi alle cose semplici. Padre Ibrahim Faltas, carismatico francescano palestinese, partecipa con il saio. Massimo Achini, del Csi, con il consulente ecclesiastico nazionale Mons. Paganini, in prima fila, a tirare il gruppo degli sportivi dell’associazione, una settantina la rappresentanza arancio blu. Circa trecento in partenza, non tutti completano il percorso, ma tra loro ci sono fin dall'inizio sei israeliani, cinque uomini e una donna: per alcuni non e' la prima maratona della pace, ma e' la prima volta che partono da Betlemme, davanti alla Basilica della Nativita', in territorio palestinese. Fino all'anno scorso si univano solo una volta superato il check-point messo anni fa dallo Stato ebraico.
''E' magnifico, un'esperienza bellissima - dice Elisa, 48 anni,  -.  Se in Israele se ne sapesse di piu' verrebbe molta piu' gente a farla''. ''Non siamo militanti pacifisti ne' di alcun partito politico - spiega Ian, un cinquantenne che viene da Gilo, un centro ebraico molto vicino a Betlemme - . Siamo corridori e vogliamo che l'atmosfera in questa regione prima o poi torni normale''.
Dopo i primi due chilometri in territorio palestinese, da Betlemme al check-point, la carovana di corridori, giornalisti e fotografi si ferma e nel parcheggio accanto al posto di guardia israeliano va in scena un mini-triangolare di pallavolo femminile. Le palestinesi non troppo in forma, le israeliane sono delle ragazzine, vincono le italiane, tutte under 20, e altissime, ma oggi non importa. Nell'ultima partita le squadre si mescolano. C’è divertimento. Intorno al campo, i maratoneti, decine di pellegrini in Terra Santa, piccoli allievi delle scuole calcio palestinesi e israeliane, soldati e
soldatesse che si rilassano. Sullo sfondo il muro di sicurezza eretto da Israele e che rende la vita impossibile ai palestinesi. Dopo il volley gli altri otto chilometri fino a Gerusalemme, mentre nel pomeriggio si stanno svolgendo staffette di nuoto, anche queste valide per i ''John Paul II Games'', per ricoprire simbolicamente gli stessi chilometri (10) corsi al mattino.
Oggi una 25 chilometri in  mountain bike in Galilea partenza da Magdala per arrivare, al Cafarnao Natural Parc, verso il Lago di Tiberiade ha chiuso la serie di manifestazioni, e al via ci saranno anche stavolta italiani, palestinesi ed israeliani tutti insieme: lo sport tenta di anticipare quel che la politica chissa' quando riuscira' a fare.