26 febbraio 2020

Governo: lo sport riparte al nord, ma a porte chiuse

Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, di concerto con il Ministro della Salute Roberto Speranza, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ieri 25 febbraio e immediatamente entrato in vigore, fa finalmente chiarezza nella selva di ordinanze regionali, uscite nei giorni scorsi talvolta in modo frettoloso e nebuloso.

Il testo del decreto stabilisce che fino al 1° marzo in tutti i Comuni di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia, con la sola esclusione di quelli della c.d. “Zona Rossa”, sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all'interno di impianti sportivi utilizzati “a porte chiuse”, cioè senza la presenza di pubblico e/o di estranei. Non vi sono invece restrizioni di sorta per tutte le altre regioni, dove l’attività sportiva al momento può proseguire con regolarità.

Nella Zona Rossa, cioè nei comuni lombardi di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e nel comune veneto di Vò Euganeo, fino all’8 marzo permane invece il divieto assoluto di ogni forma di eventi, manifestazioni e riunioni anche se svolti in luoghi pubblici aperti al pubblico, oltre che il divieto di accesso nei Comuni e di allontanamento dagli stessi e altre misure eccezionali di contenimento del contagio da Coronavirus.

Insomma, l’attività sportiva riprende un minimo di quotidianità, seppure con tutte le cautele dovute alla complessa situazione epidemiologica di quei territori. Quello del Governo era un atto dovuto e necessario che supera le ordinanze locali, al fine di dare una interpretazione univoca su tutti i territori interessati e che tende a fare cautamente ripartire la macchina dello sport, così bruscamente interrotta dall’esplosione della epidemia da CoViD-19.

Per quanto riguarda l’attività sportiva CSI, saranno le singole Commissioni Tecniche Regionali, e in subordine quelle territoriali, a decidere se e quando ripartire con le attività e, in caso positivo, riformulare i calendari tenendo conto delle restrizioni imposte dal decreto.